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LUOGHI, FATTI E PERSONE
Vulture e Sele:
attraverso le falde vulcaniche e le viti
L'ASA-
Associazione Stampa Agroalimentare ha istituito la Delegazione Campania-Basilicata
affidandone la direzione al collega Gerardo Antelmo, che ha iniziato alla
grande la sua attività organizzando l'educational molto interessante
su temi diversi: dalle acque minerali delle zone vulcaniche del Vulture
alle sorgenti ipertermali della valle del Sele. L'escursione si è
arricchita di notizie enologiche sull'Aglianico, e sulle realtà
casearie e olearie con un'eco di "miseria e nobiltà "
di fagioli e tartufi.
Vulture
L'Aglianico
è un vitigno antichissimo, probabilmente introdotto in Italia dagli
Hellenici, sulle coste joniche della Lucania. Antiche testimonianze storiche
e poetiche sulla presenza di questo caratteristico vino risalgono agli
albori dell'epoca romana: una moneta bronzea, raffigurante l'agreste divinità
di Dionisio, il cui culto fu poi ricondotto a quello di Bacco, fu coniata
a Venosa nel IV secolo a.C., ed il poeta latino Orazio,nativo proprio
di Venosa, decantò le doti di questa meravigliosa terra e del suo
ottimo vino: l'Aglianico del Vulture. Ma il poeta non si limitò
a decantare il vino, documentò anche le salubri virtù dell'acqua,
ricca di preziosi oligoelementi conferiti dalle rocce vulcaniche del Vulture
che le donano anche quel pizzico di sapore in più, come illustrano
le donne manager alla guida della Sorgente Traficante di Rionero in Vulture,
presenti sul mercato con l'acqua oligominerale
Lilia, la Sveva naturalmente effervescente; la Lilia Kiss leggermente
frizzante,la Tokia effervescente e la Solaria particolarmente leggera.
Una varietà tale da poter proporre alcuni suggerimenti di abbinamento
acqua - cibo nella carta delle acque minerali realizzata in collaborazione
con l'A.D.A.M. Associazione Degustatori Acque Minerali. Poco distante
l'impianto della Cutolo Rionero che gestisce anche l'hotel ristorante
Rosablu a Monticchio dove la brigata di cucina ha ammannito alcune variazioni
sui temi della cucina locale rivisitata.
Nel Mezzogiorno cominciò il percorso di monaci d'Oriente, giunti
in Italia nel VI secolo con le armate di Belisario e Narsete: i "basiliani",
monaci di rito bizantino seguaci della regola di San Basilio, trovarono
ampie zone da disboscare e coltivare, ricoprendo un ruolo fondamentale
per la rinascita del territorio che nella "colonizzazione basiliana"
trovò dapprima cammino di sopravvivenza e più tardi di nuova
civiltà estesa alle Puglie dove portarono riti e cultura raffinatissima
tanto che la loro influenza durò secoli fino all'arrivo del Normanni.
I Basiliani hanno lasciato una traccia nella Badìa di San Michele
ai Laghi di Monticchio citata già in un documento del 967 d.C.
In questo territorio, caratterizzato da eccezionali geologiche, sgorgano
due acque uniche per qualità, purezza e gusto: la Gaudianello effervescente
naturale e la Leggera oligominerale.
Un interessante convegno sul tema delle Acque minerali e vino si è
tenuto al Centro Congressi di Rionero in Vulture: attiva e pittoresca
cittadina che ha dato i natali all'insigne studioso della questione meridionale:
Giustino Fortunato,che ha edificato nel suo aspetto attuale Palazzo Fortunato,
dove ha sede il Centro della Civiltà dell'Aglianico che si propone
di rappresentare l'area del Vulture attraverso i suoi prodotti simbolo:
vino, formaggio e olio. Città del vino, fa parte della Strada dell'Aglianico
del Vulture: Vino DOC dal 1971, usato per decenni come vino da taglio,
riscoperto negli anni sessanta, è diventato uno dei grandi vini
rossi italiani, meritandosi, grazie ai suoi tannini ed alla possibilità
d'invecchiamento, l'appellativo di "Barolo del Sud ".Il Vulture
fa sentire anche qui la sua presenza nei terreni d' origine vulcanica
(e non carsica come qualcuno ha confuso, paragonandolo per questo al Terrano),
terreni ricchi di sali minerali molto adatti alla coltivazione della vite.
