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LUOGHI, FATTI E PERSONE
Guerra al fumo nei pubblici esercizi
Considerazioni "partigiane" di un collega fumatore scritte
un po' per celia e un po' per non morire
di divieti
Che
contro il divieto di fumo ci sia guerra è sotto gli occhi di tutti,
compresi quelli limpidi dei non fumatori. Guerra scatenata, com'è
noto, dall'On. Sirchia che a dispetto della sua immagine invero un poco
tristanzuola e dai termini pacati quanto ipocriti con questa legge ha
avuto una visibilità mediatica che neppure Berlusconi con tutte
le sue Tv e tutti i suoi giornali ha mai avuto. L'ineffabile Ministro
ha varato un diktat talmente energico che ha offuscato persino le tragiche
notizie del Sudest asiatico, le guerre di camorra e le raffinate performance
delle sorelle Lecciso. Molte persone intelligenti, pacate e non omologate
tra coloro che strillano "evviva i divieti" (che si trovano
fortunatamente anche tra non fumatori) reputano buona parte di questa
legge quantomeno sgangherata. Lasciamo perdere Voltaire ed altri illuministi
che hanno speso una vita a disquisire sulle libertà individuali:
troppo complicato. Analizziamo, seppur per sommi capi la legge. I fruitori
della ristorazione pubblica, considerando che è finita da un pezzo
la "grande fame" post bellica frequentano, spendendo fior di
quattrini, ristoranti, trattorie, wine bar, birrerie ecc. perlopiù
per una autogratificazione ma il "Vietato fumare ai sensi del ddl
"
di gustarsi una sigaretta la tarpa con brutalità . Da quell'uomo
acuto che è, conscio che Polizia, Carabinieri, Finanzieri, Forestali,
Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Guardie Giurate, et similia sono
- o dovrebbero essere - in ben altre faccende affaccendati e quindi indisponibili
a presidiare gli italici pubblici esercizi contro i moderni "untori",
cosa t'inventa il buon Girolamo? Nomina motu proprio sceriffi (senza stella
e senza paga) ristoratori, chef, lavapiatti, cantinieri, sommelier, barman,
cassiere, d.j., enterteiner, guardarobiere e cubiste, insomma tutti coloro
che gravitano nell'universo del food, beverage e entertainement. Per agevolare
il loro compito, il Nostro invita ex appartenenti all'Ovra, alla Stase,
al Sismi e ad altre organizzazioni e agenzie similari, di segnalare i
pervicaci "untori" alle categorie suddette le quali hanno l'obbligo
di avvertire le Autorità competenti. Poiché questa farraginosa
procedura è verosimilmente tortuosa, non è escluso che il
sullodato Ministro, in accordo con i colleghi degli Interni e il Guardasigilli
(con quello delle Finanze no perché Siniscalco, che già
è costretto a fare il gioco delle tre tavolette coi pochi soldi
che ha, se viene privato dei miliardi di euro del gettito delle tasse
sul tabacco capace che si metta a piangere) faccia in modo che baristi
e camerieri siano autorizzati, o fors'anche obbligati, a farsi declinare
le generalità dai reprobi, ad incassare in contanti le sanzioni
pecuniarie previste e laddove si configurino reati maggiori, per esempio
fumare alla distanza inferiore a 15 metri da una donna incinta (anche
se al primo mese?) dovranno procedere all'arresto immediato o ad assestare
100 colpi di bastone sui denti. Ovviamente sul luogo dove il reato è
stato perpetrato verranno posti i sigilli e al titolare o gestore verrà
tolta la licenza d'esercizio.
Che trambusto, pensare che di tutto ciò la colpa è di noi
fumatori
Perciò,
prima di venire accompagnati al confine è corretto porgere un doveroso
grazie dell'amorevole attenzione per la nostra salute al caro Onorevole.
Auspichiamo per coloro che non verranno deportati, ovvero per i non fumatori
infastiditi del terribile puzzo del tabacco, un paio di nuove leggi. La
prima, contro chi si lava poco e puzza come noi fumatori; "nasi"
di razza umana e non stiano in preallarme, ci sarà del lavoro.
