FATTI E PERSONE

IL VINO DELL’ESTATE: BIANCO E AUTOCTONO

La tendenza è bere fuori pasto per l’aperitivo. Sulle spiagge trionfano i bianchi freschi, ma il gioco dei turisti è andare alla scoperta delle cantine alle spalle della riviera. C’è anche il boom dei rossi giovani da bere freddi: è il nuovo volto del consumo del vino.

Bianco, rosato e anche rosso a condizione che sia giovane, fresco e autoctono. Il borsino estivo del vino conferma che ormai c’è una nuova tendenza: la bottiglia si stappa fuori pasto, per l’aperitivo, e ciò che conta è che sia da vitigno autoctono, e quindi che racconti il territorio, di prezzo equilibrato e possa bersi come un piacere. Questo emerge dalla terza analisi dell’Osservatorio del Salone del Vino (la rassegna si terrà a Torino dal 27 al 30 ottobre 2005 e al centro dei suoi temi avrà proprio la valorizzazione dei vitigni autoctoni e la definizione dei nuovi stili di consumo delle bottiglie di qualità) che è la struttura no profit di ricerca dedicata al settore enoico del Centro Studi Promotor.
Secondo l’analisi compiuta dall’Osservatorio del Salone del Vino la lieve ripresa di consumo che si è delineata nei mesi scorsi tende a consolidarsi in questo scorcio d’estate esaltando il consumo di vino come elemento di socializzazione, come valore aggiunto della vacanza. Secondo quanto riferito dai gestori dei maggiori stabilimenti balneari vi è stata quest’estate una sostituzione dei classici cocktails con i vini. Di preferenza a consumare il vino come aperitivo sono i giovani di età compresa tra i 20 e i 35 anni, le donne e gli over trenta con un grado d’istruzione alto.
I vini che sono in testa alla classifica di gradimento sono i bianchi sapidi e di territorio, seguiti dalle bollicine e dai rosati che sono in forte ripresa. Per i rossi vi è una pausa di riflessione, come peraltro accade sempre durante i mesi più caldi dell’anno, anche se si afferma la tendenza di abbinarli con i pesci a condizione che siano rossi giovani, con fruttato marcato e da bersi freddi. La ripresa dei bianchi - secondo i dati raccolti dall’Osservatorio del Salone del Vino - è confermata anche dai principali vivaisti italiani che hanno visto crescere nell’ultimo anno la domanda di barbatelle di vitigni bianchi autoctoni.
Sempre sul fronte dei consumi si sta affermando una nuova moda anche per quel che riguarda l’enoturismo. Le cantine oggi sono meta dei vacanzieri che trascorrono il fine settimana sulle riviere e che approfittano delle ore del tardo pomeriggio per esplorare le colline alle spalle del mare. “La caccia al tesoro” in bottiglia sembra essere il nuovo gioco dell’estate. Le piccole cantine delle zone rivierasche confermano, soprattutto in Versilia, in Maremma, in Romagna, nelle Marche, in Puglia, in Sicilia e in Sardegna, un incremento di domanda di vini bianchi e un incremento di afflusso di turisti che hanno però un comportamento mordi e fuggi. Degustano, acquistano il vino e tornano a sera al mare. Wine-bar ed enoteche di collina confermano questa tendenza, anche se dicono che si è incrementata la quantità di vino consumata come aperitivo.
Una tendenza che è confermata anche da recenti report dell’Ice. In Gran Bretagna, ad esempio, dove si registra un forte incremento di consumo di vino, a trascinare in alto le quantità sono le donne tra i 30 e i 45 anni che bevono vini bianchi in rapporto più che doppio rispetto agli uomini (17% contro 36%). Lo stesso fenomeno si sta registrando nei paesi del Grande Nord (penisola Scandinava e Danimarca), mentre in Canada, a fronte di una ripresa di domanda (+5%), c’è una marcata preferenza per i rossi. Questa tendenza alla ripresa dei bianchi è indirettamente confermata anche dai prezzi medi dei vini da tavola. I bianchi nelle ultime settimane, secondo le consuete rilevazioni dell’Ismea, hanno superato nel prezzo a grado i vini rossi da tavola (2,65 euro per i “vini pallidi” contro 2,57 euro per i rossi). E sempre dall’Ismea viene la conferma di un recupero dei consumi alimentari di un 1,2% in più nei primi sei mesi dell’anno con una netta impennata dei consumi extradomestici. Tra i prodotti per i quali si attende una performance positiva ci sono i vini a denominazione. Nota infatti l’Ismea che questi vini sono da inserire nell’elenco dei prodotti trainanti per i quali l’analisi “ha evidenziato che il consumatore li associa con il concetto di qualità (è il caso dei vini Doc-Docg e degli oli Dop-Igp), prodotti per i quali l’effetto-prezzo non sembra direttamente condizionare le scelte d’acquisto”.