FATTI E PERSONE

Parlare al consumatore: la nuova sfida per il vino
Molte energie vengono ancora spese per una comunicazione rivolta esclusivamente agli operatori. Ecco allora le potenzialità offerte da Internet nelle parole di uno dei big del settore, Microsoft, ma anche modi alternativi di farsi “riconoscere”, come la solidarietà: Unione Italiana Vini premia il progetto “Wine for Life”della Comunità di Sant’Egidio

Al centro della comunicazione del mondo del vino oggi più che mai ci deve essere il consumatore. E per vincere questa nuova sfida si aprono nuove modalità di dialogo, ancora poco utilizzate: da una parte Internet e le nuove tecnologie, dall’altra l’impegno nel sociale. Questo in sintesi quanto emerso dalla conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2008 di Enotria, annuario di Unione Italiana Vini, che ha chiamato a raccolta giovedì 27 marzo a Milano un folto numero di persone, tra esponenti della stampa, specializzata e no, e del mondo imprenditoriale vitivinicolo per confrontarsi su un tema quanto mai strategico. In primo piano, come evidenziato dal presidente di Unione Italiana Vini, Andrea Sartori, i numeri emersi dall’indagine condotta da Enotria sulle 20 aziende vitivinicole italiane più importanti per fatturato e che indicano come, in media, il mondo del vino investa in comunicazione circa il 5,8% del proprio fatturato, con un massimo del 10% e un minimo dell’1,5%. Scomponendo tale quota nelle voci principali (eventi, pubblicità sui giornali, partecipazione a fiere, promozione sui punti vendita, attività di ufficio stampa e ricerca creativa sul packaging), Sartori ha sottolineato come tutte queste attività siano per lo più indirizzate ai professionisti: “Il mondo del vino, a parte pochissime eccezioni, non riesce a comunicare direttamente con il consumatore. E’ un elemento di debolezza che non riusciamo a superare anche perché le dimensioni aziendali medie sono piccole e questo ricade necessariamente sui budget, che non possono supportare operazioni a larga diffusione come ad esempio le campagne televisive”.
Se il punto centrale, prima ancora del messaggio, è “mettere in contatto” il mondo del vino e il consumatore, Internet sembra poter aprire nuovi scenari alle imprese avendo nel suo Dna un plusvalore come l’interattività. Per illustrare le potenzialità di questo mezzo è intervenuto Salvatore Ippolito, Sales Director di Microsoft Digital Advertising Solutions, la concessionaria di pubblicità di Microsoft. “Oggi Internet in Italia rappresenta il 6% della spesa totale in pubblicità, eppure il 20% del tempo ‘speso’ sui media dai consumatori è proprio dedicato alla rete. E’ evidente che c’è uno squilibrio e quindi c’è ancora molto da costruire e spazi che possono essere occupati”.
Per incoraggiare le imprese a investire di più su questo canale, Ippolito ha innanzitutto sfatato un mito: “Internet non è un ‘paese’ solo per giovani: in realtà secondo uno studio condotto da Nielsen insieme al Politecnico di Milano, la fascia di età più disponibile a un investimento nel processo d’acquisto e a seguire canali non tradizionali è quella tra i 35 e i 44 anni, ad alto reddito e laureati: il pubblico di riferimento delle imprese vinicole”.
E per dimostrare quanto la Rete possa essere “utile” al vino, Ippolito ha mostrato una simulazione di campagna di lancio di una nuova etichetta attraverso gli strumenti interattivi e di comunicazione trasversali che oggi coinvolgono attivamente milioni di utenti. Parola chiave è il concetto di “viral”, una comunicazione “contagiosa” a basso costo fatta dagli stessi utenti della rete attraverso il passaparola e le community. Un passaparola severo e obiettivo: “Internet punisce chi veicola messaggi non chiari o non veritieri”. Oltre che aiutare a vendere meglio il proprio vino, la comunicazione può fare anche di più. Può contribuire a rendere migliore il mondo nel momento in cui si impegna a favore del sociale. Per questo Unione Italiana Vini ha deciso di premiare Wine For Life, il progetto della Comunità di Sant’Egidio che lega per la prima volta il grande vino di qualità alla salvezza dell’Africa. A ritirare il riconoscimento Rinaldo Piazzoni, responsabile del progetto. “La nostra scommessa era trovare un metodo di cura concreto ed efficace per combattere l’Aids in Africa: abbiamo scelto il vino come nostro ambasciatore perché è un prodotto legato alla socialità e al piacere dello stare assieme. Grazie ai fondi raccolti con la collaborazione delle 120 aziende che hanno acquistato 1,5 milioni di bollini da apporre sulle proprie bottiglie, i risultati sono finora molto incoraggianti: il 98% dei bambini partoriti da madri malate nasce sano e oltre il 95% delle persone curate riesce a condurre una vita normale. Auspico che il mondo vinicolo continui a sostenerci in questa grande sfida”.

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