|
FATTI E
PERSONE
Boom di furti nelle campagne per le olive, Polizia scorta le cisterne
che trasportano olio
Con le quotazioni dell’olio di oliva in forte crescita
a causa dello scarso raccolto è boom furti nelle campagne, dove
i ladri rubano dalle olive ai fusti di extravergine, con centinaia di
quintali di prodotto spariti dalle aziende e dagli uliveti. A lanciare
l'allarme su un fenomeno che sta creando tensione e paura su tutto il
territorio nazionale è la Coldiretti denunciando veri e proprio
raid di squadre organizzate che in un’ora riescono a raccogliere
oltre un quintale di olive, mentre trafugare una cisterna piena di olio
può portare un bottino di oltre 200mila euro.
Nel giro di pochi giorni, rileva la Coldiretti, le forze dell’ordine
hanno effettuato decine di arresti ma i tentativi di furti continuano,
tanto da aver spinto alcuni agricoltori ad organizzarsi con ronde, mentre
altri si sono affidati a istituti di vigilanza, con i camion che trasportano
l’extravergine scortati dalla polizia. Olive come diamanti dunque,
scortate contro il moltiplicarsi dei tentativi di furti che sono ora all’ordine
del giorno dell’analisi dell’Osservatorio sulla criminalità
nell’agroalimentare promosso dalla Coldiretti anche perché
il prodotto sottratto alimenta una filiera illegale che provoca danni
economici ma anche rischi per la salute.
Considerata la gravità del fenomeno, Coldiretti ha chiesto alle
Prefetture sul territorio un intervento per il pattugliamento delle strade
più sensibili, per proteggere il transito di tir con a bordo cisterne
di olio extravergine, e una più massiccia presenza di forze dell'ordine
nelle campagne. Ma si pensa anche all'installazione di videocamere negli
uliveti che in Italia contano su un patrimonio di circa 250 milioni di
piante su 1,1 mln di ettari di terreno.
Una situazione determinata dall’aumento delle quotazioni che hanno
raggiunto la cifra record di 7 euro al chilo alla borsa merci di Bari
per effetto del crollo della produzione nazionale di olio di oliva del
35% su un quantitativo di poco superiore alle 300mila tonnellate, mentre
anche in Spagna, che è tradizionalmente un fornitore dell’Italia,
il raccolto è dimezzato otto il milione di tonnellate.
A pesare sul risultato nazionale sono Puglia e Calabria per le quali si
attende una produzione decurtata di più di un terzo rispetto allo
scorso anno. A mitigare, in parte, tale risultato c’è la
Sicilia la cui flessione è attesa al 22%. Ma è in tutto
il Sud che si attendono cali a due cifre con punte di -45% per Basilicata
e Abruzzo e -40% per la Campania. Nel Centro Italia ed in Liguria si attende
una produzione quasi dimezzata e anche nelle regioni del Nord si prevedono
quantitativi molto al di sotto dello scorso anno. In questo quadro fa
eccezione la Sardegna dove si stima un aumento del 30% rispetto ad un
2013 di scarsissima produzione e, anche se con quantitativi estremamente
limitati, il Piemonte. (www.adnkronos.com)
Torna all'indice di ASA-Press.com
|
|
|