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LUOGHI, FATTI E PERSONE
HONG KONG
Quando
il Boeing 747 della Cathai Pacific plana dolcemente sulla pista dell'International
Airport di Hong Kong (nuovissimo ed efficentissimo) l'alba è appena
cominciata. Sono le 6.45. Eravamo partiti da Fiumicino alle 12.45. Dodici
ore esatte di volo (si devono mettere in conto, infatti, sei ore in più
rispetto all'Italia per via del fuso orario, sei ore che verranno recuperate
nel ritorno: partenza da Honk Kong a mezzanotte e arrivo a Roma alle sei
del mattino). Dagli oblò avevamo già scorto la miriade di
grattacieli di cui è disseminata la ex colonia britannica che il
1 luglio 1997 - dopo oltre 150 anni di occupazione - Londra ha restituito
alla Repubblica Popolare Cinese, ma che ha conservato una amplissima autonomia
economica e politica. Ecco perché, anche dopo il passaggio dei
poteri, può essere considerata la "porta della Cina",
una sorta di enclave occidentale nel cuore dell'Estremo Oriente.
Spettacolare metropoli dove elementi della cultura tradizionale cinese
si fondono con la nuova "filosofia" della moderna civiltà
tecnologica, Honk Kong è il punto d'incontro tra Oriente e Occidente.
Città cosmopolita dai forti contrasti e dalle mille contraddizioni
dove convivono uomini d'affari e povere famiglie di pescatori costrette
a vivere in barche di fortuna ("sampai"), alberghi lussuosissimi
e abitazioni modestissime, centri commerciali avveniristici e quartieri
popolari, superstizioni religiose e pragmatismo economico. Ed ancora,
dove la vita frenetica dei businessman si integra con i ritmi compassati
dei contadini e dei pescatori che di buon mattino s'incamminano verso
la città con le loro mercanzie: frutta, ortaggi, pesce, pollame,
fiori, spezie.
Anche per queste ragioni, Hong Kong è una città, pardon,
una metropoli (sette milioni di abitanti) che affascina con i suoi imponenti
grattacieli (sono migliaia, e continuano a costruirne di nuovi, servendosi
di robuste impalcature di bambù), con i ponti sospesi, i templi,
la vita notturna, la sua splendida baia, la sua skiline unica al mondo.
Una metropoli che di volta in volta è stata definita la "Manhattan
dell'Estremo Oriente", la "La Vegas del divertimento",
la "Parigi della vita notturna", il "paradiso finanziario
del Far East", la "capitale dello shopping".
A proposito di shopping in questi giorni (e fino al 31 agosto) la città
celebra l'"Hong Kong Shopping Festival": i centri commerciali,
i grandi magazzini, le boutique, i negozi, i mercatini di quartiere, i
ristoranti si accendono di luci e di colori, il che conferisce un tocco
magico alla vita "by night" e rende ancora più suggestivi
una serie di eventi mondani dedicati alla moda, alla bellezza, alla gioielleria,
agli orologi, all'elettronica, alle tradizioni cinesi. Nei negozi di antiquariato
di Aberdeen e Stranley si trovano gli oggetti più preziosi (oro,
perle, giada, porcellane, terracotte, sete preziose, cachemire, pashmine,
occhiali, orologi, stampe di epoca coloniale), mentre nei mercatini rionali
è facile imbattersi nei souvenir più bizzarri: dalle lampade
a forma di Buddha agli accessori più strani. Assai convenienti
sono le apparecchiature hi-tech (foto e videocamere digitali, televisori,
telefonini) e gli articoli sportivi. Attenzione, comunque, ai falsi d'autore.
In occasione dell'"Hong Kong Shopping Festival" la città
regala un fantasmagorico spettacolo notturno: l'"Acqua fantasia",
un affascinante teatro d'acqua che ogni sera alle ore 20 viene affiancato
dai fuochi d'artificio che illuminano a giorno la baia di Hong Kong Island
e la "Avenue of Stars" dedicata alle stelle del cinema di Hong
Kong con le facciate dei grattacieli che si affacciano sulla promenade
sfavillanti di luci e di colori. Ma Hong Kong non è solo shopping,
non è solo grattacieli, non è solo centri commerciali, non
è solo banche e grandi alberghi. E' anche religiosità e
misticismo: tra un incontro d'affari e una breve pausa-pranzo non è
difficile, infatti, incontrare giovani rampanti e guru della finanza in
giacca e cravatta - nonostante il caldo infernale di luglio - che affollano
i templi taoisti della città per consultare gli indovini, portare
bastoncini d'incenso alle Divinità, implorare fortuna e benessere.
Cosiccome registra afflussi da primato il monastero Po Li Monastery, il
più importante tempio buddista di Hong Kong. Sorge tra le montagne
dell'isola di Lantau. Il complesso ospita una gigantesca statua in bronzo
di Buddha: la più grande del mondo. E' alta 34 metri e pesa 250
tonnellate. Nei pressi del monastero sta nascendo un grande albergo (oggi
esiste solo un ristorantino che propone cucina vegetariana) che sarà
possibile raggiungere direttamente dal nuovo aeroporto grazie ad una cabinovia
lunga sei chilometri che sarà realizzata dal colosso altoatesino
Leitner di Vipiteno. A poca distanza dal monastero i monaci hanno creato
il Lantau Tea Garden, un podere dove viene coltivato in maniera assolutamente
biologica il famoso the verde dei monaci. Scendendo si raggiunge la località
di Mui Wo: qui il ferry-boat ci riporta ad Hong Kong Island (Victoria)
e alla penisola di Kowloon dove ci si reimmerge nella vita frenetica di
questa metropoli. Una metropoli ordinata - ed è quello che ci ha
maggiormente colpito - pulita (non abbiamo visto un mozzicone di sigaretta
o una cartaccia per terra: la multa di 5 mila dollari HK, circa 500 euro,
evidentemente costituisce un valido deterrente) e soprattutto sicura dove
non esiste la parola criminalità. Insomma, un paradiso.
