LUOGHI, FATTI E PERSONE

BENVENUTI A LISBONA

"Welcome to Portugal". "Bemvindo a Lisboa". Le scritte di benvenuto alle migliaia di turisti accorsi in Portogallo per i campionati europei di calcio campeggiano gigantesche all'aeroporto della capitale portoghese, un aeroporto che si è rifatto il look a tempo di record. Sorvolando a bassa quota - a bordo dell'Airbus "Eusebio" della Tap, la compagnia di bandiera portoghese - i grattacieli e i giardini della capitale lusitana tappezzati di slogan che inneggiano alla competizione calcistica, si era avuto, già in fase di atterraggio, un "assaggio" del calore con il quale il Portogallo accoglie quanti hanno deciso di visitare in questo periodo il loro Paese. Benvenuti a Lisbona, dunque, città affascinante e malinconica al tempo stesso, sospesa tra le colline dell'Estremadura e l'immensa foce del Tejo (Tago) che la bagna per oltre venti chilometri fino all'incontro del Grande Fiume con le acque dell'Atlantico. Qui, un tempo, finiva il mondo, almeno quello conosciuto. Al di là vi era l'ignoto che spinse tanti navigatori portoghesi a compiere imprese memorabili: al 1415 risalgono le conquiste di Ceuta in Marocco, seguite ben presto dalla scoperta di Madeira, delle Azzorre e delle Isole di Capo Verde. Successivamente (nel 1487) Bartolomeu Dias doppiò il Capo delle Tempeste (poi soprannominato Capo di Buona Speranza), nel 1497 Vasco da Gama aprì la Via delle Indie, nel 1500 Pedro Alvares Cabral sbarcò in Brasile estendendo così i possedimenti portoghesi a quelle terre lontane nell'ambito della divisione delle zone di influenza coloniale fissate da un trattato con la Spagna. Infine le conquiste di Magellano che raggiunse le Molucche dopo aver attraversato Atlantico e Pacifico. Per oltre cinque secoli il Portogallo ha guardato verso l'Oceano. Oggi, superato l'atavico malessere di vivere all'estremità del mondo senza altra scelta se non quella di avventurarsi in mare (a pochi chilometri da Lisbona, poco dopo Cascais, c'è Cabo da Roca, il punto più occidentale del continente europeo), il Portogallo guarda verso l'entroterra, verso l'Europa. Lo si era visto dieci anni fa quando Lisbona fu proclamata capitale europea della cultura, lo si è visto nel '98 con l'Expo. Lo si può toccare con mano in questi giorni in occasione degli Europei di calcio. Un'opportunità che consente ai portoghesi di dare... un calcio al passato e a quella indefinibile sensazione di malinconia e di rimpianto (la "saudade") che contraddistingue il carattere dei portoghesi e che si identifica nelle struggenti melodie di Amalia Rodriguez, la "regina del fado". Carattere che si riflette in una terra rude, ma schietta e genuina come i suoi abitanti, orgogliosi del loro passato. Una terra straordinaria, ricca di testimonianze storiche e di bellezze paesaggistiche. Il biglietto da visita di Lisbona è colorato di azzurro: è il colore degli "azulejos" che decorano gli edifici. Il nome deriva dall'arabo "az-zulay" che significa "tessera di mosaico"". Le strade, le insegne delle vie, i palazzi, le dimore nobiliari, le case private, gli alberghi, le fontane, i musei sono disseminati di piastrelle smaltate (azzurre quelle antiche, multicolori quelle moderne) che contrastano con la severità degli austeri e monumentali edifici della capitale: la spettacolare Torre de Belém, il Mosteiro dos Jeronimos, il Palacio Nacional da Ajuda, l'Estacao do Rossio. Lisbona è una città da scoprire soprattutto con il cuore e con... il naso per le atmosfere e i mille profumi che invadono i quartieri popolari del centro storico, a cominciare dall'Alfama, antico quartiere arabo sopravvissuto al disastroso terremoto del 1755, in cui nacque Amalia Rodriguez e dove ogni notte, nella penombra dei numerosi ristoranti che servono il "bacalhau", piatto nazionale portoghese, si alternano i cantanti di"fado". Il "fado" (dal latino "fatum") è un canto struggente che parla di terre lontane, di mare, di amori perduti. All'Alfama era nata, nel 1920, Amalia Rodriguez, l'interprete che fece conoscere questa musica in tutto il mondo. Alla sua morte, nel '99, molti preconizzarono la fine di questo genere musicale. Ma così non è stato. Oggi la tradizione del "fado" è portata avanti dalla giovane Mariza (trentenne di origine mozambicana cresciuta alla Mouraria, altro quartiere storico di Lisbona), da Mafalda (altra cantante della capitale), da Misia (originaria di Oporto, interprete dei più famosi poeti e romanzieri lusitani: Pessoa, Saramago,Mario de Sà-Carneiro). L'Alfama si gira a piedi come buona parte dei quartieri popolari di Lisbona oppure in tram seguendo il percorso della linea 28, una linea degli Anni Trenta che s'inerpica sui sette colli della capitale. Carichi di nostalgia sono pure gli "elevadores", delle funicolari che dal porto salgono verso il castello e la cattedrale. A bordo di questi mitici tram, standosene comodamente seduti, davanti a voi scorre la Lisbona letteraria, i quartieri del Chiado, la Baixa, l'Alcàntara, l'Estrela, il Bairro Alto con il Cafè da Brasileira. Caffè storico caro a Fernando Pessoa che è ritratto seduto ad un tavolino: la statua in bronzo si confonde con i clienti, mentre all'interno del locale c'è una curiosa caricatura a grandezza naturale di Pessoa che beve il caffè al banco. Il tragitto del "28" attraversa anche Piazza Luis de Camoes, massimo poeta lusitano, vissuto tra mille avventure nel XVI secolo e si conclude a Campo Orique, nei pressi del cimitero monumentale "Prazeres" dove Pessoa visse gli ultimi anni della sua vita.

