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FATTI E
PERSONE
Carenza di pizzaioli in Italia
Un paradosso e una notizia che sta facendo il giro del mondo perché
nonostante la crisi i giovani italiani sono troppo restii a fare quest'antico
mestiere
È di qualche giorno fa la notizia secondo cui nella patria della
margherita, del calzone e della capricciosa vi sia carenza proprio di
quel capitale umano che ci ha fatto conoscere nel mondo anche per questa
tradizione culinaria nata proprio in Italia e diffusasi in ogni angolo
del pianeta.
Si tratta di un vero e proprio paradosso, infatti, se in un momento di
grave crisi economica ed occupazionale la Fipe (la federazione degli esercenti
che aderisce a Confcommercio) ha lanciato per bocca del suo presidente,
Enrico Stoppani, un grido d’allarme circa la mancanza all’appello
di ben 6000 pizzaioli su 240mila addetti complessivamente nel settore
nel Nostro Paese. Ciò, nonostante il costante aumento della domanda
di pizza giacché sempre come effetto della crisi cambiano le abitudini
alimentari anche perché l'8% dei consumatori, a seguito di un’indagine
statistica del centro studi Fipe, ha detto di mangiare volentieri pizza
anche per cominciare la giornata.
Vi è da dire che il vero e proprio boom della domanda, infatti,
riguarda la “pizza al taglio” e tutti i prodotti connessi
d’asporto, divenuti un must della pausa pranzo, specie nelle grandi
città dove si concentra la manodopera del terziario disposta a
spendere solo pochi euro senza rinunciare a saziarsi anche nel break lavorativo.
Mentre i nostri giovani non si prestano ad “abbassarsi” a
fare i pizzaioli per un orgoglio tutto italico che non ha più alcuna
ragione d’essere, a comprendere la necessità di sopperire
alla carenza di manodopera e all’evoluzione delle Nostre diete,
sono stati per primi i lavoratori immigrati, specialmente di nazionalità
egiziana che a seguito anche di anni d’esperienza hanno accumulato
bravura nella produzione e nella vendita diretta e stanno prendendo sempre
più piede con attività di proprietà, tanta è
la credibilità raggiunta presso l’esigente clientela dei
nostri connazionali.
La notizia in questione, ha fatto il giro del mondo in poco tempo a rappresentare,
quasi il paradosso tutto italiano, che nonostante una disoccupazione giovanile
giunta al 38,4 %, un record negativo, cui non siamo in grado di far fronte,
con politiche del lavoro che incentivino il recupero di mestieri tradizionali
come da tempo lo “Sportello dei Diritti” va ripetendo come
uno dei possibili rimedi alla crisi occupazionale.
Per tali ragioni, Giovanni D'Agata, fondatore dello “Sportello dei
Diritti”, si rivolge nuovamente alla platea dei giovani per invitarli
a non sottovalutare questo tipo di occupazioni che, comunque, hanno fatto
conoscere l’Italia nel mondo come un Paese delle buone cose. (www.sportellodeidiritti.org)
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