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Vini passiti in mostra nel mantovano

A Volta Mantovana, capoluogo virtuale della zona dei colli morenici del Garda mantovano, si è conclusa lo scorso fine settimana la Mostra Nazionale dei Vini Passiti e da Meditazione.
Patrocinata dalla Strada dei Vini e dei Sapori Mantovani, sostenuta dalla Regione Lombardia e dal Consorzio dei Vini Colli Mantovani, la mostra ha registrato un notevole apprezzamento da parte dei visitatori, giunti numerosi nel cinquecentesco Palazzo Gonzaga nonostante le proibitive condizioni meteo che hanno condizionato i tre giorni di apertura della manifestazione.
Il fulcro della rassegna è stata l'esposizione delle migliori cento etichette di passiti provenienti da tutto il paese, dai vini valdostani sino a quelli della Sicilia, selezionati dal giornalista televisivo ed esperto enogastronomo Bruno Gambacorta. Tra tutte le etichette esposte, cinque erano quelle provenienti dal territorio ospite della manifestazione: al momento della degustazione i passiti dei Garda Mantovano si sono rivelati decisamente comparabili sotto il profilo qualitativo con le altre etichette, ben più famose e blasonate.
All'interno della mostra dei passiti c'è stato spazio anche per altri eventi complementari, tra cui la rassegna dei prodotti tipici della gastronomia locale con le conserve, i salumi e i formaggi mantovani; le degustazioni guidate da esperti sommelier tra vini passiti e alimenti della tradizione locale; e per la prima volta sono stati sperimentati audaci abbinamenti tra sigari e vini da meditazione, curati dal Club Amici del Toscano.

Le colline del Risorgimento
La mostra dei passiti, raggiunta ormai la terza edizione e una levatura di importanza nazionale, è indice della vivacità e capacità del territorio dell'alto mantovano di saper mostrare se stesso, valorizzando le proprie peculiarità e l'identità turistica ben differente rispetto a Mantova e al lago di Garda.
Quel fazzoletto di morbide colline che da San Martino della Battaglia va a Solferino, da Cavriana tocca Volta Mantovana passando per il delizioso borgo di Castellaro Lagusello, rappresenta una minuscola regione di rara bellezza paesaggistica e di ragguardevole importanza storica. Sulle colline moreniche mantovane, formatesi nel corso dei millenni dal deposito di materiale ("morene") da parte dei ghiacciai in dissoluzione, si sono svolte le pagine più importanti del Risorgimento italiano.
A San Martino c'è il torrione dedicato a Vittorio Emanuele II con annesso il museo che ricorda la storica battaglia del giugno 1859; la gemella Solferino, "spia d'Italia" grazie al suo storico torrione del XI secolo, è da tempo immemorabile il privilegiato punto di osservazione che spazia dal Garda, alla valle Mincio, sino a quella del Po. E poi Cavriana, uno dei centri più caratteristici della zona, con la sua Pieve romanica dell'anno mille; Castellaro Lagusello, che conserva intatto il castello del Duecento e la chiesa parrocchiale tipicamente barocca; e per finire Volta Mantovana, il paese sorto attorno il castello dei Gonzaga eretto intorno al Mille e trasformato poi in residenza estiva dai signori di Mantova.
Un itinerario storico-culturale reso ancora più interessante dalla piacevole tradizione gastronomica che tuttora vive nell'alto mantovano. Celebri sono le paste fresche, gli agnoli, sontuosi i tortelli di zucca, decisamente stuzzicanti sono il tipico salame crudo e il Grana Padano.
Ma il prodotto più tradizionale di Volta Mantovana e dei borghi adiacenti sono i capunsèi. Classico piatto contadino, povero, "di recupero", è oggi un piatto che vale da solo il viaggio verso queste colline. In antichità i capunsèi erano costituiti da pane raffermo grattugiato, scottato nel brodo e unito con del lardo; tutto poi veniva impastato e servito in brodo. Oggi invece si preparano con pane raffermo, a cui si aggiunge formaggio grana, burro e uova. Il tutto si serve asciutto, con molto grana grattugiato e condito con burro aromatizzato alla salvia.

Stefano Corrada



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