UN ANGOLO D'ITALIA A LISBONA
Quant'è bella Lisbona con i suoi palazzi carichi di storia, i suoi vicoli, i tram e le funicolari che dal porto salgono lentamente verso i quartieri alti della città. Quant'è seducente Lisbona con i suoi ristoranti tipici, i caffè storici frequentati dai più illustri poeti e scrittori portoghesi, i mercatini delle pulci e i locali notturni dove ogni sera si esibiscono gli interpreti del "fado". Quant'è affascinante Lisbona con le sue atmosfere, la sua struggente malinconia, i suoi profumi. Ed è proprio di profumi - i profumi della cucina portoghese - che intendiamo parlare in questa sede. Una cucina semplice, schietta e genuina dove trionfa il "bacalhau" (merluzzo salato) proposto in mille modi diversi. Si dice che, di ricette, ne siano state codificate 365, una per ogni giorno dell'anno. Esagerazione? Sarà sicuramente vero visto che i cuochi portoghesi utilizzano proprio tutto del merluzzo salato (un po' come avviene da noi per il maiale): la coda, la pancia, la testa, la lingua, le guance, le uova oltre al dorso naturalmente che è la parte più nobile. Lo propongono crudo, fritto, lessato, gratinato, ai ferri, al forno, ripieno, a mo' di polpettina ("pasteis de bacalhau"), alla "congregado" cotto in un coccio di terracotta su un letto di cipolle, patate, pomodoro e insaporito con peperoncino e vino bianco.
Durante una nostra recente visita a Lisbona Franco Luise, executive chef del "Lapa Palace", uno dei più esclusivi hotel di Lisbona, antica residenza dei conti di Valencia, ce lo ha proposto sia gratinato alla maniera dell'Antica Lisbona (a parte pubblichiamo la ricetta) che cotto nella famosa "cataplana" (una campana di rame) assieme ad una carrellata di crostacei, triglie, frutti di mare, verdure con alcune striscioline di prosciutto ("persunto") dell'Estremadura. Quest'ultima specialità (il "persunto") ci offre l'opportunità per precisare che la cucina portoghese non è solo "bacalhau", non è solo pesce. Un ruolo importante rivestono i formaggi (freschi e stagionati), le zuppe, gli insaccati (salsicce) e la carne (famoso il "cozido" (bollito misto con verdure), la "bifana" (scaloppina di maiale), i "rojoes" (stufato di carne di maiale marinata nel vino), la "feijoda" (trippa con i fagioli), il "leitao da bairrada" (la porchetta arrosto), il "coelho" (coniglio) alla cacciatora. Un discorso specifico meritano i dolci, altro vanto di Lisbona (ne parliamo a parte).
Tra i ristoranti di Lisbona il più rinomato è sicuramente il "Cipriani", fiore all'occhiello della catena Orient Express Hotel. Sorge su una collina, in una delle zone residenziali più eleganti della capitale (nel quartiere delle ambasciate) all'interno del "Lapa Palace", un cinque stelle dotato di 109 stanze, 18 suite con vista spettacolare su Lisbona, marmi, stucchi, maioliche decorate, piscina all'aperto circondata da un lussureggiante giardino. Lo dirige un general manager vicentino, Sandro Fabris, già direttore di alcuni dei più prestigiosi hotel del mondo, che si avvale della preziosa collaborazione della moglie Doris Bucheli, svizzera d'origine, italiana d'adozione, e di due chef italiani: il padovano Franco Luise, responsabile della cucina (con un curriculum prestigioso alle spalle: "Suvretta" Hotel di St. Moritz, "Palace" Hotel di Gstaad, "Villa San Michele" di Firenze, Hotel "Cipriani" di Venezia) e il partenopeo Antonino Maresca, maestro pasticciere. Luise, oltre alla cucina portoghese - riveduta e nobilitata in chiave innovativa - e ai piatti classici della cucina internazionale, propone alcune leccornie della cucina italiana, veneziana in particolare (pasta e fagioli, spaghetti al nero di seppia, castradina) che gli ospiti dimostrano di apprezzare. Splendida la carta dei vini con una selezione delle più importanti etichette del pianeta.

Giuseppe Casagrande



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