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FATTI E
PERSONE
Una sosta di qualità? I risultati della ricerca
sulla ristorazione
I consumatori italiani sono soddisfatti della ristorazione autostradale?
Presentati il 28 marzo, nell'ambito della conferenza stampa "Una
sosta di qualità?", i risultati della ricerca realizzata dall'Unione
Nazionale Consumatori e l'Istituto Piepoli.
Roma, 28 marzo 2013 - E' il prezzo l'aspetto che fa più arrabbiare
quei consumatori che, viaggiando in autostrada, si fermano alle stazioni
di servizio. E' quanto si evince dalla ricerca realizzata dall'Unione
Nazionale Consumatori (http://www.consumatori.it)
con l'Istituto Piepoli sulla soddisfazione dei consumatori rispetto alla
ristorazione autostradale.
Nello specifico, secondo l'indagine presentata questa mattina nel corso
della conferenza stampa "Una sosta di qualità?", il 37%
degli intervistati dà un voto tra 1 e 5 (su un massimo di 10) alla
convenienza dei prezzi, mentre il 46% la valuta tra il 6 e il 7. Le offerte
promozionali risollevano la valutazione per l'offerta economica, ma non
nel Sud del Paese dove il voto che i consumatori danno alla varietà
e alla convenienza delle offerte promozionali si attesta a 5,7 (la media
nazionale è di 6,1).
Ecco il giudizio di Nicola Piepoli, Presidente dell'Istituto di ricerca
sull'indagine: "gli italiani sono sempre felici di fermarsi nelle
aree di servizio, è una pausa irrinunciabile soprattutto quando
sono in vacanza; una clientela di 25 milioni di persone all’anno,
che si fermano a mangiare, vanno alla toilette, comprano biscotti. Un
esercito di persone da sfamare in modo adeguato, con competenza
e capacità di innovarsi: benino il personale e la pulizia, da correggere
il tiro sui prezzi, e sicuramente la qualità delle aree del Sud.
In generale è da estendere a tutta Italia la capacità di
rinnovarsi, una strada su cui proseguire perché gli italiani lo
richiedono".
"A giudicare dai risultati -commenta Massimiliano Dona, Segretario
generale dell'Unione Nazionale Consumatori (UNC)- direi che i consumatori
ritengono la sosta in autostrada troppo cara e come dar loro torto: in
effetti, spendere più di quattro euro per un panino ci sembra un
po' esagerato, così come due euro per una bottiglietta d'acqua
e più di un euro per un caffè; secondo i dati sono soprattutto
i viaggiatori 'professionali' (cioè coloro che si spostano per
esigenze di lavoro o i pendolari) ad essere più scontenti del servizio.
Non manca chi si ingegna per trovare delle alternative: qualcuno si porta
il pranzo da casa, altri preferiscono uscire dall'autostrada e mangiare
in un posto tipico, altri ancora selezionano i punti vendita in base alle
offerte più convenienti. Chi si muove occasionalmente per vacanza,
invece, è probabilmente quasi rassegnato all'idea di dover spendere
in autogrill come se fosse in una costosa località turistica!".
Il Direttore per la Tutela del Consumatore dell’Autorità
Garante della Concorrenza e del Mercato Giovanni Calabrò si sofferma
invece sul tema della trasparenza: "dall’indagine si evidenzia
un miglioramento del servizio di ristorazione autostradale: una parte
del merito è sicuramente da attribuirsi all’Autorità
Garante della Concorrenza e del Mercato che, grazie ai suoi interventi,
ha contribuito a creare un’effettiva concorrenza. Siamo passati,
dunque, da una situazione in cui si registrava sostanzialmente la presenza
di un unico operatore alla realtà attuale di una pluralità
di operatori attivi nei servizi di ristoro autostradale. Ciò a
tutto vantaggio dei consumatori che possono così fruire dei benefici
di un confronto competitivo sia in termini di prezzi che di qualità
dei servizi".
Maurizio Caprino, giornalista de "Il Sole 24 Ore" ed esperto
del settore, parla dell'effetto "cattedrale nel deserto": "il
giudizio dei consumatori che emerge dalla ricerca mi sembra in linea con
quello che è stato fatto negli ultimi dieci anni: investimenti
in strutture che hanno sensibilmente migliorato il servizio in autostrada,
anche se non dovremmo dimenticare che certi oneri si ribaltano inesorabilmente
sui prezzi, cosa deleteria per i consumi in tempo di crisi. Questa, poi,
si riflette nelle critiche sull'igiene: infatti, l'altra mossa che spesso
si fa per far tornare i conti è ridurre il personale, trascurando
quindi anche la pulizia. È un po' un effetto che potremmo chiamare
'cattedrale nel deserto', anche a causa del calo del traffico".
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