FATTI E PERSONE

VENDEMMIA CON L’ASINO

L’utilizzo dell’asino nella vendemmia sembra essere in linea con la filosofia di Daniele Malavasi, titolare dell’azienda vinicola di Pozzolengo, in provincia di Brescia, zona notoriamente vocata al Lugana. Si tratta di una viticoltura “ripensata”, rispettosa dell’ambiente, che a poco a poco – oggi solo in via sperimentale – possa sostituire le macchine con l’antica tradizione degli animali in vigna. L’Azienda ha inoltre adottato come filosofia di produzione un programma di crescita qualitativa dei suoi vini nel rispetto della sostenibilità, riducendo al massimo il contenuto di anidride solforosa e l’utilizzo di altre sostanze chimiche in cantina.
Ma la notizia è che le attività di mediazione con l’asino sono anche interventi di “educazione e rieducazione” nelle relazioni finalizzate a promuovere condizioni di benessere per l’uomo. Si tratta di attività co-terapiche di supporto alla medicina e alla psicologia tradizionale che hanno il compito di potenziarne gli esiti positivi, svolgendo un lavoro parallelo ad altri interventi. Il rapporto con gli animali rappresenta una opportunità, una strada privilegiata per ottenere risultati di vario genere sul piano della comunicazione. L’asino, con le sue caratteristiche etologiche, fisiche, comportamentali e simboliche, rappresenta potenzialmente un facilitatore nelle relazioni. La comunicazione non verbale diventa il canale preferenziale che rende possibile l’espressione, in modo graduale, più intima di sé. Inoltre, quando i bambini non possono essere allattati al seno e presentano intolleranze al latte vaccino, tra le varie terapie ipotizzabili quella del latte d'asina appare la migliore. Infatti, a differenza degli altri sostituti del latte materno, caratterizzati da deficienze nutrizionali e induzione a reazioni allergiche, questo alimento naturale si dimostra in grado non solo di nutrire a basso rischio di allergenicità, ma anche di permettere al neonato di costruirsi un normale e completo sistema immunitario. Attraverso la  conoscenza degli asini, “animali a rischio di estinzione”, docili, cordiali, affettuosi e disponibili, e la scoperta dell’ambiente naturale, è possibile scoprire aspetti del passato e della natura che sono alla base della nostra cultura. In gioco anche i cinque sensi: il tatto come primo approccio per entrare in contatto, l’olfatto per annusare, “farsi conoscere” e scoprire odori nuovi, l’udito per “farsi sentire” e ascoltare, la vista per osservare e cogliere i diversi comportamenti, il gusto per “assaporare” e conoscere l’alimentazione dell’asino. L’Asino, da sempre dipinto come animale poco intelligente,  ha invece molte qualità da scoprire e soprattutto ha molto da raccontare. I diversi utilizzi dal passato al presente (storia), le  razze e le regioni del pianeta in cui vive (geografia), come è fatto questo mammifero (scienze), i racconti popolari, le tradizioni, le favole… (Per maggiori informazioni: www.terradegliasini.it – e-mail: terra.asini@hotmail.it – gdarca@hotmail.it).
Per quanto concerne l’azienda Malavasi, Daniele, il titolare, è nato un po’ tra le botti, la sua famiglia produce vino da quattro generazioni e lui ha imparato subito ad amare la terra e a studiare e comprendere i grappoli intimamente. Il bisnonno Tita produceva vino dai primi dell’800 e il nonno Callisto dopo di lui: in questa famiglia le tradizioni e i valori contadini sono stati il nutrimento indispensabile, la linfa vitale. Per nascita e per passione, Daniele Malavasi ha dunque abbracciato e condiviso da sempre l’amore per le vigne, che la sua famiglia gli ha trasmesso, e soprattutto la profonda conoscenza della sua terra. E’ difficile non rimanere folgorati dalla campagna alle porte di Sirmione, del resto la zona del Garda rappresenta una perla nel panorama italiano. Dalla vigna alla cantina l’attenzione è massima, ogni passaggio è curato con perizia, tenendo fede alla millenaria tradizione contadina, fatta di vita in simbiosi con la natura, ma anche avvalendosi di quelle innovazioni tecnologiche che consentono di accompagnare e seguire tutta la filiera produttiva nel rispetto massimo dell’igiene e dell’integrità del grappolo, che permette di ricorrere solo in casi estremi e strettamente necessari all’utilizzo di agenti non naturali. Il segreto? Rispettare l’armonia tra luogo, vitigno e antiche memorie, integrando questo magico incastro con nuove conoscenze (www.malavasivini.it/).

Leonella Zupo (ASA)

 


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