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FATTI E
PERSONE
Commercio Estero: Coldiretti, salvato dal cibo (+2%). Boom Cina (+56%)
In controtendenza rispetto all’andamento generale crescono del 2
per cento le esportazioni agroalimentari con un balzo del 56 per cento
in Cina. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti, sui dati
Istat del commercio estero, relativi al mese di febbraio che confermano
la strategicità del buon cibo italiano nel trainare la ripresa
economica. Si tratta - sottolinea la Coldiretti - di un trend positivo
che conferma l’andamento dello scorso anno con il record di 31,8
miliardi di euro di fatturato all'estero fatto registrare dall’agroalimentare
nazionale. Il vino - sottolinea la Coldiretti - è il prodotto agroalimentare
più esportato con un valore record di 4,7 miliardi di euro nel
2012 seguito dall’ortofrutta fresca, dalla pasta e dall’olio
di oliva che sono i componenti base della dieta mediterranea riconosciuta
in tutto il mondo per le sue qualità salutistiche. Ma il successo
del cibo italiano è dovuto anche al fatto che è diventato
sinonimo di qualità con la conquista - continua la Coldiretti -
del primato in Europa e nel mondo della sicurezza alimentare per il minor
numero di prodotti agroalimentari con residui chimici oltre il limite
(0,3 per cento) che sono risultati peraltro inferiori di cinque volte
a quelli della media europea (1,5 per cento di irregolarità) e
addirittura di 26 volte a quelli extracomunitari (7,9 per cento di irregolarità),
secondo una elaborazione della Coldiretti sulle analisi condotte dall’Efsa,
l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare, su oltre 77mila campioni
di 582 alimentari differenti ed appena pubblicate nel Rapporto annuale
sui residui di pesticidi negli alimenti. Secondo i dati contenuti nel
Rapporto – precisa la Coldiretti - il 98,4 per cento dei campioni
europei esaminati presenta residui entro i limiti, con la percentuale
che sale addirittura al 99,7 per cento nel caso dell’Italia che
conquista il primato e scende al 92,1 per cento per la media dei Paesi
extracomunitari. Il successo del cibo italiano all’estero è
la dimostrazione che nel grande mare della globalizzazione l’Italia
si salva solo ancorandosi a quei prodotti, quei manufatti, quelle modalità
di produzione che sono espressione diretta dell’identità
nazionale, dei suoi territori, delle sue risorse umane. L'andamento sui
mercati internazionali potrebbe ulteriormente migliorare da una più
efficace tutela nei confronti della “agropirateria” internazionale
che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini,
denominazioni e ricette che si richiamano all'Italia per prodotti taroccati
che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale. All'estero
- stima la Coldiretti - il falso Made in Italy a tavola fattura 60 miliardi
di euro e sono falsi due prodotti alimentari di tipo italiano su tre.
(http://www2.coldiretti.it)
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