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FATTI E
PERSONE
Land grabbing anche in Europa, colossi frenano l'agricoltura
Il 50% delle terre Ue in mano a solo il 3% delle grandi aziende
Il 'land grabbing' (accaparramento delle
terre) non colpisce solo i Paesi in via di sviluppo: vasti tratti di terra
del continente europeo, infatti, sono finiti in mano a colossi industriali,
speculatori, ricchi acquirenti stranieri e fondi pensione, favorendo così
la concentrazione delle attività agricole e delle ricchezze terriere
in poche mani e impedendo
alla gente comune di dedicarsi all'agricoltura.
Stando a quanto emerge da una ricerca condotta da Transnational Institute
e riportata oggi dal Guardian, oggi il 50% delle terra agricola europea
è concentrata nelle mani delle grandi aziende (con 100 ettari e
più di terreno), che rappresentano solo il 3% delle circa 12 milioni
di aziende Ue. Protagonisti di questo accaparramento sono grandi imprese
cinesi, fondi sovrani mediorientali ed hegde fund, così come oligarchi
russi e colossi agricoli.
"Questa concentrazione di proprietà della terra è iniziata
decenni fa, ma ha subito un'accelerazione", si legge nel rapporto,
che punta il dito anche contro i sussidi europei, accusati di favorire
tali operazioni: "In Italia, per esempio,
nel 2011 lo 0,29% delle aziende ha avuto accesso al 18% degli incentivi
previsti dalla Politica agricola comune (Pac) e lo 0,0001 di queste (ossia
150 aziende) hanno accaparrato il 6% di tutti i sussidi". Sempre
in Italia, sottolinea lo studio, circa 22.000 aziende con oltre 100 ettari
controllano oltre 6,5 milioni di ettari di tutta l'area coltivabile del
Paese. Se si escludono le terre demaniali, i restanti 4,5 milioni di ettari
sono concentrati nelle mani di 19.000 aziende private. (www.ilmondo.it)
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