FATTI E PERSONE

Sono le “distorsioni” la causa dei prezzi folli di frutta e verdura

Allarme di Bankitalia sul calo dei consumi causato da filiere troppo lunghe. Il costo del prodotto è il più elevato d’Europa

Prima che la Banca Centrale Italiana dal suo alto scranno dichiarasse, a fronte di un proprio accurato studio, che le distorsioni nel settore ortofrutticolo "sono alla base di ricarichi ingiustificati che stanno provocando una riduzione dei consumi con cali del 2,6% per la frutta e dello 0,8% per le verdure", la maggior parte della stampa non se ne occupava più di tanto. Ora tutti, ma proprio tutti i media riprendono la notizia come fosse la scoperta dell’acqua su Marte mentre oggettivamente è datata come le guerre puniche. Solo che i consumatori non usano il termine “distorsioni” ma ben altri perlopiù irriferibili. Va da sé che la Coldiretti fa la voce più grossa, poiché sono i coltivatori l’anello più debole delle lunghe filiere che assistono pressoché indifesi alla lievitazione dei prezzi del 200% dal campo alla tavola, mentre i loro ricavi sono statici. Che il peso eccessivo delle intermediazioni sui prezzi finali sia la ragione preminente di questa “distorsione” è comprovato. Infatti, l’Antitrust in una indagine conoscitiva su 267 filiere osservate mette in evidenza come i ricarichi variano dal 77% nel caso di filiera cortissima (acquisto diretto dal produttore da parte del distributore al dettaglio) al 103% nel caso di un intermediario, al 290% nel caso di due intermediari, al 294% per la filiera lunga (3/ 4 intermediari tra produttore e distributore finale), facendo segnare appunto il valore medio del 200% evidenziato da Bankitalia. (g.c.)