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LUOGHI, FATTI E PERSONE
IL TURISTA DEL VINO
CAMBIA "DNA"
Il classico esploratore di cantine si trasforma in viaggiatore
raffinato del gusto e turista del territorio. Toscana Piemonte e Sicilia
le destinazioni preferite, ma tra i distretti è primo il Chianti
Classico, seguito da Langhe e Montalcino
Questi i risultati del sondaggio realizzato da www.winenews.it
in collaborazione con l'Associazione Go Wine per "Vinum" (Alba,
23 aprile-1 maggio 2005)
Il turista del vino italiano muta radicalmente il suo "dna".
Il prototipo del classico esploratore di cantine è al tramonto
e lascia il posto a due nuove e distinte tipologie: il "viaggiatore
raffinato del gusto" e il "turista del territorio". Non
cambiano invece i territori percepiti universalmente come i "santuari"
del vino nel Belpaese, ovvero Toscana, Piemonte e Sicilia, le regioni
più gettonate, mentre fra i distretti del vino i più ambiti
sono Chianti Classico, Langhe e Montalcino. Sono queste le principali
indicazioni emerse dal sondaggio realizzato da www.winenews.it, uno dei
siti d'informazione sul vino più cliccati d'Italia, condotto su
10.550 enonauti (con risposte da parte di 2.030), ovvero appassionati
già fidelizzati al mondo del vino e di Internet, in collaborazione
con l'Associazione Go Wine in occasione di "Vinum", in programma
ad Alba dal 23 aprile al 1 maggio.
Il 53% degli enonauti campione si dichiara "turista del territorio"
e considera fondamentale la possibilità di conoscere un contesto
rurale nella sua totalità, pur attribuendo al vino la funzione
di testimone principe di un territorio. Il 35% si definisce "viaggiatore
raffinato del gusto" e considera il vino solo come un pretesto per
organizzare un week-end all'insegna del gusto e del particolare, anche
il più ricercato. Soltanto il 12% del campione interpellato si
riconosce, invece, come "enoturista" in senso stretto, cioè
come colui che ha per principale motivazione del proprio viaggio l'esplorazione
delle cantine e le degustazioni di vino. Per l'84% degli enonauti è
preferibile un viaggio di complessiva conoscenza di un territorio, mentre
soltanto per il 16% il week-end in un territorio del vino significa esclusivamente
degustazioni e visite nelle cantine. Le semplici Strade del Vino attraggono
soltanto il 13% degli enonauti (mentre il 14% preferisce gli itinerari
turistici generici, a patto però che ci sia anche un'offerta enogastronomica),
ma per una larga parte del campione (73%) sono le Strade del Vino e dei
Sapori, che comprendono anche un itinerario attraverso gli altri sapori
del territorio, ad esercitare il maggiore appeal. La tendenza è
evidente: il classico modello sociologico del turista del vino "indifferenziato"
e esclusivamente a caccia di cantine e degustazioni, ma non troppo attento
ed esigente rispetto al resto, sembra aver fatto il proprio tempo. Alla
figura "storica" dell'enoturista dei primi anni '90 si vanno
progressivamente a sovrapporre almeno due profili distinti - il "turista
del territorio" e il "viaggiatore raffinato del gusto"
- che rappresentano la naturale articolazione rispetto alla differenziazione
dell'offerta del cosiddetto turismo del vino, profondamente evoluto e
ormai diventato un mercato maturo. I due profili, infatti, esprimono esigenze
distinte e corrispondono perfettamente ad una "segmentazione"
di mercato, espressione di forme di offerta diverse, soggette a scelte
di marketing targettizzate. Da una parte il "turista del territorio"
più attento al rapporto qualità/prezzo, figlio dell'attuale
enomania, è animato da un fresco interesse per il vino ma anche
per la ruralità che lo accompagna, dall'altra il "viaggiatore
raffinato del gusto", disposto a spendere anche cifre importanti
e attentissimo ad ogni minimo dettaglio, perfino il più ricercato.
Più esperto del primo è alla ricerca costante di "un
qualcosa in più" e magari è disposto a tagliare sulle
sue spese, per non rinunciare ad una mini-vacanza all'insegna del gusto.
Il 40% degli enonauti intervistati è pronto a spendere per un classico
week-end (due giorni, sabato e domenica, compresi trasporto, soggiorno,
musei ed enogastronomia) da 200 a 250 euro, mentre il 28% si dichiara
disponibile a sostenere una spesa tra i 150 e i 200 euro. Marginale la
percentuale di coloro che vorrebbero spendere fino a 100 euro (3%), mentre
è dell'11% quella del range di spesa tra 100 e 150 euro. Interessante
è la percentuale degli enonauti disposti a spendere da 250 a 500
euro (13%). Il 5% si è dichiarato disposto a spendere oltre 500
euro. Naturalmente, per il 95% degli enonauti l'acquisto di vino resta
centrale fra le spese del week-end. Il 29% è disposto a spendere
dai 45 ai 60 euro per tre bottiglie, mentre il 23% è intenzionato
a spenderne dai 30 ai 45. Sono ben il 17% gli enonauti pronti a spendere
oltre 90 euro per tre bottiglie, il 10% da 60 a 90 euro, il 16% da 15
a 30 e il 5% fino a 15 euro.
