FATTI
E PERSONE Da oltre dieci anni si era costituita la “Cooperativa di Cultura Camillo Golgi”, per iniziativa del maestro Giacomo Goldaniga, di Borno, patrocinata e sponsorizzata anche dal Comune di Corteno Golgi, stimolata alla creazione di un Museo nella casa natale dello scienziato nato a Corteno nel 1843 per la cui iniziativa iniziava raccogliere donazioni, strumenti e documenti. Corteno, con le sue valli, è il
centro di riferimento delle valli orobiche dette “cortenesi”,
ricche di tradizione millenaria di storia anche della siderurgia, dimenticata
definitivamente nella seconda metà del XX secolo. La valle è
ricca di nicchie di natura invidiabili conservate allo stato naturale,
abitata da una popolazione autoctona ancora libera da incroci di immigrazione
dal terzo mondo ma crogiolo di genti nel passaggio medioevale e preistorico.
Vi è nato ed ama questo territorio il tipico “camuno”,
lavoratore, silenzioso, orgoglioso, amante della famiglia, semplice e
di radici cristiane cattoliche. Zoccoli, lana grezza, alimentazione da cereali capaci di crescere anche in montagna, rischio di carestie da nevicate estive, greggi di piccole pecore locali cortenesi, dalla carne dolce e delicata, molto resistenti; già poche capre ma ancora tante brune alpine in grado di sostenere la fonte di latticini, sostegno di calorie e merce di scambio con la bassa valle per altri materiali e cibi. Il territorio cortenese è al limitare della castagna e il maiale provvedeva, trasformato tutto in gustosi salami protetti da salutari fumigature antibatteriche, ad arricchire ogni dicembre le riserve di casa dell’anno; galline e pochi conigli ingrassavano e arricchivano le mense nelle aie e a ridosso dei piccoli, colorati e curati orti estivi. Curati come giardini. Solo nel primo ottocento era arrivata la patata a contendere lo spazio coltivabile a segale e grano saraceno. Per il mais e la vite, l’altitudine era troppo elevata e la stagione invernale troppo rigida. Intorno flora, fauna alpina (comprese caccia e pesca) erano e rimangono obiettivi di ricerca e di sport venatorio. Un bel libretto edito dalla Banca di Valle Camonica riporta testimonianze dirette dello scenario all’epoca di Camillo Golgi. E’ uno spunto encomiabile per riempire almeno parzialmente i vuoti della storia della Valle di Corteno, al limite, più ricca di notizie ai tempi della sua permanenza tra le terre lontane della Repubblica di Venezia che in epoca moderna! Poche settimane fa finalmente è
stata decisa la data del festeggiamento ufficiale per il centesimo anniversario
del conferimento del Premio Nobel al professor Camillo Golgi con il convegno
”L’uomo e la sua valle”. La massa d’informazione mediatica si rivolge ad altri argomenti; i ritmi di vita hanno tolto in parte il piacere delle visite e dell’uso della stua tra vicini che s’incontrano solo in occasione delle feste popolari che tengono tutto insieme in un bagno di rapporti tesi al divertimento. In piazza o in chiesa. O a un battesimo, o a un matrimonio, per altro frequenti La rivoluzione sociale post nucleare arriva anche in queste valli con il turismo, attraverso il contatto diretto con genti esterne, con la spontanea vitalità dei giovani ormai liberi di comportarsi come i coetanei di città, meno proclini a meditare sulla poesia e sulla storia degli altri anche se se è quella degli antenati... ma pronti a cogliere ogni spunto di libera esibizione di piacere, sentimento, agiatezza. Nell’intimo restano trasparenti e sinceri; fuori vogliono confrontarsi come tutti i giovani. La cerimonia si svolge con puntualità e con interventi interessanti, la maggior parte espressi con sincera ammirazione, quasi con stupore, nel ricordo del personaggio: della vita umana d’ogni giorno poche testimonianze e notizie, come il solito, in particolare per quella dell’uomo o del ragazzo, che in questo caso è stato in valle dopo la nascita soltanto nell’infanzia e fanciullezza. Appunti di valore personale Golgi è affezionato alla cittadina
