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LUOGHI, FATTI E PERSONE
AGRICOLTORI &
ENERGIA
Si prefigura una nuova figura tecnico-professionale: l'agricoltore
produttore non solo di beni alimentari ma anche di energia per la collettività.
Infatti, c'è una stretta interdipendenza fra energia, ambiente
e agricoltura. Queste la prolusione del prof. Giuseppe Pellizzi dell'Università
di Milano, che ha inaugurato a Bologna il 198° Anno Accademico dell'Accademia
Nazionale di Agricoltura. E' questa una tematica di grande attualità
in un mondo globalizzato dove le risorse energetiche tradizionali si stanno
velocemente esaurendo. L'attuale consumo annuo di petrolio è quattro
volte superiore rispetto all'apporto dei nuovi giacimenti e per i prossimi
30-35 anni il petrolio rimarrà la principale fonte di energia.
L'esaurimento delle scorte è ancor più rapido alla luce
dei dati sui consumi della Cina, la cui domanda energetica è quasi
raddoppiata nell'ultimo decennio e sarà, entro il 2020, analoga
a quella degli Usa. Tutto questo mentre il gas naturale mostrerà
crescenti consumi a scapito del carbone, mentre assai incerto è
il futuro del nucleare. Entro i prossimi sei anni occorrerà dunque
portare il contributo delle energie rinnovabili almeno al 15% del totale
degli attuali consumi mondiali stimati nell'ordine di 9.000 milioni di
tonnellate equivalenti di petrolio ma suscettibili forse di raggiungere
i 14.000.000 nel 2020, con un aumento, quindi, che interesserà
i Paesi in via di sviluppo per circa il 60% del totale. Ma quali sono
le risorse rinnovabili? Al momento - ha spiegato Pellizzi - sono l'eolico,
il fotovoltaico, la microidraulica, il solare termico, l'idrogeno, la
biomassa, la fermentazione anaerobica. Il principale problema delle energie
rinnovabili è rappresentato dal funzionamento rigido nel tempo
(il sole, ad esempio, c'è quando c'è, e così il vento).
Da qui l'esigenza, per non dover ricorrere a dispendiosi sovradimensionamenti
e a sistemi di accumulo, di supplire l'energia necessaria mediante i "sistemi
energetici integrati", ossia a sistemi composti da due o più
fonti rinnovabili in funzione della specifica domanda (elettrica e/o termica)
delle aziende. Probabilmente la soluzione risolutiva sarà quella
di produrre energia elettrica per la rete nazionale e/o energia termica
a servizio di realtà esterne alle singole aziende agricole.
LE FONTI DI ENERGIA RINNOVABILE
Eolico:
pur essendosi sviluppato montando soprattutto tecnologie estere, questa
sorgente energetica sembra in grado di esprimere una potenza di circa
904 MW rispetto ai quasi 14.640 MW della Germania (la potenza totale installata
in Europa è di 28.440 MW), con l'obiettivo di raggiungere (nell'Europa
dei 15) i 45.000 MW entro il 2010. Ma mentre la Germania in un anno ha
accresciuto di sette volte il suo potenziale e la Spagna di cinque volte
giungendo a oltre 6.200 MW, l'Italia è salita di poco più
del doppio.
Fotovoltaico e microidraulica: questa tecnologia che consente la
produzione di energia elettrica direttamente dal sole è particolarmente
interessante per le piccole utenze disperse, tipiche del tessuto agricolo.
Pur continuando a presentare bassi rendimenti globali, ha visto in Italia,
nell'ultimo decennio, poche nuove istallazioni al servizio di taluni edifici
isolati, in ambito rurale, di piccole isole (come Stromboli), di baite
e di rifugi di montagna, per una potenza totale installata - ancora una
volta utilizzando tecnologie straniere - di qualche decina di MW.
Solare
termico: su fronte del solare termico in questi anni si è assistito
allo sviluppo della produzione tedesca di collettori piani ad acqua migliorati
e alla diffusione di alcuni aiuti finanziari da parte di amministrazioni
locali (comuni e province) per l'installazione di nuove tecnologie al
servizio di edifici urbani, di piscine e quant'altro, ma ignorando in
pratica l'agricoltura. Ciò è, comunque, interessante, specie
se si considera che le abitazioni italiane risultano fra le più
"energivore" d'Europa e che, anche in questo campo, è
iniziata l'invasione sul mercato di collettori cinesi i cui costi risulterebbero,
a parità di qualità, del 40% più bassi rispetto a
quelli europei.
Biomassa: un'ampia prospettiva a breve termine è offerta
da queste risorse energetiche di origine agricola. Sono costituite dai
residui vegetali ligno-cellulosici quali le paglie dei cereali, i residui
di potatura delle piante arboree e la massa dendrometrica annualmente
asportata dai boschi.
Pur con ritardo, anche l'Italia sta sviluppando questa tecnologia.
Fermentazione anaerobica: un ulteriore contributo potrebbe, infine,
derivare dalla diffusione di impianti per la fermentazione anaerobica
delle deiezioni animali che nel nostro Paese sono stimate dell'ordine
di 150 milioni tonnellate annue.
Giuseppe Cremonesi
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