Nella classifica delle regioni più gettonate per un week-end da
gourmet gli enonauti hanno incoronato la Toscana, seguita dal Piemonte
e dalla Sicilia. Quarti a pari merito Trentino e Friuli. La scelta dei
luoghi è ancora motivata dalla possibilità di conoscere
direttamente vini e produttori (il 35% degli enonauti si sono espressi
in questo senso), ma per il 30% non è possibile prescindere dalla
conoscenza dei territori rurali, mentre per il 20% la motivazione fondamentale
è quella di coltivare uno stile di vita del "buon gusto"
in senso lato. Il 15% considera fondamentale la motivazione della ricerca
di un momento di evasione e di relax. In testa alla classifica dei distretti
del vino più ambiti svetta il Chianti Classico, seguito da Langhe,
Montalcino, Collio, Franciacorta, Alto Adige, Valpolicella, Valdobbiadene/Conegliano,
Oltrepo Pavese e Bolgheri a pari merito, e Castelli Romani. Le mete preferite
tra i "santuari" del vino italiano sono state scelte sì
per il fascino delle bottiglie di qualità e dell'atmosfera delle
cantine (13%), ma soprattutto per la presenza di gastronomia tipica offerta
da ristoranti ed osterie (27%), per la bellezza di ambiente e paesaggio
(22%), per l'arte, la storia e la cultura (16%), così come per
la presenza di "presidi" gastronomici (12%) e per i diversi
eventi del territorio (10%). Ma gli enonauti hanno dimostrato anche un
ottimo livello di preparazione specifica, elencando e classificando ogni
vino rispetto al territorio di origine: in vetta, nell'immaginario collettivo,
il binomio "Brunello - Montalcino" (23% degli intervistati),
quindi "Barolo - Langhe" (20%), seguito da "Chianti Classico
- Toscana" (18%). Ad una certa distanza seguono "Collio - Friuli
Venezia Giulia", "Franciacorta - Franciacorta" "Prosecco
- Valdobbiadene e Conegliano", "Nero d'Avola - Sicilia",
"Barbera - Piemonte", "Amarone - Valpolicella", "Sagrantino
- Montefalco". Ed a seguire ancora "Gewürztraminer - Alto
Adige" e "Passito - Pantelleria".
Il sondaggio-inchiesta ha misurato anche gli umori degli enonauti sul
fronte dell'evoluzione dei loro interessi. Per il 35% il vino ha mantenuto
la propria centralità, ma per il 40% è diventato complementare
all'offerta complessiva di un territorio. Per il restante 25% ha accresciuto
la sua importanza. Il 53% si è detto molto interessato ai prodotti
agroalimentari tradizionali e di territorio, il 28% alla gastronomia e
alla cucina in genere, il 17% invece concentra i suoi interessi sugli
aspetti monumentali/paesaggistici e il 2% su quelli dell'artigianato di
qualità. Gli enonauti italiani, quindi, vanno alla scoperta delle
grandi aree e dei distretti enologici non solo per effetto della spinta
propulsiva del vino, ma sempre di più cercando un'offerta allargata
e raffinata, con il chiaro intento di conoscere e capire le caratteristiche
di un territorio (la suggestione dell'ambiente, del paesaggio e della
cultura locale, la gastronomia tipica dei ristoranti ed osterie, la ricchezza
del patrimonio artistico e culturale, l'atmosfera delle cantine). E in
questo senso, cresce l'importanza dell'offerta dei servizi e della professionalità
di chi quei servizi offre. Per il 38% resta fondamentale l'accoglienza
in cantina - che è considerata buona per il 44% degli intervistati,
sufficiente per il 43%, scarsa per il 10% e eccellente per il 3%, dati
abbastanza confortanti, ma che dimostrano che ancora il nostro sistema-cantine
non è al top - ma per il 32% è importantissima la ristorazione.
Il sistema ricettivo nel suo complesso conta molto per il 16% degli enonauti,
quello museale/culturale per il 12%. Ma chi sono gli enonauti di www.winenews.it?
Ecco il loro identikit: prevalentemente maschi (82%), il 54% di loro ha
un'età compresa fra i 30 e i 45 anni; hanno un elevato titolo di
studio (l'85% ha conseguito il diploma di scuola media superiore o la
laurea), godono di un buono/ottimo livello socio-economico (imprenditore,
bancario, avvocato, commercialista, ingegnere, medico, agente di commercio,
architetto, commerciante
).
Alessandro Regoli, Irene Chiari, Eleonora Ciolfi
53024 Montalcino (Siena)
Studio 0577/848609 - Cell. 348/2249452 - 348/7923559 - 347/2985993
E-mail: info@winenews.it - Web: www.winenews.it
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