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FATTI E
PERSONE
Vigne bagnate ma sane
Vigne annaffiate dall'eccesso di precipitazioni ma, al momento,
non attaccate dalle infezioni. Le basse temperature, provvidenziali per
la sanità, hanno però rallentato il ciclo vegetativo delle
piante.
Queste prime giornate di sole estivo sembrano far presagire una svolta
per il tempo metereologico di giugno, dopo una primavera particolarmente
difficile per l’agricoltura italiana che, soprattutto nelle regioni
del nord e del centro del paese, ha dovuto fare i conti con l’eccezionale
piovosità e la neve a bassa quota fino al mese di maggio. Per non
parlare delle temperature, che sono rimaste sotto le medie del periodo
fino a questi giorni. Da varie zone vitivinicole d’Italia, i Vignaioli
indipendenti associati a FIVI – Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti,
tracciano un quadro della situazione ora che l’estate pare essere
(forse…) in arrivo. Nel Nord Italia, dalle colline trevigiane a
quelle dell’Oltrepò Pavese, dal Piemonte al Trentino Alto
Adige alle vallate franciacortine, le opinioni dei viticoltori si sovrappongono:
- Le vigne sono bagnate ed è difficile lavorarle data la penuria
di sole. Si attendono i rari momenti di asciutto per intervenire rapidamente
ove necessario. Al poco tempo si aggiunge la difficoltà ad entrare
nei vigneti con i mezzi, dato che il terreno molto morbido è difficile
da percorrere, soprattutto per chi ha a che fare con forti pendenze. Le
basse temperature rispetto alle medie del periodo hanno evitato, fino
ad ora, il prosperare di infezioni quali la peronospora, sempre in agguato
date le condizioni di elevata e perdurante umidità. Il freddo però
ha anche causato un ritardo generalizzato di circa due settimane del ciclo
vegetativo che, pur con differenze fra i vari territori della penisola,
in questo momento si trova nelle delicate fasi della fioritura e dell’allegagione.
Ove già formatisi, i grappoli sono ancora di piccole dimensioni
e, se il calore non sarà eccessivo, riusciranno ad evolvere normalmente.
Qualora la temperatura si elevasse troppo, e in tempi molto brevi, si
rischiano attacchi di peronospora agli apparati ancora verdi con conseguenti
possibili problemi di riduzione della produzione -. Purtroppo in alcune
aree si sono verificati episodi di precipitazioni violente, anche grandinate,
che hanno creato seri danni. La situazione nelle regioni del Centro Italia
ricalca quanto già espresso. Le vigne che sono state seguite con
attenzione non manifestano problemi seri. In particolare, lasciare inerbiti
i terreni si è rivelata una mossa saggia in momenti come questi,
dato che l’erba rallenta il propagarsi della peronospora ed evita
il trasformarsi del terreno in fango. La costa tirrenica, grazie a temperature
mediamente più elevate, ha beneficiato di condizioni migliori rispetto
a quella adriatica e alle zone interne di Marche e Toscana per esempio.
Qui, il deficit di illuminazione protrattosi per molti mesi e la terra
che, a causa delle basse temperature, fatica a scaldarsi, rallentano il
processo di fioritura. Di questo quadro anomalo, non roseo ma al momento
nemmeno drammatico, sono escluse in parte le aree vitivinicole del Sud
Italia, che stanno vivendo sprazzi d’estate dall’inizio di
maggio, anche se intervallati da giornate nuvolose in cui le temperature
passano bruscamente a valori inferiori ai consueti. Le precipitazioni
non hanno comunque risparmiato il Meridione. In Sicilia, ad esempio, manifestandosi
sotto forma di fenomeni non violenti come pioviggini mattutine. L’eccesso
di umidità è stato in molte aree compensato dalla presenza
notevole del vento che, pur danneggiando a volte i tralci più esposti,
ha mantenuto asciutta la vegetazione. Questo fatto, insieme a temperature
mediamente più fresche di quelle di solito registrate nel mese
di maggio, ha evitato l’attecchire di infezioni. Per far capire
quanto l’andamento stagionale 2013 sia stato “multiforme”,
val la pena citare la zona del Crotonese in Calabria, in controtendenza
rispetto al resto del “vigneto italiano”. Quest’area
della costa ionica è in penuria d’acqua, perché da
quasi due mesi non piove. La fioritura è iniziata qualche settimana
fa e i grappoli sono già formati. La situazione è comunque
buona, perché febbraio e marzo piovosi hanno garantito l’accumulo
di riserve idriche nei terreni.
FIVI - Federazione Italiana dei Vignaioli
Indipendenti
Laura Sbalchiero
Ufficio Stampa
laurasbalchiero@gmail.com
mob. 347 9769267
Attualmente sono oltre 700 i produttori
associati, da tutte le regioni italiane, per un totale di circa 7.000
ettari di vigneto, quindi una media di circa 10 ettari vitati per azienda
agricola. 412.000 sono gli ettolitri di vino prodotti, 55 i milioni di
bottiglie commercializzate e oltre 0,5 i miliardi di euro di fatturato.
I 7.000 ettari di vigneto sono condotti per il 44 % in regime biologico/biodinamico,
per il 18 % secondo i principi della lotta integrata e per il 38 % secondo
la viticoltura convenzionale.
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