LUOGHI, FATTI E PERSONE

LE GHIOTTONERIE TRENTINE DEL RISTORANTE CA' DEI BOCI

Dalle trippe di nonna Anna ai manicaretti del nipote Achille. In questo arco di tempo (cento anni esatti) è racchiusa la storia dell'antica locanda «Al Posta» di Montagnaga di Pinè, oggi moderno hotel con annesso centro benessere dotato di ogni comfort (sauna, bagno turco, idromasaggio, solarium). Quella del «Posta» è la storia di una famiglia pinetana intraprendente e lungimirante: la famiglia Leonardelli (nonno Giacomo, papà Giovanni, mamma Ida con i figli Achille e Adrio) che dal nulla ha creato una struttura che oggi costituisce un fiore all'occhiello nel panorama dell'ospitalità alberghiera e della ristorazione del Trentino. Ed è proprio di quest'ultimo settore (la ristorazione) che vogliamo parlare. sede. In particolare intendiano accendere i riflettori sulle ghiottonerie del Ristorante «Cà dei Boci» (annesso al «Posta»), locale che Achille Leonardelli, uno chef self-made-man nato e cresciuto tra i fornelli, sta lanciando nel firmamento gastronomico trentino. Il suo motto è semplicità, genuinità e rigore nella scelta della materia prima, il tutto unito a quel pizzico di creatività che non guasta mai in cucina.
Fedele alla filosofia che caratterizza le osterie tipiche trentine, Achille Leonardelli propone i piatti ruspanti della tradizione, rispettosi del territorio, in un'atmosfera calda e accogliente. Piatti che seguono il fluire naturale delle stagioni senza forzature e voli pindarici. Nel corso di una recente visita abbiamo apprezzato, come benvenuto dello chef, una cotolettina di sedano rapa, quindi uno sfiziosissimo tortino con gamberi di fiume e misticanza di erbe di campo all'aceto balsasmico tradizionale, una delicatissima zuppa di asaparagi con canederli di verza e formaggio «Spretz Tsaorì» (Puzzone di Moena), dei deliziosi tortelloni di farina integrale con ricotta e tarassaco. Ed ancora: dei ghiotti involtini di coniglio con speck e radicchio per chiudere con un invitante semifreddo al miele d'acacia e noci. Tra le specialità della «Cà dei Boci» segnaliamo lo sformato di asparagi con fonduta al Grana trentino, la zuppa di patate con canederli alle rape rosse, l'orzotto con lo speck e i marzaioli, i tagliolini casarecci con gli asparagi e i gamberi di fiume, il capretto alla paesana con gli asparagi. Ampia, infine, la scelta per quanto riguarda i vini: oltre 300 etichette con un occhio di particolare riguardo - com'è giusto - per i vignaiuoli del Trentino-Alto Adige.

Giuseppe Casagrande



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