di nascita, dove tornava volentieri e con piacere in visita, e alla citgtà
di Pavia che è stata culla del suo imparare e poi dell’espressione
del suo sapere al più alto livello della scienza dell’epoca. I docenti (prof. Paolo Mazzarello, prof. Pier Franco Spano) ne hanno tracciato un ritratto di grandissimo rilievo senza cadere nel meccanismo della comprensibilità della materia scientifica alla base delle aspirazioni dello scienziato, ma presentandone l’evoluzione rispetto a quella del sapere del tempo. Percorso molto encomiabile per la divulgazione del valore dello scienziato che ancora oggi è poco conosciuto, anche nella terra che gli ha dato i natali e che ora accosta il nome suo nome a quello geografico. Per terra che gli ha dato i natali, non intendo limitarmi solo al paese natio, ma al suo paese nazione, all’Italia, di cui fu anche importante e stimato senatore del regno. Da visitatore, con domicilio in una frazione del comune che ne porta nome, sono curioso di immaginare il suo rapporto con la natura, con il clima, con il cibo degli anni giovanili. Il territorio ha solo ricordi di memoria vivente: un solo maestro, Giacomo Bianchi, ha descritto ampiamente anche se impersonalmente il modo di vivere dell’uomo in una valle di valico, a 1000 metri di quota, aperta alle ventate di maestrale che nelle Alpi possono essere violente in tutte le stagioni. Un altro personaggio, Bianchi Lorenzo, forse ha lasciato memorie in altri ambienti e in altri territori: certamente il ricordo e la nostalgia della valle natia si sarà fatta viva con forza anche se soverchiata dalla forza della vocazione a Dio. Lorenzo sarà il primo vescovo bianco di Hong Kong, patirà la prigione maoista durante parte del conflitto mondiale e rientrerà in diocesi a Brescia. La frazione di Galen, Galleno, conta parenti del vescovo a decine. A noi, estranei, è capitato senza saperlo di comprare trent’anni fa una parte della sua casa di nascita, da cui troneggia sulla piazzetta una santella con una Madonna adornata da una triplice corona, in posa natalizia di fianco alla stalla con classico bue ed asinello e un pascolo tra i massicci alpini sullo sfondo. La promessa-proposta del sindaco di Corteno Golgi, signor Guido Giacomo Salvadori, che gestisce un territorio molto esteso di oltre 80 kmq dagli 800 metri s.l.m. delle frazioni di valle più basse ai 2750 del Sellero, Telenek, Culveglia, Torsolet che cingono a sud le valli di Sant’Antonio, è ambiziosa: creare con il Museo Camillo Golgi e con la biblioteca multimediale collegata un punto di riferimento culturale per tutta la valle, dedicato alla scienza, alla natura, al benessere. In varie occasioni abbiamo evidenziato
spunti d’iniziative sparse con cui la valle si proponeva e si presentava
al resto del mondo attraverso l’attrazione turistica e alcune iniziative
sportive. Il vicino distaccamento dell’Università di Milano con il corso di valorizzazione del territorio montano, realtà attiva nella cittadella degli studi di Edolo, la stessa vicinanza del distaccamento della Università Cattolica con la Fondazione Cocchetti a Capo i Ponte, l’iniziativa della ricostruzione di un villaggio poreistorico, animato, arricchito da iniziative che hannno già condotto decine di migliaia di studenti a visitare i luoghi ed il territorio camuno a Boario Terme per iniziativa del prof Emilio Priuli e degli studiosi del patrimonio di graffiti camuni (dal ca. 5000 a.C. ai primi secoli d.C.) costituiscono un portafoglio di richiamo per un turismo anche intellettualmente intelligente oltre che attratto dal piaceri e dal contributo salutare della vita sportiva e all’aria aperta. Si tratta di un progetto da aiutare, da comunicare, un progetto in cui realizzare ambizioni di protagonismo nel volontariato e nella professione.
