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FATTI E
PERSONE
Inflazione: la discesa dei prezzi non risolleva i consumi. No ad aumento
Iva, costerebbe 1 miliardo in più solo per la tavola
Secondo la Cia, ormai il crollo
della domanda interna è diventato strutturale, coinvolgendo beni
primari come il cibo. La contrazione della spesa delle famiglie coinvolge
sia le quantità che la qualità dei prodotti alimentari acquistati.
I prezzi al consumo si raffreddano, ma le buste della spesa restano tragicamente
vuote. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito
ai dati definitivi dell’Istat che rivedono al ribasso l’inflazione
a marzo dall’1,7 all’1,6 per cento.
La discesa dei prezzi, dovuta soprattutto alla forte decelerazione dei
carburanti, descrive un crollo della domanda interna oramai strutturale,
che coinvolge non più solo il “superfluo” ma anche
beni primari come gli alimentari -sottolinea la Cia-. Le famiglie non
comprano più: per affrontare le spese obbligate, dai carburanti
alle utenze passando per mutui o affitti, oggi devono necessariamente
“tagliare” sulla tavola.
Nell’ultimo anno -ricorda la Cia- oltre il 50 per cento delle famiglie
ha ridotto i volumi di spesa alimentare ed è addirittura raddoppiata
(dal 6,7 al 12,3 per cento) la quota degli italiani che hanno dichiarato
di non potersi più permettere di mangiare carne o pesce ogni due
giorni. Un comportamento d’acquisto, dettato dalle difficoltà
economiche e dalla crisi, che costringe a tagliare non solo sulle quantità,
ma anche sulla qualità dei cibi acquistati.
Infatti oggi il 28 per cento degli italiani compra quasi esclusivamente
nei discount e il 34 per cento opta per cibi di qualità inferiore
perché sono molto più economici. Inoltre -osserva la Cia-
nelle dispense si moltiplicano cibi in scatola e surgelati e si ricorre
sempre più spesso al “junk food” (+7 per cento), a
tutto scapito dell’ortofrutta (-3,5 per cento).
E’ chiaro quindi che in questa situazione il previsto nuovo aumento
dell’Iva a luglio rischia di dare un colpo mortale al Paese -avverte
la Cia- costando alle famiglie quasi un miliardo in più soltanto
per le spese alimentari. (www.cia.it)
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