|
FATTI E
PERSONE
FIPE: anche per Pasqua volge al brutto
Tira una brutta aria per le festività pasquali. E non si tratta
solo del maltempo. Le previsioni dei ristoratori per il lungo fine settimana
della Resurrezione sono negative, peggiori di quelle dello scorso anno.
È quanto emerge da un sondaggio realizzato dall’Ufficio Studi
Fipe, la federazione italiana pubblici esercizi aderente a Confcommercio-Impese
per l’Italia, su un campione di 57.550 ristoranti attivi nel Paese,
esclusi quelli di alberghi, catene, pizzerie ed etnici.
«Siamo ancora in piena tempesta – commenta Lino Stoppani,
presidente federale – e non riusciamo a vedere la luce. Attendiamo
con ansia il Piano nazionale del Turismo e soprattutto un Governo che
sappia impostare una buona politica turistica per il nostro paese».
Nonostante pochissimi ristoratori (6,2%) si aspettano un andamento migliore
rispetto a quello del 2012, a rimanere aperti saranno moltissimi. Solo
pochi stagionali non hanno ritenuto conveniente, fra crisi e piogge in
arrivo, anticipare la stagione. Ma la speranza degli imprenditori che
approfittano della Pasqua per riaprire i battenti potrebbe rivelarsi vana
in termini di clientela, come d’altra parte hanno apertamente dichiarato,
con la prospettiva assai realistica di avere tante attività al
lavoro ma con i tavoli semivuoti. Infatti, per la maggioranza del campione
(55,4%) la Pasqua sarà peggiore di quella del 2012 sia in termini
di coperti, sia di fatturato, ed è già tanto che il 38,5%
si aspetti di ottenere lo stesso risultato.
Per dare una dimensione più tangibile dei dati negativi basta fare
un raffronto con il periodo pre-crisi: rispetto al 2009 la propensione
degli italiani a trascorrere Pasqua e Pasquetta al ristorante si è
ridotta del 5,7%, pari a un calo di 390.000 persone.
In altre parole, quest’anno saranno solo 4 milioni (-2,8% sul 2012)
i clienti che consumeranno il pranzo di Pasqua al ristorante, per una
spesa complessiva di 162 milioni di euro (-4,3%) realizzata fondamentalmente
con la formula del menu “tutto compreso” ad un prezzo medio
di 40 euro (in linea con quello dello scorso anno).
Ad essere più pessimisti sono i ristoratori del Nord e del Sud
rispetto ai loro colleghi del centro Italia, probabilmente per effetto
del turismo internazionale verso Firenze, Roma e siti legati al turismo
religioso alimentato dalla recente nomina di Papa Francesco.
E se il maltempo è un deterrente per il turismo anche di breve
distanza, già indebolito dalla crisi economica, i ristoratori sperano
proprio nei temporali affinché ci sia per Pasquetta un’inversione
di tendenza nelle abitudini e si preferisca il ristorante, dove tutto
è servito, alla classica scampagnata. Per il lunedì dell’Angelo
i 47mila ristoranti aperti sono pronti ad accogliere 2,5 milioni di clienti
(-1% sul 2012) per un valore di 96 milioni di euro (-2,7% sul 2012) con
la formula ormai sperimentata del menu tutto compreso a prezzo medio di
39 euro. I dati dovrebbero essere in linea con quelli degli anni precedenti,
ma gli esercenti (57,7%) non escludono affatto che possa andare peggio.
A vincere, dunque, è solo la tradizione dei piatti: dominano la
pasta fatta in casa, i ravioli in brodo o asciutti e i risotti. L’agnello
è ancora il secondo piatto più ricorrente da Nord a Sud,
anche se qualcuno opta per il pesce. Regina dei dessert è sempre
la colomba guarnita di gelato o cioccolato, ma con una forte presenza
di dolci del territorio.
(www.fipe.it)
Torna all'indice di ASA-Press.com
|
|
|