LUOGHI, FATTI E PERSONE

Musei e gastronomia: proposta indecente? Tutt'altro


I servizi aggiuntivi del circuito museale offrono buone opportunità commerciali. Libri, stampe, gadget e souvenir ma anche bar e ristorazione.
La notizia che mi ha fatto riflettere su questa concreta opportunità è di qualche tempo fa: la Regione Lombardia, proprietaria del palazzo che ospita il museo Bagatti Valsecchi nel centro di Milano ha deciso di valorizzare anche gli spazi non dedicati espressamente al museo emettendo un bando per dare in gestione trentennale il palazzo. I privati che verosimilmente stanno per rilevarlo, dovranno anzitutto restaurarlo in maniera congrua al carattere storico-artistico che gli è proprio, ma potranno utilizzare alcuni (ampi) spazi per scopi commerciali. Tra questi dovranno trovare posto una caffetteria e un ristorante. Scandaloso? Affatto, non è una novità che in tutti i maggiori Paesi del mondo nelle gallerie d'arte, pinacoteche, musei, ville e palazzi storici contenenti mobili, quadri e oggetti artistici, esistono aree riservate al relax. Spazi funzionali che comprendono bar, ristoranti, coffee shop e boutique che propongono materiali (libri, stampe e oggettistica varia) propedeutici alle tematiche esposte.



Brera

Dalle nostre parti si sta praticamente cominciando ora, magari utilizzando, come in alcune magioni storiche toscane, l'escamotage dell'agriturismo piuttosto che quello del bed and breakfast. Fatture e scontrini opzionali ! Sorvoliamo sulle motivazioni del ritardo dovuto in parte alle consuete pastoie burocratico-sindacali, in parte ad un malinteso snobismo che non consentiva di mischiare il "sacro" col profano. Quindi visitare un nostro museo somiglia più ad una punizione che ad un momento di appagamento culturale. Finalmente, grazie a una delle rare disposizioni legislative a favore dello sviluppo e della promozione dei beni culturali (legge Ronchey), questi "santuari" della cultura si stanno lentamente adeguando per offrire ai visitatori un minimo di comfort. Mi riferisco al provvedimento che ha dato vita all'introduzione di servizi aggiuntivi negli istituti d'arte e antichità dello Stato. Il circuito museale della Penisola, consta, secondo i dati del Ministero dei beni e delle attività culturali, di 3.260 luoghi di cui più o meno il 50% appartengono alle Regioni o a singoli Comuni, mentre quelli di proprietà statale sono il 15,4% del totale ed includono le gallerie d'arte più note e visitate.



Louvre

Opportuni quindi questi nuovi servizi degni di un Paese moderno, soprattutto in considerazione dei profondi mutamenti socioeconomici degli ultimi decenni che hanno innalzato il livello medio culturale e permesso una più ampia fruizione del tempo libero. Per tacere del notevole incremento dei flussi turistici, soprattutto stranieri. Ed è anche grazie all'introduzione di questi nuovi servizi che si può parlare di un nuovo modo di percepire musei e gallerie d'arte. Luoghi che risultano meno statici e noiosi, diventando sempre più autentici poli d'aggregazione e di incontri, alternativi ai centri educativi tradizionali come scuole, università, ecc.
La citata legge ha altresì innescato un virtuoso processo competitivo tra i musei alla ricerca di fonti di reddito aggiuntive. Ciò perché la stessa legge, offrendo da un lato la possibilità di fare del business, riduce i fondi pubblici di sostegno ottenendo un risparmio della spesa pubblica.

Museo Bagatti Valsecchi

Esemplari i risultati del Britsh Museum o della Tate Gallery londinesi, ma vale anche per il Louvre, per il Rijksmuseum di Amsterdam per il Prado di Madrid, o il rinnovato stupendo Museum of Modern Art (MoMa tout court) di New York, assurti ad importanti poli culturali, aperti sino a tarda sera, capaci di offrire inoltre eccellenti servizi commerciali e di ristoro.
Se si considera che l'Italia dispone della maggior parte del patrimonio culturale del mondo, non si può che rimarcare l'enorme potenzialità di business che il settore ha insito. Una controprova spicciola? Basta dare un'occhiata alle bancarelle che offrono hot dog, porchetta, panini e patatine e beveroni vari appostate all'esterno di questi luoghi per avere un'idea del notevole giro d'affari che sviluppano.
La strada, insomma, è tracciata e i primi risultati indicano che le opportunità d'imprendere con professionalità, fantasia e buon gusto ci sono tutte. Tuttavia, non è superfluo paventare, ora che lacci e lacciuoli sono se non proprio del tutto sciolti sono quantomeno allentati, che qualche gruppo straniero più lesto e più avvezzo a questo business batta in celerità eventuali competitor di casa nostra coinvolgendo nel circuito museale bravi professionisti del banqueting piuttosto che nei luccicanti showroom di qualche stilista i cui risultati, dopo i modaioli vernissage delle inaugurazioni, sono di servire due o tre miseri coperti il giorno.

Giuseppe Cremonesi



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