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FATTI E
PERSONE
Il Bel Paese secondo i giovani statunitensi
Presentato il sondaggio realizzato dalla Fondazione Italia USA e la
Loyola University di Chicago
La Fondazione Italia USA ha organizzato a Roma in data 3 giugno 2013,
presso la Camera dei Deputati, Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto,
un meeting inerente alla presentazione del sondaggio “L’Italia
secondo i giovani americani” realizzato dalla Fondazione Italia
USA in collaborazione con Loyola University di Chicago.
Hanno partecipato all’evento, moderato da Giampiero Gramaglia, consigliere
per la comunicazione dell'Istituto Affari Internazionali (IAI), introdotto
dal Presidente della Fondazione Italia USA, Lucio D’Ubaldo e dalla
Prof.ssa Anne Wingenter del John Felice Rome Center - Loyola University
di Chicago, i giornalisti Angela Abbrescia (Ansa), Gaetano Barresi (Giornale
Radio Rai), Pino Buongiorno (Panorama), Moreno Marinozzi (SkyTg24) e Philip
Pullella (Reuters).
Prima di immergersi nell’atmosfera internazionale che si respirava
nella Sala del Refettorio, dato che si passava dall’inglese all’italiano
molto frequentemente, è bene illustrare brevemente cosa sia la
Fondazione Italia USA. Quest’ultima è una istituzione indipendente
e apartitica, che ha l’obiettivo principale di promuovere e testimoniare
il legame di amicizia tra l’Italia e gli Stati Uniti d’America
e pertanto dei rispettivi cittadini.
Il sondaggio “L’Italia secondo i giovani americani”
è giunto alla sua terza edizione come ha affermato il moderatore
Giampiero Gramaglia, pertanto bisogna subito sottolineare il valore e
l’importanza che questa indagine porta con sé. Il sondaggio
(che può essere scaricato direttamente dal sito della Fondazione:
http://www.italiausa.org) intitolato in inglese “American Students’
Thoughts on Italy” è composto da ben 44 quesiti che spaziano
dalla cucina alle automobili, dai problemi alle opportunità in
Italia e cosi via.
Dopo una rapida introduzione del panel dei partecipanti e delle loro relative
esperienze in Italia e negli States, si è passato ad analizzare
il sondaggio che ha destato molto interesse da parte del pubblico selettivamente
invitato. Dalla lettura sono emersi dati incoraggianti sotto alcuni aspetti,
ma non altrettanto per altri, tuttavia questo è del tutto plausibile
dato il difficile periodo che l’Italia – come del resto anche
altri paesi – sta affrontando.
I quesiti presi in considerazione erano davvero tanti ma non potendoli
riportare tutti lo scrivente ne ha preferiti alcuni forse più d’impatto
per l’audience e i nostri cari lettori.
Dall’inchiesta si è riscontrato che gli intervistati americani
che non sono mai stati in Italia e che desiderano fortemente visitarla
sono il 97,12%. L’elemento che attrae principalmente uno studente
americano a venire in Italia è il cibo (28,77%) seguito dalla diversità
culturale (21,74%), dall’imparare una lingua differente (13,66%)
e dalla moda italiana (10,88%). Al quesito n.16 che chiedeva di scegliere
in quale paese si volesse vivere dopo gli USA, il 18,04% ha risposto l'Italia,
portandoci al secondo posto sotto il Regno Unito (26.12%). Altro indice
positivo è quello inerente al vino, secondo ben il 49,22% dei giovani
americani, l’Italia ne è il miglior produttore al mondo.
Dal sondaggio però sono emersi anche alcuni punti negativi, ad
esempio, l’incarcerazione di Amanda Knox, che ha scoraggiato non
di poco molti connazionali dallo studiare in Italia secondo 81,12%. Punto
degno di nota è quello inerente la possibile fusione FIAT –
Chrysler. Per la quasi maggioranza dei giovani americani questa possibile
fusione potrebbe portare benefici per entrambi le economie, proprio come
il rafforzamento delle relazioni tra i due paesi che si verrebbe a creare.
Tuttavia l’83,53% afferma che il quartier generale della FIAT-Chrysler
dovrebbe essere in USA e non in Italia. Infine per concludere il sondaggio,
da quest’ultimo si sono riscontrate alcune lacune, una su tutte
la conoscenza della Commissione Europea e che le scarpe tipiche degli
italiani siano gli stivali di cuoio… ma sorvoliamo.
Comunque sia si è trattato di un sondaggio davvero interessante
per meglio comprendere come viene relativamente vista l’Italia oltre
oceano, e dobbiamo dire che ci siamo difesi piuttosto bene. A conclusione
dell’evento è stato chiesto a ogni membro del panel cosa
invece fosse piaciuto degli USA e cosa no. Per i pro la maggior parte
ha annoverato la capacità degli USA di riprendersi, rinnovarsi
e il loro ritorno alla produzione manifatturiera nazionale (es. Apple);
mentre ciò che ha deluso è stato la riforma sanitaria, la
regolamentazione delle armi e il fatto che Guantanamo sia ancora aperto.
L’evento è terminato con una conclusione degna di nota del
Presidente della Fondazione Italia USA, Lucio D’Ubaldo che molto
diplomaticamente ha ammesso che benchè l’Italia si sia trovata
-e si trovi tutt’ora- in una situazione difficile sia nell’ambito
politico che in quello economico-sociale occorra partendo da noi singoli
cittadini riuscire a ribaltare questa negatività che viene trasferita
di continuo alla massa. Bisogna agire, cominciando dalla nostra creatività
ammirata nel mondo per l’imprenditoria, la cucina raffinata, la
scienza ed il design, tutti elementi che ci permettono di creare ponti
con altri paesi e culture, oltre a rafforzare legami esistenti proprio
come quello solido tra l’Italia e gli Stati Uniti.
(Stefano De Cupis - www.lavocedinewyork.com)
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