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FATTI E
PERSONE
Nell'economia del mare avanzano
giovani, donne e stranieri
Unioncamere, positive anche prospettive
per assunzioni
Giovani, donne e stranieri avanzano nell'economia del mare. Più
di 17.600 imprese (9,8%) sono condotte da giovani, con l'11,8% impegnato
in particolare nelle attività sportive e ricreative. Il 23% delle
imprese (42.000) è capitanato da donne, con il settore dei servizi
di alloggio e ristorazione a far la parte del leone con il 30,1%. Lo indica
il Rapporto sull'economia del mare di Unioncamere presentato in occasione
del convegno organizzato dal ministero dell'Ambiente 'Il mare: la sostenibilità
come motore di sviluppo. Marine strategy e blue growth'.
Nell'economia blu il 5,2% (9.500) delle imprese è estero e, sebbene
la presenza degli imprenditori stranieri non sia particolarmente marcata
- spiega il rapporto - il tasso di imprenditorialità straniera
tende a crescere sia nel settore della ristorazione sia in quello della
cantieristica navale (entrambi al 6,6%).
Nell'anno di riferimento 2013, la percentuale di imprese che hanno previsto
di assumere è del 19%, a fronte di un valore per il totale Italia
del 13%. Il flusso di assunzioni programmate si attesta quindi sulle 82.400
unità circa, che corrispondono al 14,6% del totale Italia.
Nella filiera ittica (pesca, lavorazione e commercio del pesce) a fine
2013 sono state censite 34.000 imprese (18,9%), nella cantieristica navale
28.000 (15,7%), nelle attività sportive e ricreative 28.000 (15,7%),
nella movimentazione marittima di merci e persone 11.000 (6,1%) mentre
sono 6.000 (3,3%) le imprese che operano nel settore della ricerca, regolamentazione
e tutela ambientale. Quasi un terzo del reddito prodotto dalla blue economy
(31,2%) ascrivibile al settore dei servizi di alloggio e ristorazione
con un valore aggiunto di circa 13 miliardi di euro e 300.000 occupati.
(www.ansa.it)
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