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FATTI E
PERSONE
La Pig Idea dei Master chef Gb: rifiuti ai
maiali per risparmiare
I grandi chef inglesi, tra cui l'ultimo
vincitore del reality show, personalità e ambientalisti lanciano
la campagna Pig Idea con l'obiettivo di conferire gli scarti alimentari
ai suini per risparmiare, fare costine migliori e salvare l'ambiente.
Gli allevatori dicono no: rischio epidemie
Basta dare perle (nel senso di costosissimi e anti-ecologici mangimi a
base di soia) ai porci. La Gran Bretagna ha bisogno di risparmiare, rispettare
di più l'ambiente e mangiare costine di qualità. Così
ai grandi chef inglesi è venuta un'idea geniale: tornare a nutrire
i maiali di sua Maestà con i rifiuti alimentari. "Quello che
hanno sempre fatto nel passato", sostengono i promotori di "Pig
Idea" la campagna lanciata in questi giorni da una nutrita schiera
di Vip d'Oltremanica. I testimonial sono molti cuochi "stellati"
del paese, dall'italiano Giorgio Locatelli (una superstar della ristorazione
sul Tamigi) a Thomasina Miers vincitrice di una dlele ultime edizioni
di Master Chef. La loro teoria: riportare indietro l'orologio dell'allevamento
suino, riprendendo ad alimentare gli allevamenti con la "spazzatura"
derivata dal cibo.
Perché? Le loro ragioni sono semplici. La prima è che si
trasforma un problema (l'inquinamento e lo smaltimento) in un'opportunità.
Usare questa porzione della pattumiera come nutrizione animale - dicono
- riduce di 20 volte le emissioni di CO2 causate da compostaggio e discarica.
Non solo: il 60-75% delle spese di un allevamento sono legate all'alimentazione
delle bestie. E oggi i porcelli inglesi si nutrono di costosi derivati
della soia, il 97% della quale arriva dal Brasile accelerando a ritmi
geometrici la deforestazione dell'Amazzonia. Il prezzo del mangime ha
falcidiato tra l'altro il business: nel 1998 nel paese
c'erno 9,1 milioni di capi. Oggi sono scesi a 4,8 e il 60% del consumo
delle tavole Gb è garantito dalle importazioni dagli allevamenti
intensivi della Danimarca e dell'Olanda. "Viviamo in un mondo assurdo
in cui i maiali non possono mangiare quello che si mettono nel piatto
gli umani. E invece per farli ingrassare abbattiamo la foresta pluviale,
il polmone del pianeta", dice il manifesto di Pig Idea (www.pigidea.org).
L'iniziativa dei superchef (condita da decine di feste e manifestazioni)
non è piaciuta però ai diretti interessati. Non i maiali,
loro in fondo sono solo le vittime, ma gli allevatori. "Pulire i
rifiuti per renderli commestibili ai porci è un lavoro troppo costoso
- ha spiegato per tutti la Bpex, l'associazione di settore -. Ricordiamoci
sempre che c'è un veto europeo all'uso di rifiuti alimentari nelle
porcilaie dal 2001 per un motivo chiaro: a causare l'epidemia di afta
epizootica allora fu proprio l'inquinamento del cibo derivato da questa
fonte. E in quell'occasione il dramma sanitario costò 8 miliardi
di sterline al paese, la chiusura di 10mila fattorie e la macellazione
di 6,5 milioni di animali". Pig Idea respinge queste affermazioni.
Giappone, Corea, Cina e Stati Uniti utilizzano questa fonte di cibo per
le loro bestie, sostiene. Basta centralizzare il trattamento in areee
ad hoc per rendere facilmente commestibile e sicuro dal punto di vista
sanitario il rifiuto alimentare. A riciclare il tutto poi, prima di tornare
in tavola nell'ingrato ruolo di cibo per umani, sono gli stessi maiali.
(Ettore Livini - www.repubblica.it)
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