CUCINA CANTONESE SUPERSTAR
Se
avete frequentato - magari solo per curiosità - uno dei numerosissimi
ristoranti cinesi che negli ultimi tempi sono cresciuti come funghi in
ogni città d'Italia, e vi trovate, per ragioni di lavoro o di turismo,
in Cina, dimenticate quello che vi hanno propinato finora come "specialità"
cinesi. In Cina non troverete nulla di quello che avete mangiato in Italia.
Recentemente - durante un breve viaggio ad Hong Kong - abbiamo avuto l'opportunità
di conoscere la vera cucina cinese. Una cucina straordinaria, ricca di
colori, di profumi, di sapori. Una cucina millenaria che è un intreccio
di filosofia, religione, medicina, estetica, superstizione e che rispetto
alle grandi cucine occidentali - con buona pace dei francesi, degli spagnoli
e anche di noi italiani - offre una varietà di pietanze senza eguali
nel mondo. Basti dire che i cultori di gastronomia hanno catalogato ben
50 mila ricette. Disquisire sulle mille cucine regionali cinesi occuperebbe
lo spazio di un intero giornale. Mi limiterò a parlare della cucina
cantonese, la più rinomata e raffinata, che proprio ad Hong Kong
(ex colonia britannica restituita, 7 anni fa, alla Repubblica Popolare
Cinese), ha trovato la sua consacrazione.
E, allora, musica maestro. Si comincia con il "dim sum", una
fantasmagorica carrellata di bocconcini cotti al vapore, fritti o alla
piastra che, per tradizione, accompagnano il the. Costituiscono la colazione
del mattino e il pranzo di mezzogiorno, ma sono serviti fino al tardo
pomeriggio. Tra le specialità più ghiotte del "dim
sum" segnaliamo i ravioli al vapore ripieni di carne e polpa di granchio
serviti caldissimi in un cestello di bambù con una deliziosa salsina.
Squisiti anche i ravioli di maiale, gamberetti e germogli di bambù
serviti nel brodo, i ravioli di riso con il cocco grattugiato, i "fried
noodles" (spaghettini croccanti). Ed ancora: gli involtini di verdure,
le polpettine di carne cotte al vapore, la focaccia al vapore con manzo,
maiale e gamberetti, i ravioli croccanti con il "tofu", il formaggio
a base di soja. A proposito di ravioli, essi - dicono i santoni del taoismo
- propizierebbero la fortuna. Forse anche per questo motivo fin dalle
prime ore del mattino i ristoranti e i locali tipici di Hong Kong sono
avvolti da nubi di vapore: sono le nubi che escono dalle cucine dove vengono
preparate queste leccornìe.
Honk Kong, città cosmopolita (7 milioni di abitanti) che di volta
in volta è stata definita "Porta della Cina", "Crocevia
tra Oriente e Occidente, "Manhattan dell'Estremo Oriente", offre
una scelta impressionante di ristoranti. Ai buongustai segnaliamo il ristorante
"gourmand" del mitico Hotel Peninsula, lo "Spring Moon"
(alcuni piatti dello chef Ho Pui Yung, tra cui una delicatissima zuppa
di gamberi con funghi cinesi e crisantemi, sono serviti anche a bordo
della compagnia Cathai Pacific), l'avveniristico "Aqua" in Hollywood
Road (splendida la tartare di salmone allo zenzero con semi di papavero),
il "Dong" dell'Hotel "Miramar" a Kowloon (che quest'anno
ha vinto il Best of the Best Culinary Awards) e i ristoranti di pesce
di Aberdeen, Stanley, Sai Kung e dell'isola di Lamma (il cliente sceglie
personalmente da enormi vasche i frutti di mare, i crostacei e i pesci
che intende mangiare).
Un centinaio sono i ristoranti italiani presenti ad Hong Kong. In attesa
dell'apertura del prestigioso "Four Season" (sorgerà
sulla terrazza dell'omonimo grattacielo in fase di ultimazione), consigliamo
il "Rosso di Sera" a Sai Kung (patron Giuseppe Donzelli, chef
Sergio Viscuso, siciliano), il "Tuttobene", il "Paparazzi"
e il Ristorante "Toscana" del prestigioso Hotel Ritz-Carlton
(chef Umberto Bombana) che propone piatti italiani abbinati a grandi vini
toscani, siciliani, veneti e trentini: Solaia, Tignanello, Donnafugata,
Amarone Masi Serègo Alighieri, San Leonardo del marchese Guerrieri
Gonzaga, solo per citarne alcuni. Etichette d'alto lignaggio che completano
un'offerta gastronomica tra le raffinate del pianeta. Chapeau!
Giuseppe Casagrande
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