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FATTI E
PERSONE
Le Donne del Vino al Wine Festival di Merano
Per la prima volta l’Associazione Nazionale Donne del
Vino ha partecipato con grande successo all’International Wine Festival
di Merano. Le titolari delle 40 aziende selezionate che rappresentavano
una panoramica della più qualificata enologia italiana, hanno portato
un tocco di femminilità, di freschezza a questo elitario appuntamento.
Pia Berlucchi, Presidente delle Donne del Vino
Il momento clou è
stata la presenza di Jancis Robinson, giornalista inglese, una
delle più quotate firme della vitienologia mondiale. Divenuta Master
of Wine nel 1984, è stata la prima “non trade” a diventare
tale ed è stata poi insignita dalla Casa Reale dell’ordine
del British Empire.
Il suo qualificatissimo intervento ha toccato due punti importanti:
1 – Il vino italiano nel mercato inglese
2 – Il ruolo sempre più importante che la donna sta ricoprendo
nel mondo del vino.
Noi inglesi, esordisce la Robinson, amiamo non solo gli italiani, ma anche
il cibo e il vino che al momento però non hanno un mercato favorevole,
ormai superati come quota di mercato da altri Paesi. Il problema principale
è il prezzo, attualmente molto elevato. Si vende molto bene il
Pinot Grigio, che è però anche copiato.
Altro problema è che non viene riportato in etichetta il nome della
varietà del vitigno – fatta eccezione per la Puglia –
occorre più chiarezza, cioè mettere il nome dei vitigni,
della Regione di provenienza, perché noi inglesi leggiamo con attenzione
le controetichette e quanto viene scritto.
Noi comperiamo vini da 40 Paesi, e notiamo che le etichette italiane sono
le più confuse.
Ancora , non usate troppo i nomi di fantasia, perché anch’io
che sono un’esperta, spesso mi trovo in difficoltà , mi riesce
difficile ricordarmi le tipologie.
Un’altra battaglia è quella che i grandi rossi italiani devono
combattere con i grandi Bordeaux, come i bianchi contro i Borgogna, e
sono pochi gli inglesi appassionati che vanno a cercare questi italiani
importanti. Per quanto posso io scrivo che la realtà italiana è
molto cambiata, ma rimuovere certe radicate idee è difficile, anche
se gli italiani ci sono più simpatici dei francesi.
Se, come mi auguro vorrete entrare in modo più massiccio nel mercato
inglese, dovete presentare bene la diversità delle varie identità
italiane, come fanno gli altri Paesi . Dovete chiedervi che cosa vuole
il consumatore finale perché i clienti sono loro. Io sono una fan
dei vini italiani e ce ne sono molti in Inghilterra, per cui mi auguro
che il vino italiano abbia il successo che si merita.
Passando al secondo punto vorrei dire che sono molte le donne che si occupano
in prima persona del vino, ed è un fenomeno in crescita, però
ci sono poche enologhe italiane, mentre nel mondo ce ne sono parecchie
e sono molto rispettate. Non ho idea di quante donne sommelier ci siano
in Italia , questo è un ruolo che ricoprono molto bene, perché
essere donna ti avvantaggia: le donne sono più accondiscendenti,
hanno più capacità di comunicare, sono meno snob degli uomini.
In Inghilterra poi, il 50% delle persone che scrivono di vino sono donne,
ed è una percentuale altissima anche rispetto ad altri Paesi. Pensate
che nel mondo ci sono 250 Master Wine, di cui il 40% donne, ora mi piacerebbe
che ci fosse finalmente anche un’italiana, anche perché le
donne riescono a degustare meglio degli uomini, hanno un palato migliore,
e questa non è una mia opinione personale, ma è uno studio
ben documentato.
Questi in sintesi i punti su cui si è soffermata la nostra ospite.
Sono seguite varie domande e con molta disponibilità, competenza,
affabilità ha risposto a tutti, conquistandosi la simpatia di tutto
l’auditorio.
Chissà che non si avveri l’augurio della nostra nuova amica,
e che un’italiana possa fregiarsi presto del titolo di Wine Master.
Ci vogliono 3 anni molto duri per averlo.
Per ulteriori informazioni:
Anna Pesenti – Tel. O2-66982180 – Fax. O2-66982116
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