FATTI E PERSONE

TRENTENNALE DEL MAGISTERO DEI BRUSCITTI DI BUSTO GRANDE
Il gemellaggio con la Antica Consurtarija dal Tapulon di Borgomanero

23 ottobre 2005. L'assessore alla Programmazione del Territorio signora Luciana Ruffinelli ha accolto ospiti e soci al Museo del Tessile della città: era giunta in carrozza a cavalli addobbata a festa nella spianata del parco prospiciente alla facciata.
Ripercorsa la storia della città e delle sue genti nell'era moderna che si legava a quella della provenienza ancestrale ligure, di quella dell'artigianato del ferro e contadina medioevale che si emancipa in specialità tessili e meccaniche che si esaltano in epoca preindustriale e industriale, costituisce dalle sue origini un'entità che si conserva integra nelle sue caratteristiche comportamentali e di eccellenza nelle arti e mestieri del cotone e delle sue telerie.
Le sale del Museo visitate alla guida suadente della signora Cara Sartorelli, conservatrice innamorata delle memorie museali raccolte e conservate con amore e cure materne, ripercorre il fascino dell'avventura dell'uomo nella tecnologia e nell'arte delle tele, dai fustagni al tarliso, dalla fibra grezza al tatto più suadente dei finissaggi e trattamenti di nobilitazione: un patrimonio immensamente importante per valore didattico, ingegneristico, storico, affettivo, culturale.
Dal Museo delle macchine e dell'uomo bustocco al lavoro a una testimonianza culturale altrettanto importante per bellezza, contenuti e significati: storia e conservazione della antica chiesa della Madonna dell'Aiuto, in piazza Santa Maria, monumento bramantesco in puro rinascimento del 1517, conservato senza le frequenti contaminazioni barocche subite in tanti altri casi.
L'illustrazione di dettaglio dal vivo di Don Angelo Conca e dell'importante opera d'architettura e di decorazione degli artisti che ne erano stati protagonisti fatta dal Dr. Giuseppe Paciarotti ha conquistato il gruppo: con il passaggio in Sagrestia è stato benedetto l'avvio al sacrificio dedicato all'altare della tradizione del Magistero con l'immolazione dell'animale da lavoro per la festa di trent'anni di amore per il piatto del ringraziamento del territorio - i "brusciti".
Ricetta e tradizione fanno parte della sacralità di cui si sentono responsabili i soci della confraternita, ossequientemente fedele al Gran Maestro, chiamato a perpetuarne il valore e l'attaccamento cittadino. Bruscitti e non bruscit, di muscolo gentilmente succoso che va dal collo al retro sterno ed è sostenuto dai cordoni addominali verso l'armonia di consistenze alla lunga cottura.
La preparazione è stata laboriosa: dopo la sminuzzatura a coltello e la profumata permanenza con l'odore dell'herba bona e gli aromi provenienti dai tannini di uve rosse e generose autoctone, la lenta brusciatura in recipienti sacralmente destinati allo scopo deve risultare in un complesso incrocio che dal succo al batuffolo più consistente renda una sensazione erotica di carezza ai sensori palatali. Una buona polenta ne accompagnerà una sensazione che piacevolmente vellutata.
Sul piano della gastronomia moderna la pietanza resiste alla voglia di varianti nonostante le età: ogni tradizione di festa gastronomica popolare subisce le influenze deformanti del gusto del tempo.
Brusciti hanno probabilmente conservato una fedeltà che - oltre all'amore dei moderni soci del Magistero - deriva da una loro intima bontà di sapori semplici: pochi ingredienti di moda, limitati all'herba bona, una lenta consumazione della vinosità attraverso una sua lentissima reazione di idrolisi verso proteine meno complesse delle cellule muscolari, una sapida sugosità di estratti brodosi diluiti negli umori senza contaminazioni da gusti esterni provenienti da superfici roventi né deperibili.
In fondo la statistica del piacere è favorevole: il lavoro è lungo, come per tutte le pietanze capaci di rinvigorire il fisico provenienti dalla festa rituale con cui lasciano lor vita gli animali da lavoro. Dalla semplice immolazione sull'altare e le lunghe cotture al fuoco - nell'era che non ne consentiva altre meno violente che al riverbero delle braci - all'era in cui terre e metalli dettero forma a recipienti in cui l'uomo ha imparato a raccogliere anche succhi ed umori del lento processo d'ammorbidimento è passato tanto tempo.
Il Gran Maestro Ernani Ferrario ha assunto direttamente la responsabilità del sacrificio e del suo perfezionamento con l'aiuto di pochi fedeli al fianco: poco è avvenuto tra le mura delle cucine del tradizionale ristorante bustese capace di accogliere 140 commensali pronti al commento.
Seppure preceduto da abbondante persuasivo Erbaluce e da accattivante presentazione d'antipasto capace di accontentare gli incontenibili apprezzatori delle confraternite piemontesi che degli stessi farebbero parti da paradiso (salame campagnolo, lingua salmistrata, lardo, pancetta arrotolata, salamino di cavallo, mortadella di fegato, salamino cotto, nervetti e cipolla, formagella condita, suppressàa, bruschi cetrioli, cipolline, peperoni lombardi… ecc…) e da Risotto e Luganiga in edizione tradizionale tipica del territorio della Città Infinita, il Piatto Principe della Cucina Bustocca con Polenta o Pane Misto ha mantenuto intatta la sua forza persuasiva accompagnato da vigoroso Gattinara Riserva.
Figasceu e Cupéti hanno chiuso con delicato Brachetto spumante la degustazione.
La lunga schiera delle confraternite raccolte alla festa ha lungamente applaudito. Ricorderà le parole di benvenuto del Gran Maestro, il richiamo ai valori della tradizione, della forma e del piacere della civiltà a tavola di Monsignor Livetti, l'appello alla partecipazione delle giovani generazioni per tramandarne rinnovati significati d'educata civiltà del giovane sindaco Dr. Rosa… ma anche la convincente sensazione della convivialità e del piacere che in genere i piatti della trazione più antica sanno generare e diffondere, spesso irripetibilmente.
I due più importanti gruppi dedicati alla conservazione e, tutela e divulgazione delle tradizioni locali dei "brusciti" e del "tapulone" di Busto e Borgomanero si sono gemellati costituendo un ponte facilmente percorribile di sensazioni e significati tra le due sponde separate storicamente dal fiume Ticino.
L'elenco delle confraternite sarebbe di rigore: almeno una trentina.
Fra poche domeniche ci sarà la convenzione di tutte le confraternite raggruppate in FICE a Verona (Federazione Italiana Circoli Enogastronomici): ASA sarà presente con il suo patrocinio e con il suo vicepresidente. Forse FICE - se non interferisse con la verità che resta in ciascuna delle confraternite - potrebbe costituire un fattore favorevole di comunicazione tra loro e tra ciascuna e la popolazione. Sempreche il suo protagonismo non leda la spontaneaità e libertà delle associate, la cui maggior parte preferisce Confraternita o Consorteria a Circolo o Club. Cominciano tutte per "C" queste denominazioni, ma dalla scelta… a volte deriva lo stile… e lo scopo…
Il Magistero resta originalmente legato a questa dizione. Seppure moderno, ha svolto finora un ottimo lavoro, ma soprattutto è nato e ha mantenuto un gruppo coagulato da un'amicizia decennale. Forse è quella che blocca l'ingresso d'altre generazioni. Forse sarebbe da meditare…

Enzo Lo Scalzo