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FATTI E
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Vino: Coldiretti, la scure dei dazi su boom export in Cina
La spada di Damocle dei dazi si abbatte sull’aumento record del
42 per cento nel primo bimestre delle esportazioni di vino italiano in
Cina dove si è registrato il più elevato tasso aumento del
pianeta nei consumi che hanno raggiunto i 18 milioni di ettolitri, con
il gigante asiatico che si classifica al quinto posto tra i maggiori
paesi bevitori. E’ l'allarme lanciato dalla Coldiretti in occasione
della conclusione di Cantine Aperte nel sottolineare che il boom del vino
è il frutto dell’aumento delle importazioni dell’8
per cento per un valore di 3,4 milioni di ettolitri nel 2012 ma soprattutto
della produzione interna che la Cina ora intende tutelare con l’avvio
di una indagine antidumping nei confronti del vino di provenienza europea
che rappresenta il 58,7% del totale delle importazioni nei primi due mesi
del 2013, secondo il China Security Journal. La decisione - continua
la Coldiretti - nascerebbe da una pressante richiesta dei produttori di
vino cinesi che, attraverso la Chinese Alcoholic Drinks Association,
lamentano che i vini europei arrivano in Cina a prezzi molto bassi tramite
sussidi continentali, andando ad inficiare il mercato del prodotto interno.
La mossa cinese - spiega la Coldiretti - è considerata da molti
una sorta di ritorsione nei confronti della decisione dell'Unione europea
di indagare per misure antidumping, i produttori cinesi dei pannelli solari
importati in Europa. Si tratta in ogni caso - afferma la Coldiretti -
di un duro colpo per la produzione vitivinicola europea che è costretta
a fare i conti con consumi che sono cresciuti leggermente solo in Francia,
sono stabili in Germania, Portogallo e Grecia mentre calano, oltre che
in Italia, anche in Spagna di ben 60 milioni di litri in un anno. Gli
italiani - rileva la Coldiretti - dicono addio ad un bicchiere di vino
su quattro con il crollo record del 22 per cento in dieci anni dei
consumi nazionali che sono scesi a minimo storico dall’Unità
d’Italia ad appena 22,6 milioni di ettolitri, rispetto ai 29 milioni
di ettolitri bevuti negli Stati Uniti e ai 30,3 milioni di ettolitri della
Francia che detiene il primato mondiale. E la situazione - continua la
Coldiretti - del primo luglio, quando, se non interverranno modifiche,
l’Imposta di valore aggiunto passerà dal 21 al 22 per
cento su alcuni prodotti tra cui, appunto, il “nettare di bacco”.
A salvare il bilancio del settore – conclude la Coldiretti - sono
le esportazioni con l’Italia che detiene il primato a livello mondiale
e ha fatto segnare un aumento del 15 per cento nel primo bimestre del
2013 dopo aver fato segnare il record di 4,7 miliardi nel 2012. (http://www2.coldiretti.it)
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