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FATTI
E PERSONE
Il Conte Giovanni Nuvoletti amava l’Accademia...
4 aprile: si spegne il conte Giovanni Nuvoletti, a
95 anni
Cari amici di Agorà
e ASA, e cari amici della ex delegazione di Milano Internazionale. L’altro
giorno, mia moglie mi segnalava la scomparsa del Presidente in carica
dell’Accademia Italiana della Cucina, dr Dell’Osso, che mi
lasciava tuttavia alquanto freddo, data la manifesta disaffezione di scopi
seguita al 50° anniversario della fondazione della simpatica associazione,
voluta da Orio Vergani e da una dozzina di co fondatori nel lontano 1953.
Ne ricorderò i nomi: Luigi Bertett, Dino Buzzati Traverso, Cesare
Chiodi, Giannino Citterio, Ernesto Donà delle Rose, Michele Guido
Franci, Gianni Mazzocchi Bastoni, Arnolfo Mondadori, Attilio Nava, Arturo
Orvieto, Severino Pagani, Aldo Passante, Gian Luigi Ponti, Giò
Ponti, Dino Villani, Edoardo Visconti di Modrone, con la testimonianza
dell’atto di fondazione dei giornalisti Massimo Alberini e Vincenzo
Buonassisi.
Giovanni Nuvoletti, chiamato presto all’accademia da Donà
delle Rose, mantovano, è stato riconosciuto Presidente Rifondatore,
perchè effettivamente l’ha fatta rinascere. Giovanni Capnist,
che ne aveva ereditato la presidenza in seguito alla scomparsa di Franco
Marenghi, il general manager che ha costruito la spina dorsale della AIC,
era stato l’ultimo signore nominato Presidente “ad honorem”.
Lo abbiamo ricordato prima di Pasqua.
Pochi mesi dopo Giovanni Capnist, anche Giovanni Nuvoletti ha lasciato
in serenità questo “living planet”, per lui occasione
di vita intensamente dedicata all’onesto piacere dell’eleganza,
dello stile, della mondanità, della notorietà, della bellezza,
dell’amore, del buon gusto e del buon ton. Non era tuttavia solo
un uomo leggero, ma dotato di un grande rispetto anche per le iniziative
di sostegno impegnative, serie, volte a fare positivamente successo, come
quella intrapresa da Orio Vergani al sostegno del buon gusto italiano
in gastronomia e nella civiltà della tavola. In allegato l’articolo
di commiato del giornalista Francesco Specchia, dall’edizione del
5 aprile di “Libero”, in edicola anche a Cannes Marina, ne
propone un ritratto umanamente vero, molto amichevole e confidenziale
come sapeva essere Nuvoletti.
Affiancato dalla moglie Clara Agnelli, la sorella dell’avvocato
più indipendente della famiglia, amante della società, affascinata
dalle buone maniere e dal ruolo di essere comunque la sorella di un personaggio
importante nella società industriale e finanziaria del mondo, ha
con entusiasmo abbracciato il ruolo rifondatore dell’accademia a
cui ha contribuito con una eccellente sensibilità non solo del
gusto ma anche della forma con cui affrontare un approccio serioso al
mangiarbene. Gli incontri alla villa di Marocco sono indimenticabili ed
irripetibili. Il ruolo di Clara accompagnato al carisma del conte, sincero,
naturale e convincente ne hanno fatto una coppia d’attrazione in
ogni evento, di un tavolo dove si poteva e doveva amichevolmente e signorilmente
gustare e dibattere, commentare e raccontare.
Mi basta ricordarlo come persona stimata, amica, trasparente, che ha mantenuto
il massimo rispetto per la libertà dei gusti e del decoro della
missione che aveva abbracciato l’accademia: diffondere la tradizione
della civiltà della tavola italiana aiutandone la popolarità
con l’esempio personale e rendendola sempre con l’aspetto
più sereno dello stile, anche volontariamente vestito di moderata
ma espressiva modestia del conoscere. Clara è altrettanto provata,
dalla lunghezza della vita.
A Lei un affettuoso augurio di vivere in serenità l’affetto
della famiglia, che ha saputo superare dolori molto importanti nella sua
storia. Alla AIC la voglia di ricominciare con la devozione di altri gentiluomini,
oggi razza quasi estinta... Eppure Milano potrebbe scoprire qualche candidato
per il 2015... capace di rinforzare le capacità create in questi
anni dalla libera dinamicità di un evento come Identità
Golose, che si sta distinguendo nel panorama europeo...
Con sincero affetto, un saluto dai tanti amici che possano ricordare il
coraggioso, divertente e sapiente ciclo dell’amico Giovanni Nuvoletti,
che ha riunito tanti italiani in un progetto trasparente e senza secondi
fini oltre quello di aumentare il valore dell’immagine della nostra
repubblica proprio in uno dei più genuini esempi di protagonismo,
la tavola e la sua civiltà.
Enzo Lo Scalzo
5 Aprile 2008
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