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VILLA CRESPI, UNA NUOVA STELLA BRILLA LUMINOSA SUL LAGO D'ORTA

Chiudete gli occhi e sognate. Immaginate un palazzo in stile moresco con tanto di minareto e architettura che ricalca le sontuose dimore di un emiro: stucchi damascati, archi a ferro di cavallo, soffitti affrescati color turchese che ricordano le cupole delle moschee orientali. Eppure sbirciando dalle bifore di questa affascinante villa non traspaiono nè i profili delle dune nè i colori e gli intensi profumi delle bancarelle dei bazar. Tra i rami dei larici appare, invece, la visione magica di un lago incantevole: il lago d'Orta. Siamo in Piemonte, nell'Alto Novarese per la precisione, e questa villa fiabesca, da «mille e una notte», trasportata quasi per magia su un tappeto volante, altro non è che la realizzazione di un sogno di un facoltoso industriale cotoniero innamorato dell'Oriente e della sua irresistibile bellezza. Un mecenate d'altri tempi. Si chiamava Cristoforo Benigno Crespi, era originario di Busto Arsizio. Incantato dal fascino di Baghdad, dove si recava spesso per acquistare ingenti partite di cotone, nel 1879 si fece costruire una villa in stile moresco immersa in un parco che degrada dolcemente verso il lago d'Orta.
Negli anni Trenta la villa venne acquistata dai marchesi Fracassi di Torre Rossano e divenne un luogo di soggiorno di re (Umberto di Savoia e la regina Margherita ne erano assidui frequentatori), principi, principesse, poeti, scrittori, capitani d'industria, nonché illustri personaggi del jet set internazionale. Agli inizi degli Anni Novanta, dopo essere stata centro di spiritualità e residenza privata, Villa Crespi venne trasformata dagli attuali proprietari - la famiglia Primatesta - in un esclusivo relais-chateaux dove natura, arte e storia contribuiscono a regalare agli ospiti un soggiorno indimenticabile. Indimenticabile per le emozioni che ti regalano il parco, le sale da pranzo, le stanze e non ultima la cucina. Una cucina di impostazione mediterranea, curata con estro creativo da una brigata di cucina capitanata da Antonino «Tony» Cannavacciuolo, napoletano d'origine, e dalla moglie Cinzia Primatesta.
Il ristorante, di raffinata eleganza, s'inserisce in maniera splendida nella suggestiva cornice di Villa Crespi. Premiato dalle guide più prestigiose (l'anno scorso la francese Michelin gli ha assegnato la mitica «stella», mentre il Gambero Rosso lo ha premiato con le «Tre Forchette», simbolo di eccellenza qualitativa), Villa Crespi si propone come uno dei templi dell'alta ristorazione italiana. Tra le specialità che hanno reso famoso lo chef di Vico Equense ricordiamo il petto d'anatra affumicato alla rosa di Damasco con la sua coscia confit, insalatina di carciofi e mandorle, i tagliolini di pasta fresca con ragout di animelle e coniglio, i fusilli di Gragnano con gamberi di fiume, ricci di mare e mele annurche, la quaglia farcita al fegato grasso con le sue uova strapazzate al tartufo e salsa ai frutti di bosco, il carrè di agnello arrosto con salsa al finocchietto selvatico. Ed ancora: le ostriche alla limoncina con purea di sedano rapa ed emulsione al Franciacorta, la casseruola di crostacei ai pistilli di zafferano in crosta di pane fresco ai semi di papavero, il filetto di luccio perca con fagioli cannellini di Spoleto, cannolicchi e guanciale, il pesce San Pietro croccante con riso selvatico allo zenzero, soja e sesamo. Piatti di straordinaria suggestione e raffinatezza (autentici quadri d'autore) delicatissimi ed equilibrati che regalano emozioni anche ai gourmet più smaliziati ed esigenti. Da applausi anche il carrello dei formaggi e la carta dei vini - con oltre mille etichette dell'intero pianeta - curata dal sommelier Matteo Pastrello. Chapeau.

Giuseppe Casagrande



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