La seconda, un energico bel decreto ministeriale che, sempre pro nostra
salus, vieti l'uso di autovetture, bilici, camion, trattori, bisarche,
moto e motorini poiché (si mormora) che sono fonte anch'essi di
cattivi odori e - incredibile! - anche di inquinamento. Ma a proposito
di nuove leggi, nel cantiere dell'inesauribile Ministro c'è già
in stato avanzato di lavori quella sui consumi di alcolici, per ora limitatamente
ai minorenni - giusta, giustissima misura per Bacco - legge che lascia
chiaramente intendere che papà, mamme e tutori sono quantomeno
degli incapaci e se non ci fosse Girolamo Sirchia avremmo una gioventù
alcolizzata e demente. Una legge doverosa alla quale ovviamente mi associo,
tuttavia da vecchio mestierante un po' malizioso non vorrei che pian piano
fosse estesa anche agli over 18; insomma non vorrei proprio che camerieri
e barman ormai consumati poliziotti educati dalla legge antifumo mi bloccassero
al secondo bicchiere di Grignolino.
Ma l'ultima iridescente perla uscita dalle valve del suddetto Ministro
è proprio di oggi, 18 gennaio 2005, riportata dalle agenzie e da
quasi tutta la stampa. Ecco qualche titolo strillato a più colonne:
"Sirchia misura la pancia degli italiani", "Arriva il metro
anti-obesi"; "Allo studio la cintura girovita"; "Dopo
i polmoni Sirchia pensa alla pancia degli italiani". L'idea partorita
nei meandri del Ministero della Salute è stata illustrata davanti
alle telecamere e ai microfoni di una trasmissione appunto televisiva
da Donato Greco, direttore generale della prevenzione sanitaria che incalzato
sui dettagli di come misurare le diverse circonferenze del popolo italico
ha specificato che "Il metro della pancia potrà essere realizzato
con fibre di carta che non si rompono, abbastanza economiche, e di dimensioni
tali da poter essere allegato ad un giornale". Cartiere e stilisti
pronti a griffare almeno una quarantina di milioni di metri girovita sono
già in fibrillazione.
Giuseppe Cremonesi
E le indulgenti riflessioni di una collega non fumatrice.
Sigarette
& C. non sono mai state una tentazione per me, malgrado abbia vissuto
buona parte della mia non più giovanissima vita con dei fumatori,
quindi il fatto di non fumare può anche non essere classificato
come un merito. Mi piace invece dire che non ho mai seccato nessuno con
intransigenti rimostranze antifumo, e in alcuni casi ho preferito cambiare
posto o addirittura ambiente piuttosto che mettermi a discutere con fumatori
particolarmente accaniti. Soprattutto perché il mio motto è
vivi e lascia vivere, e cerco quindi di dare il buon esempio nella speranza
di prevenire irritanti interferenze nelle mie faccende. Posso quindi sentirmi
solidale con i fumatori che si sentono discriminati e presi in giro da
uno Stato che proibisce loro di fumare sigarette e simili che tuttavia
non solo produce e mette in vendita ma dalle quali ricava anche un introito
non trascurabile. E cosa dire del controsenso dei cartelli "vietato
fumare" appiccicati in bella vista anche nelle tabaccherie? Però,
mi consentano i signori fumatori, il risotto o il cappuccino o un'aranciata
con contorno di fumo non sono il massimo della vita, soprattutto in un
ambiente dove il ricambio d'aria lascia un po' a desiderare. Era perciò
giusto dare un'alternativa ai più vulnerabili (leggi infanti, donne,
anziani) e a tutti coloro che non fumano e non intendo fumare il fumo
degli altri. E siccome non è sempre possibile, e in alcuni casi
è addirittura sconsigliabile, gustare i suddetti (cioè risotto,
cappuccino, aranciata, etc.) all'aperto, era inevitabile che in strada
si ritrovassero i fumatori. Mi dispiace un po' per loro, soprattutto in
queste fredde giornate di gennaio, fermi sul marciapiedi a consumare a
grandi boccate la loro sigaretta per rientrare negli uffici, negozi, locali
prima di essere del tutto intirizziti, o per le strade in disordinate
processioni punteggiate da sbuffi di fumo. Come sempre, se qualcuno è
contento qualche altro non lo è per niente. Però consiglierei
al nostro Ministro di aggiungere un post scriptum alla normativa: vietato
gettare i mozziconi per terra. Infatti sono bastati pochi giorni per trasformare
i marciapiedi in un tappeto di avanzi di sigaretta di ogni lunghezza.
E come post scriptum al post scriptum obbligo per i gestori di mettere
all'ingresso dei loro locali dei posacenere adeguati: un piccolo gesto
di buona volontà per venire incontro ai "viziosi".
Enza Bettelli
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