FATTI E
PERSONE Cresce la dimensione media delle imprese. L'agricoltura italiana è stata segnata negli ultimi anni anche da un importante processo di consolidamento strutturale. Tra il 2010 e il 2012, mentre le imprese senza addetti hanno registrato una significativa contrazione (-7,9%) e quelle fino a cinque addetti hanno visto ridurre di misura la propria base, è cresciuto esponenzialmente il numero delle imprese più strutturate: 18,4% quelle con 10-19 addetti, 37% quelle con 20-49 addetti e addirittura 60,9% quelle con più di 50 addetti. Negli anni della crisi il lavoro dipendente nell'agricoltura è aumentato: 4,6% gli occupati dipendenti e 5,1% quelli con meno di 35 anni. Dal censimento dell'agricoltura del 2010 sono emersi altri cambiamenti strutturali. Alla diminuzione del numero delle imprese agricole e alla riduzione delle superfici coltivate, ha corrisposto un incremento del 44% della dimensione media della superficie agricola utilizzata, che si attesta oggi a quasi 8 ettari. La diminuzione del numero delle imprese ha riguardato quelle di piccolissima dimensione: il loro numero si è dimezzato in dieci anni (-51%). La crescita della dimensione media ha interessato tutte le aree del Paese, e in particolare Sicilia e Sardegna, dove l'incremento è stato dell'82%, passando da 5 a 9,1 ettari in media. Aumenta anche la flessibilità delle forme di possesso dei terreni. Tra il 2000 e il 2010 le forme diverse dalla proprietà (affitto e uso gratuito) riguardano ormai il 38,1% della superficie coltivata (un valore che nel 2000 era pari al 23,2%). Diversificazione di qualità
ed export d'eccellenza: le chance immediate dell'agricoltura. La diversificazione
delle produzioni e l'attenzione alla qualità dei prodotti sono
le dinamiche più importanti che stanno interessando oggi l'agricoltura
italiana. Tra il 2008 e il 2011 sono aumentati del 4,2% i produttori di
prodotti agroalimentari di qualità (Dop, Igp, Stg), soprattutto
nelle regioni del Sud (+21,6%). Nello stesso periodo le aziende agrituristiche
autorizzate sono cresciute di quasi 4.000 unità, passando da 18.480
a 20.413, registrando un aumento del 10,5% in cinque anni. Il contributo
dei beni agricoli all'export italiano potrebbe essere del 6,6% nel periodo
2014-2016. I beni alimentari presentano un potenziale contributo di crescita
che raggiungerebbe il 3,8% nel 2013 e il 7,3% nel periodo 2014-2016. L'export
italiano di vini da tavola e di vini di qualità ha raggiunto nel
2011 un valore di 5,4 miliardi di dollari, con un incremento del 26,3%
rispetto al 2007 e del 16,3% tra il 2010 e il 2011. Cina (+46,6%), Ungheria
(+22,1%) e Russia (+17,3%) sono i Paesi di destinazione a più alta
crescita. L'olio di oliva italiano, con una quota del 29,9% sul totale
del mercato mondiale nel 2011 e un incremento del valore esportato del
12,9% rispetto al 2007, ha una capacità di offerta pari a un miliardo
e 721 milioni di dollari.
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