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FATTI E
PERSONE
Cia, in agricoltura occupati calano appena dello 0,
2%
Nel 2012 l'agricoltura ha difeso i suoi posti di lavoro. A dispetto di
tutti i problemi che condizionano la competitività delle aziende
-dai costi produttivi record ai prezzi sui campi non remunerativi- il
settore ha chiuso l'anno con un calo dello 0,2 per cento degli occupati.
Sintesi di un aumento record del numero di lavoratori dipendenti assunti
nell'arco dei dodici mesi (+3,6 per cento), ma di un altrettanto pesante
crollo degli autonomi (-3,7 per cento). Lo afferma la Cia-Confederazione
italiana agricoltori, commentando i dati Istat diffusi oggi.
In un anno "nero" per il mercato del lavoro italiano, con il
tasso di disoccupazione ai massimi dal 1993 -spiega la Cia- l'agricoltura
è riuscita a evitare l'emorragia e a mantenere sostanzialmente
stabile il numero di addetti nel comparto. Un risultato che diventa ancora
più significativo se paragonato a quello degli altri settori produttivi:
escluso il terziario, che archivia il 2012 con un +0,7 per cento degli
occupati, sia l'industria che le costruzioni sono crollate sotto il peso
della crisi, con una riduzione rispettivamente del 2,7 per cento e del
5 per cento del numero di addetti.
Tra l'altro -continua la Cia- il settore primario riesce a contenere la
disoccupazione anche al Sud e tra le donne. Mentre il tasso medio di disoccupazione
nel Mezzogiorno è cresciuto nel 2012 fino al 17,2 per cento e a
gennaio ha avuto un picco del 49,9 per cento per le giovani donne meridionali,
l'agricoltura è riuscita a incrementare dell'1 per cento le assunzioni
al Sud, offrendo sbocchi e opportunità lavorative soprattutto alle
ragazze. Oggi infatti le donne occupate nel comparto sono 406 mila, cioè
quasi il 40 per cento del totale, e insieme le lavoratrici della terra
in Puglia, Calabria, Campania e Basilicata rappresentano circa il 70 percento
della forza lavoro "rosa" in agricoltura. (www.agi.it)
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