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FATTI E
PERSONE
Consumi: Coldiretti, si spende più per acqua che olio.
Rischia salute.
Gli italiani hanno speso più per l’acquisto di acqua che
per quello di olio di oliva anche per l’invasione di prodotti low
cost spacciati come Made in Italy ma di qualità scadente. E’
quanto emerge da una analisi della Coldiretti presentata al Vinitaly-Sol
nell’ambito dell’incontro “L’extravergine tra
origine e qualità”, organizzato dal Corpo Forestale dello
Stato, dalla quale si evidenzia che è crollata ad appena 11,42
euro al mese la spesa media delle italiane per l’olio di oliva
che è risultata superiore a quella di 11,79 euro dell’acqua
minerale. Con la crisi che costringe gli italiani a risparmiare
si è verificata - sottolinea la Coldiretti – una proliferazione
sui banchi dei supermercati di oli d’oliva provenienti dall’estero,
di dubbia qualità, come dimostra il boom di sequestri di bottiglie
irregolari effettuato dalle forze dell’ordine. Sul mercato si trovano
oli di oliva venduti come italiani a prezzi che - continua la Coldiretti
- non riescono a coprire neanche i costi di raccolta delle olive. Ma risparmiare
oltre un certo limite è pericoloso perché – precisa
la Coldiretti - si rischia di cadere nella trappola delle frodi alimentari
e di mettere quindi a rischio la salute.
L’olio di oliva è praticamente presente sulle tavole di tutti
gli italiani con un consumo nazionale stimato - sottolinea la Coldiretti
- in circa 12 chili a testa. L’Italia è il secondo produttore
mondiale di olio di oliva con circa 250 milioni di piante e una produzione
che nel 2012 è stata in calo del 12 per cento quest’anno,
ma ha raggiunto di circa 4,4 milioni di quintali e può contare
su 40 oli extravergine d'oliva Dop/Igp.
Tuttavia l’Italia – sottolinea la Coldiretti - è il
più grande importatore mondiale di olio che ha acquistato olio
dall'estero per circa 1,1 miliardi di euro a fronte di un valore delle
esportazioni che ha superato 1,2 miliardi. Se si analizza, invece, il
dato relativo alle quantità, gli arrivi di prodotto dall’estero
continuano a superare le vendite. Un segnale incoraggiante viene però
– continua la Coldiretti – dal calo delle importazioni di
olio d’oliva dall’estero nel 2012, con una diminuzione complessiva
del 4,2 per cento, ma che nel mese di dicembre ha raggiunto il picco del
20 per cento, in concomitanza con l’iter che ha portato all’approvazione
della legge salva-olio Made in Italy all’inizio dell’anno.
Con la legge salva olio ha preso il via nel 2013 una vera rivoluzione
sulle tavole per il condimento più amato dagli italiani. Dall’introduzione
in etichetta del termine minimo di conservazione a 18 mesi dalla data
di imbottigliamento all’importante riconoscimento di nuovi parametri
e metodi di controllo qualitativo che consentano di smascherare i furbetti
dell’extravergine, dalla fissazione di sanzioni in caso di scorretta
presentazione degli oli di oliva nei pubblici esercizi all’estensione
del reato di contraffazione di indicazioni geografiche a chi fornisce
in etichetta informazioni non veritiere sull’origine, dall’introduzione
di sanzioni aggiuntive come l’interdizione da attività pubblicitarie
per spot ingannevoli al rafforzamento dei metodi investigativi con le
intercettazioni, fino al diritto di accesso ai dati sulle importazioni
aziendali fino, sono solo alcune delle novità introdotte dal provvedimento
secondo la Coldiretti.
“Il risultato di una battaglia fatta dalla Coldiretti insieme ai
consumatori, alle forze dell’ordine, al mondo della ricerca e alla
magistratura verso la direzione della trasparenza e contro le lobby, a
difesa dell’olio italiano di cui dobbiamo andare fieri”, ha
affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini che ha criticato
l’Unione Europea “che spesso sotto le pressioni delle lobby
si limita a contestare i dettagli senza rispettare il sacrosanto diritto
dei cittadini ad avere informazioni leggibili in etichetta”. “Non
è questione di essere europeisti o non europeisti, ma della necessità
di portare finalmente l’Italia in Europa e collocare tra le priorità
il nostro agroalimentare come risorsa strategica per il futuro del Paese.
E tutto ciò - conclude Marini - anche a rischio di andare in infrazione
comunitaria sull’applicazione delle leggi”. (www2.coldiretti.it)
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