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FATTI E
PERSONE
I nuovi 'green jobs' dal campo all'allevamento,
settori chiave per il rilancio economico
Non solo contadino 'bio' o imprenditore
di agriturismo. Contro la doppia crisi economica ed ecologica si punta
all'agricoltura sostenibile come al settore chiave di rilancio della produttività
e della tutela ambientale, e così si moltiplicano i nuovi lavori
'verdi' ad essa collegati. E se alcuni di questi sono ormai entrati nel
vocabolario comune, come l'agronomo o l'apicoltore, altre figure si fanno
strada, dallo zoonomo sostenibile all'ecoauditor. Perché agricoltura
'verde' non significa più soltanto 'biologico', ma biomasse e rinnovabili,
rifiuti, risparmio energetico, taglio elle emissioni di gas a effetto
serra, lotta al dissesto idrogeologico.
Il biologico naturalmente la fa da padrone: l'Italia è il primo
Paese per numero di aziende 'bio' (presenti soprattutto in Sicilia e Calabria)
con 47.663 operatori e un mercato che l'Organic Service stima intorno
ai 3,5 miliardi di euro e che da' lavoro, secondo l'Aiab, l'associazione
italiana per l'agricoltura biologica, a circa 130.000 persone interessando
una superficie pari a 1.113.742 ettari. Il settore conta su diverse professionalità,
tra cui il tecnico della qualità bio che effettua i controlli presso
le aziende agricole e verifica che tutte le attività siano svolte
nel rispetto delle normative e dei disciplinari in vigore, anche attraverso
campioni e analisi di laboratorio.
Al termine di tutte le operazioni, è lui che compila e trasmette
all'ente di controllo tutta la documentazione per il rilascio degli attestati
di certificazione. Ma non si può parlare di agricoltura sostenibile
senza parlare di energia, visto che le imprese agricole italiane richiedono,
secondo l'Enea, un consumo di energia pari a 16,3 Mtep (milioni di tonnellate
equivalenti di petrolio).
Secondo l'Enea e la Coldiretti, dalle filiere agroenergetiche si potrebbe
ottenere un risparmio din almeno 11 Mtep, e infatti, stando all'indagine
Excelsior realizzata da Unioncamere e ministero del Lavoro, il 40% delle
imprese agricole italiane ha dichiarato di aver ridotto, negli ultimi
3 anni, i consumi energetici (metano -30%, elettricità -10%) mentre
un'azienda su 10, fra quelle con dipendenti, ha utilizzato energia autoprodotta.
Anche le energie pulite hanno la loro figura professionale: è l'esperto
in progettazione delle energie rinnovabili che, dopo aver analizzato il
territorio, valuta l'impiego delle diverse tecnologie a seconda del contesto,
dalla biomassa al solare all'eolico.
Poi ci sono i rifiuti, il risparmio idrico e le emissioni di Co2 con cui
fare i conti. Ecco, dunque, la figura dell'ecoauditor, o 'verificatore
ambientale d'impresa', addetto al controllo degli impianti e dei processi
produttivi di un'azienda rispetto alle norme ambientali. E' lui che verifica
la tipologia di rifiuti prodotti, la loro quantità, le emissioni
gassose, i consumi e gli scarichi d'acqua e i consumi energetici e può
indicare all'azienda quali correzioni e modifiche apportare.
La figura dell'ecoauditor è di fatto resa obbligatoria dalla legislazione
europea sul controllo della compatibilità tra cicli di lavorazione
dei prodotti, impianti e strutture delle imprese e la protezione dell'ambiente.
Altra figura emergente è il tecnico degli impianti sostenibili
che si occupa della messa in opera delle soluzioni impiantistiche di tipo
elettrico, idraulico, termoidraulico, di riscaldamento e raffrescamento,
di fitodepurazione, fotovoltaiche.
C'è poi chi si occupa di biodiversità, come l'ecologo vegetale
che redige le liste rosse delle specie minacciate, suggerendo come tutelarle
e come ripristinare gli ambienti. La tutela della biodiversità
rientra anche nei compiti dell'esperto in progettazione delle risorse
agroforestali che si occupa della gestione e del coordinamento degli interventi
del settore, dai vivai forestali al monitoraggio ambientale alla direzione
dei cantieri. Anche lui lavora al recupero di aree degradate, a interventi
di bioingegneria e architettura di paesaggio fornendo assistenza ai cantieri.
Svolge anche studi di valutazione dell'impatto ambientale e previsione
dei rischi (incendi, frane, valanghe). E siccome la sostenibilità
e il biologico non riguardano solo frutta e verdura, ecco lo zoonomo sostenibile
che opera nei settori della zootecnica e si occupa della pianificazione
aziendale e industriale fino alla trasformazione delle carni e l'alimentazione
degli animali in aziende zootecniche, faunistiche, venatorie e di acquacoltura
compatibile.
Fra i compiti che la norma gli assegna, ci sono le attività di
selezione e miglioramento genetico, conservazione e valorizzazione della
biodiversità animale e dei microrganismi di interesse tecnologico
per la trasformazione dei prodotti di origine animale. Ha inoltre il compito
di controllare che tutte le fasi dell'allevamento rispettino i disciplinari
e che i mangimi siano di origine biologica e di filiera controllata.
(www.adnkronos.com)
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