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FATTI E
PERSONE
Esclusivo sondaggio di Fieragricola (6-9 febbraio 2014) a 4.200 agricoltori
e allevatori
Sviluppo rurale, regioni indipendenti ma con regole omogenee. sondaggio
Fieragricola, De Castro: riforma Pac vicina alle imprese
Approvata la riforma della Politica agricola comunitaria fino al 2020,
gli agricoltori italiani chiedono che a gestire i 10,5 miliardi stanziati
per lo Sviluppo rurale siano ancora le Regioni: quelle che spendono di
più e meglio. Magari organizzandosi per aree omogenee, la strada
privilegiata per garantire al comparto primario il presidio del territorio,
la qualità delle produzioni Made in Italy, veicolo privilegiato
per sostenere l’economia del Paese.
Così hanno risposto 4.200 agricoltori e allevatori al sondaggio
esclusivo apparso nei giorni scorsi sul sito di Fieragricola (www.fieragricola.it
<http://www.fieragricola.it/> ), manifestazione internazionale dedicata
al settore primario, in programma a Veronafiere dal 6 al 9 febbraio 2014.
Si tratta, guardando l’elevato numero di risposte, di un campione
altamente significativo formato da imprenditori agricoli del Nord (58%),
Centro (27%) e Sud/Isole (15%).
Tre le domande rivolte.
Innanzitutto, la destinazione delle risorse per l’agricoltura non
utilizzate, visto che per la prima volta i fondi residui non faranno ritorno
a Bruxelles. Che farne? Ebbene, il 99% del campione ha risposto che «devono
essere destinate alle Regioni con maggiori capacità di spesa agricola»,
mentre l’1% ritiene che debbano «ritornare nella disponibilità
dello stato centrale», quindi del Governo.
Orientamento schiacciante anche sulla redazione dei prossimi Piani di
sviluppo rurale (Psr), oggi di pertinenza di ciascuna Regione (oltre alle
province autonome di Trento e Bolzano). Il 98% delle risposte insiste
per mantenere l’autonomia delle Regioni, uniformando tuttavia i
Psr in base a territori o produzioni omogenei; il restante 2% vorrebbe
invece definire i Psr per aree territoriali omogenee, riducendone così
il numero e di conseguenza la libertà decisionale delle Regioni.
Sostanziale equilibrio, invece, sulla modulazione, cioè la possibilità
di trasferire fino al 15 per cento della dotazione nazionale dai
pagamenti diretti (1° pilastro) allo sviluppo rurale (2° pilastro).
Il 32% degli addetti ai lavori non vorrebbe modificare la ripartizione
attuata da Bruxelles; il 35% dirotterebbe una parte delle risorse dal
1° al 2° pilastro, mentre il 33% compierebbe il percorso inverso,
vale a dire spostando il 15% dei fondi dagli aiuti diretti allo sviluppo
rurale.
Sulle risposte al sondaggio di Fieragricola è intervenuto anche
Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento
europeo: «Gli agricoltori – commenta – saranno contenti
di questa riforma. Anche negli Stati Membri che hanno una articolazione
regionale, come l’Italia, non esisterà più il disimpegno,
ma i fondi non utilizzati andranno a Roma, che le andrà a distribuire
alle regioni più virtuose».
Sulla necessità di uniformare i Piani di sviluppo rurale, mantenendo
l’autonomia delle Regioni, De Castro spiega che si tratta di una
linea «indipendente dalle politiche europee. L’Italia finora
ha scelto i piani articolati per regione, ma queste possono mettersi d’accordo
e definire regole con una certa similitudine, mantenendo l’autonomia,
non per macroregioni».
Per il prof. Dario Casati, economista agrario, «le risposte evidenziano
la maturità degli agricoltori e una sostanziale fiducia nei confronti
dei piani regionali. I sondaggi di Fieragricola, con oltre 4.200 rappresentanti
dell’agricoltura coinvolti, costituiscono un numero rilevante di
opinioni da non sottovalutare affatto».
«Oggi Fieragricola è l’unica rassegna dell’agricoltura
in grado di catalizzare e trasmettere su così ampia scala l’opinione
degli imprenditori agricoli – osserva il direttore generale di Veronafiere,
Giovanni Mantovani –. Questo fa della manifestazione un punto di
riferimento per gli espositori e i visitatori, ma anche uno strumento
per trasmettere le istanze del settore alle istituzioni, Governo e Regioni
in primis, in modo da sostenere concretamente con provvedimenti adeguati
il futuro del comparto primario». Non solo. Fieragricola si inserisce
nel sistema di Veronafiere dedicato all’agroalimentare dalla produzione
al prodotto finito. «Da Fieragricola a Vinitaly, passando per Siab,
Eurocarne, Sol&Agrifood, rappresentiamo il 45% dell’offerta
fieristica dell’agroalimentare», conclude Mantovani.
Servizio Stampa Veronafiere
Tel.: +39.045.829.82.42-82.85
E-mail: pressoffice@veronafiere.it
Web: www.fieragricola.it
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