LUOGHI, FATTI E PERSONE

VAL DI NOTO, PARADISO DELLA GOLA

Noto, Avola, Rosolini, Palazzolo Acreide, Buccheri, Francofonte, Lentini, Buscemi, Modica, Pachino. Eccolo il paradiso dei golosi. Eccola la patria delle ghiottonerie. E' qui, infatti, che nascono le mandorle più famose del mondo, i formaggi più esclusivi, i salumi più appetitosi, gli ortaggi più saporiti, gli agrumi più gustosi, l'olio d'oliva più opulento, il cioccolato più peccaminoso, il vino più antico. Siamo in Sicilia, meglio in quell'angolo di Magna Grecia tra i Monti Iblei da una parte e il Mar Jonio dall'altra che è conosciuto fin dai tempi più remoti come il Val di Noto, al maschile, contrazione del termime «vallo». Una zona di straordinaria suggestione sia dal punto di vista paesaggistico che architettonico. Al centro di questo paradiso troviamo Noto, capitale del barocco, che l'Unesco ha inserito tra le città da tutelare come patrimonio mondiale dell'umanità. Noto, soprannominata «giardino di pietra», è un piccolo gioiello arroccato su un altopiano che domina la valle dell'Asinaro ricoperta di agrumeti, vigne e oliveti. La sua bellezza, così armoniosa da sembrare una scena teatrale, nasce da una tragedia: il terremoto del 1693 che portò distruzione e morte, ma anche la volontà di ricostruire ex novo la città.
Gravi ferite alla città ha inferto un altro terremoto, stavolta meno disastroso, quello del 1996: crollarono la cupola e la navata principale della Cattedrale di San Nicolò (oggi ingabbiata per i lavori di restauro e di consolidamento della struttura) che si erge maestosa al culmine di una monumentale scalinata a tre rampe dalla quale si possono ammirare la Piazza municipale e gli splendidi palazzi del centro storico. Palazzi maestosi, tutti costruiti nella pietra calcarea locale, tenera e compatta, che il tempo ha plasmato creando quella caratteristica colorazione dorata che la luce del tramonto accentua con effetti scenografici mozzafiato. Ma Noto non è solo la capitale del barocco: numerosissime e di grande valore storico sono le testimonianze archeologiche presenti sul territorio. Oltre ai siti universalmente noti di Siracusa, ce ne sono molti altri meno conosciuti - e spesso ignorati dai flussi turistici - alcuni dei quali di notevolissimo interesse: ad esempio le antiche città greche di Eloro e Camarina, il teatro greco di Palazzolo Acreide, la necropoli di Pantalica, il villaggio preistorico di Castelluccio, la villa romana del Tellaro con i suoi splendidi mosaici, i resti dell'antica Noto, nonchè le riserve naturalistiche di Cavagrande e l'Oasi di Vendicari. Le fantastiche scenografie barocche si ritrovano anche a tavola, in particolare nelle prelibatezze della pasticceria locale.
Tra i «monumenti» gastronomici di quest'angolo di Trinacria un posto di assoluto rilievo spetta sicuramente al Caffè Sicilia, storica pasticceria di Noto fondata nel lontano 1892 come fabbrica di torroni, marmellate e confetture e che Corrado Assenza, un maestro pasticciere maniacale nella ricerca della materia prima e geniale nella elaborazione delle sue leccornìe, ha trasformato in luogo-culto per i gourmet di tutta Europa. Altro tempio della gola è il «Corsino», antica (1889) pasticceria di Palazzolo Acreide famosa per i torroncini, i cuori di pistacchio, la frutta di Martorana, le lunette d'arancia, le cassate, i cannoli, i dolci al sesamo e le cotognate. La pasticceria costituisce uno dei tesori più preziosi della tradizione culinaria del comprensorio notino. Ma accanto alla pasticceria, tra i «giacimenti» gastronomici di questo territorio, non vanno dimenticati gli insaccati (straordinarie le salsicce e i salumi della Macelleria «Porticaletto» di Nunzio Caligiore a Palazzolo Acreide), i formaggi delle Latterie Riunite (il caciocavallo ragusano, la ricotta, le mozzarelline, le trecce affumicate, le provole), i pecorini della signora Carmela Nieri, l'olio d'oliva (splendidi il mosto-fiore del Borgo di Castelluccio e i «cru» dell'Oleificio Ruta). Ed ancora: il pane casareccio, gli ortaggi (il carciofo violetto, i pomodorini di Pachino, le fave modicane, gli asparagi), la frutta (arance, limoni, pesche: straordinarie le nettarine di Paolo Caruso), le mandorle (la «romana» di Noto e la «pizzuta» di Avola) per non parlare del nuovo filone agro-alimentare legato agli allevamenti delle lumache, dei polli ruspanti e dei conigli, attività che si affiancano a quelle già consolidate della trasformazione dei prodotti del mare. Per questi ultimi peccati di gola (ventresca di tonno, acciughe sott'olio, bottarga, patè di pesce spada) l'indirizzo giusto è Salvatore Campisi.
Un discorso a parte merita il vino. Un vino dal cuore antico (Nero d'Avola, Eloro, Moscato di Noto, quest'ultimo nella triplice versione aromatica, liquorosa e spumante) che si sposa magnificamente con la gastronomia locale. Una gastronomia che trova la sua massima espressione nei «cavateddi» al sugo, nei ravioli («cassatedde») di ricotta, nelle grigliate. Tra i ristoranti meritano una segnalazione la «Trattoria del Carmine» e il «Buco» (a Noto), «Andrea» e «Valentino» a Palazzolo Acreide, la «Trota» sulla strada Maremonti. Tra gli agriturismi, invece, segnaliamo «Monteluce», «Villa Rosa», «Suma Sumalia», «Belliscala». Sono oasi di pace dove troverete un'accoglienza degna della cultura greca dell'ospitalità.


Giuseppe Casagrande



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