Degustazione di questo vino dal bel colore rosso granato intenso, che
tende al mattone con l'invecchiamento; profumo vinoso ampio e fragrante;
sapore secco, franco e armonico. Inizialmente un po' ruvido per i tannini,
si ammorbidisce col tempo divenendo morbido e vellutato . Gemma enoica
meridionale oggetto di attenta degustazione nell'agriturismo D'Angelo
in corretto abbinamento con le vivande servite nell'antica masseria. Raggiunge
il la sua massima espresione con l'invecchiato nelle cantine scavate nel
tufo sottostante la città di Rionero ampiamente illustrate nel
corso della visita alle Cantine del Notaio. Sarebbe auspicabile che il
vino assumesse una denominazione a lui più congeniale: VULTURE,
eliminando il sostantivo Aglianico riferito a molti altri vini di altre
zone.
...
Il Sele
Il
fiume Sele, citato da Strabone e cantato da Virgilio, è sempre
stato additato a fenomeno di natura: si diceva che pietrificasse qualunque
cosa venisse immersa nelle sue acque. Famose da sempre, le acque di Contursi,
danno vita a moderni complessi termali dove è possibile effettuare
cicli completi delle più diverse terapie.
Al di là del Sele, un tempo confine
della florida Magna Grecia, sorge Oliveto Citra, dove si è tenuto
un interessante convegno, presieduto dal sindaco Carmine Pignata, per
illustrare le attività produttive della zona che, come ha auspicato
il sindaco, devono essere valorizzate con una campagna promozionale e
d'informazione che riunisca gli sforzi dei comuni limitrofi per far conoscere
l'ambiente ricco di sorgenti termali e di una vasta produzione agricola
che dà vita ad una tradizione gastronomica utilizzando olio DOP
delle Colline Salernitane, mozzarelle di bufala campana DOP; fagioli dall'occhio
e tartufi.
La zona di produzione dell'olio d'oliva extra
vergine a denominazione d'origine protetta DOP " Colline Salernitane
" ricade interamente nel territorio amministrato dalla provincia
di Salerno della quale occupa la zona centro settentrionale. Oliveto Citra,
Olivella, Ogliara, derivano il loro nome dalla presenza dell'olivo, portato
dai Focesi nella Piana d'Alento. Attualmente l'olivo è presente
con 2.300.000 piante delle varietà Rotondella, Carpellese, Biancolilla,
Nostrale, Frantoio e Leccino su una superficie di 19.000 ettari dove operano
26.000 aziende. Il disciplinare prevede che l'olio DOP sia di colore verde
tendente al paglierino, odore fruttato medio alto; sapore fruttato con
media o debole sensazione d'amaro e leggero sentore di piccante.
I Longobardi, scesero in Italia nel 596 con
un'orda di trecentomila uomini, preceduti dagli armenti, fra i quali i
bufali, attraverso il passo del Trevil, nelle Alpi Giulie, dilagarono
nelle valli venete e la pianura lombarda, valicato l'Appennino, fondarono
i ducati di Spoleto e di Benevento. Eredi delle mandrie longobarde, le
bufale, allevate in moderni impianti, producono il latte necessario per
ottenere il formaggio a pasta filata conosciuto con il nome di mozzarella:
la mozzarella di bufala campana DOP.
Nell'alta valle del Sele, a Colliano si trova
Il tartufo nero , il Tuber mesentericum che si presenta con corteccia
ruvida, polpa nera o violacea con sottili venature chiare ramificate raffinatissimo
condimento dall'inconfondibile aroma che si sviluppa in cottura e non
si consuma crudo come invece avviene per il tartufo bianco tuber magnatum
dall'intenso profumo penetrante, un po' agliato. Dal punto di vista botanico,
il tartufo rappresenta il frutto di un fungo ipogeo che vegeta e fruttifica
sugli apici radicali di alcune piante che fungono da ospiti. Il nome deriva
dal latino terrae tufer che significa escrescenza di terra.
I fagioli dall'occhio, originari delle regioni
tropicali dell'Asia e dell'Africa, erano conosciuti dai Greci e dai Romani
che li coltivano prima del XVI secolo, quando arrivarono dall'America
le varietà che si coltivano oggi.
Prodotti dell'agricoltura presentati nell'interessante
rassegna a Oliveto Citra, presso L'Hotel La Varchera ed elaborati da esperti
dell'arte cucinaria dell'hotel e del ristorante Due Cannoni in una variazione
sui temi della tradizione locale rivisitata per adeguarla ai gusti attuali.
Sani prodotti di una terra antica alla ricerca di una propria immagine
nello scenario gastronomico attuale inteso come parte integrante dell'ambiente
in un'offerta globale al turista che commenta a tavola le opere d'arte
che ha ammirato nelle sue escursioni.
Gianni Staccotti
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