L’amico Antonio Stefanini si è
fatto carico in questi anni di esser portavoce di comunicazione da questo
territorio e dall’Aprica per annunci, cronache e approfondimento
di valore dei personaggi nati nel territorio a cui la popolazione deve
rifarsi per una memoria d’orgoglio. Lasciamo alla sua cronaca e alle sue immagini
ogni curiosità di comunicazione.
Un richiamo al valore della memoria: “Dalle
montagne di Corteno, alle vette della scienza mondiale...” Saluti non solo di circostanza dall’assessore alla regione Lombardia, dal presidente del BIM che mette in evidenza il fascino della scienza nel 1906 rispetto... all’interesse che appare oggi... A mio avviso si tratta particolarmente
del caso Italia; già in Francia la sensibilità e la stima
per la scienza sono rimaste quasi intatte, almeno per il 90 % della popolazione
autoctona... Presidente della Fondazione Golgi: essa
è focalizzata al “... sostegno della ricerca, tutta la ricerca
bresciana, e si occuperà della ricerca di gestione delle risorse
patrimoniali..”. Prof Paolo Mazzarello e prof Pier Franco Spano: ritratto dell’uomo Golgi Il professor Mazzarello affronta il compito
dello storico: Lombroso, Bizzozzero, Mantegazza. L’ambiente di Pavia
è al vertice del movimento scientifico mondiale a fine ottocento... Per quali scoperte e per quali pensieri
Golgi è uno dei più citati Nobel del mondo, ancora oggi,
nei testi e nelle scuole della cultura medica? Scoperta fondamentale è la rezione
nmera, con cui si evidenziano assoni e dendriti. Siamo ai tempi del bacillo di Koch e di malaria, di cui Golgi evidenzia il ciclo d’evoluzione aprendo luce sull’effetto del chinino. Scoprirà anche il “mattone” costituente delle cellule, il famoso apparato del Golgi. Quindi il concetto della rete di Golgi, in cui s’intrecciano i terminali delle sinapsi, che Cajals non riconosce parte della rete ma ciascuna con terminali propri. La scuola di Pavia è leader, opinionista. In Italia avrà pochi emuli: una la scuola di Fermi... e poche altre che entrino nella storia della scienza in età moderna. A me torna in mente, per esserne stato testimone attivo, quella di Natta nella chimica stereoordinata, scomparsa con la scomparsa della chimica italiana macromolecolare. Oggi sappiamo che i percorsi di comunicazione dei miliardi di neuroni sono infiniti, una rete come il web. Sarà il professor Pier Franco Spano a parlare del merito di Golgi nello sviluppo delle neuroscienze: Golgi aveva capito la struttura delle cellule, oggi si scoprono le sequenze del genoma. Per ora ne conosciamo l’anatomia, stiamo imparando a capire come funzionano: intanto abbiamo potuto contare i neuroni, sono nell’ordine di 100 miliardi. Il loro: codice di comnunicazione è chimico, perciÚ si è aperta la porta delle scienze farmacologiche per affrontare sindromi, evoluzioni di degradazione, la sfida dell’Alzheimer con neurochimica, neuropatologia, neuro... 100 miliardi di cellule, ciascuna con un
numero di ramificazioni di collegamento da 1000 a 50.000 fa un numero
molto grande di connessioni: oggi in parte sono definibili, osservabili
nell’evoluzione anatomica, strutturale, funzionale. Si concentrano
nelle spine dendritiche, nodi complessi della rete sede di ricordi, storia
personale e sentimenti... A 21 anni raggiungiamo il massimo dell’estensione
del sistema: in seguito continuerà a riadattarsi alla vita e alla
morte attraverso la variazione e le scelte di alternative diverse di comunicazione.
Oggi sappiamo che in ogni momento successivo non siamo eguali a quello
precedente... Ca c’est la vie. Enzo Lo Scalzo, 13 giugno 2006
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