LUOGHI, FATTI E PERSONE

Tesori nascosti della Sicilia Orientale

C'è un angolo di Sicilia - sconosciuto ai più e ignorato dai tour operator nazionali ed internazionali - che meriterebbe un'attenzione maggiore sia per le bellezze paesaggistiche che per la straordinaria ospitalità delle popolazioni che vi abitano. E' quel tratto di litorale tirrenico che da Messina porta a Cefalù passando per Milazzo, San Filippo del Mela, Patti, Capo d'Orlando, Sant'Agata di Militello, Santo Stefano di Camastra. Un itinerario suggestivo che lungo il percorso offre lo scenario spettacolare delle isole Eolie da una parte e dei rilievi montuosi del parco dei Nebrodi dall'altra. Un polmone verde che ricorda il paesaggio dolomitico con una vegetazione lussurreggiante, vaste praterie e laghi silenziosi che contrastano con l'immagine stereotipata di una Sicilia arsa dal sole.
E' un angolo di Sicilia legato ai miti (la grotta di Polifemo a Milazzo), ai siti archeologici (Rodì Milici, Salarìa, Longane), alle necropoli (Artemisia), alla devozione mariana (la Madonna Nera di Tindari), alle chiese e alle abbazie (San Marco d'Alunzio), alle città murate e ai castelli (Castroreale, Roccavaldina, Venetico, Spadafora). Ed è, infine, la Sicilia dei «giacimenti» gastronomici per usare una frase cara a Veronelli. Citiamone alcuni: tanto per cominciare il mitico «pomodorino a scocca» (a grappolo) di San Filippo del Mela e Roccavaldina per proseguire con le pesche «smergia» (nettarine dalla polpa bianca e dal profumo inebriante), quindi le provole e le ricotte di Montalbano Elicona, i salami di Sant'Angelo di Brolo, gli insaccati (lonze, salsicce, capocollo) di San Marco d'Alunzio ottenuti con le carni dei suini neri allevati allo stato brado. Ed ancora: i capperini delle Eolie, le confetture e le marmellate di Roccalumera, l'olio d'oliva «rustichello» di Mandanici, il miele di zagara dei Nebrodi, i vini dello Stretto e delle isole (Faro, Mamertino, Malvasia, Zibibbo), i liquori a base di agrumi, mandorle e ficodindia, i distillati.
Per valorizzare e far conoscere in Italia e nel mondo queste leccornìe, l'Associazione «Sikania-Amici dello Stretto», che si rifà agli antichi abitanti dell'isola e che porta avanti con entusiasmo le istanze culturali della Sicilia, nei giorni scorsi ha organizzato un tour alla scoperta dei tesori dell'antica Trinacria: l'arte, le bellezze ambientali, l'agricoltura e l'enogastronomia. «La Sicilia è una miniera d'oro - ha dichiarato il cav. Salvatore Zullo, presidente-fondatore dell'Associazione - un vero e proprio Eldorado che dobbiamo sfruttare con lungimiranza rilanciando quel turismo a dimensione umana (non di massa) e quell'agricoltura di nicchia (prodotti tipici e biologici) che il mondo intero ci invidia. L'importante è uscire da quella sorta di fatalismo e rassegnazione che per troppi anni ha caratterizzato la mentalità siciliana frenandone lo sviluppo».
L'esempio emblematico di questo modo nuovo di promuovere la Sicilia ci viene offerto dallo spirito imprenditoriale delle famiglie Pietrini e Giorgianni che, sulle pendici dei Monti Peloritani, a pochi chilometri da Barcellona Pozzo di Gotto, hanno trasformato 35 ettari di pietraia in un vero e proprio «paradiso terrestre» con giardini lussureggianti, viali alberati di eucalipti, piante ornamentali (40 mila), migliaia di sculture in pietra, centinaia di fontane e cascate d'acqua (l'acqua è stata trovata a 185 metri di profondità) e una distesa di frutteti coltivati biologicamente (arance, limoni, mele, banane, fichidindia, nespole) che si alternano alle coltivazioni orticole (pomodorini, carciofi, finocchi, asparagi) e alle erbe aromatiche. Jalari, il parco delle meraviglie All'interno del parco (il cui nome, «Jalari», termine arabo, ricorda la pietra luccicante) è stato ricavato il «percorso della memoria» con la ricostruzione fedele di una serie di botteghe artigiane (sono 42) per ricordare le arti e i mestieri di un tempo. Il tutto in un'atmosfera di straordinaria armonia con la natura. Un'armonia che contagia il visitatore e quanti trovano ospitalità presso le strutture ricettive del parco poichè li aiuta a riscoprire l'atavico legame con la terra, con la pietra, con l'acqua in un tripudio di colori e di profumi che solo la Sicilia sa regalare.

GIUSEPPE CASAGRANDE



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