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FATTI E
PERSONE
Il trend s’inverte: a dispetto dell’esperienza
i giovani italiani fanno food coaching ai più adulti
Sono stati presentati il 17 ottobre, in
occasione del XV Corso Nazionale ADI (Associazione di Dietetica e Nutrizione
clinica) in corso a Lecce, i dati della V edizione dell’Osservatorio
Nestlé – Fondazione ADI. Lo studio, che rappresenta una delle
più complete analisi sulle abitudini alimentari e sullo stato di
forma fisica della popolazione italiana, in questa edizione ha raggiunto
oltre 8 mila partecipanti, per un totale di oltre 43 mila interviste in
5 anni. Buone notizie emergono dall’indagine: continua il trend
positivo iniziato lo scorso anno con una percentuale stabile al 54 % di
coloro che risultano normopeso. Ancora alta, invece, la percentuale delle
persone in sovrappeso (30%) mentre risulta leggermente in calo rispetto
al passato la percentuale degli obesi al 13% (16% nel 2010).
Il nuovo trend: i giovani food coach E’ opinione comune che i giovani
mangino male con abitudini alimentari errate a scapito della sana alimentazione.
E invece no. La fotografia che emerge dai risultati dell’Osservatorio
è molto incoraggiante: circa il 66% dei giovani italiani tra i
16 e i 34 anni risulta essere normopeso (in confronto al 44,6% del cluster
45-65).
“Abbiamo l’impressione che le tante iniziative di sensibilizzazione
finalizzate ai corretti stili di vita comincino ad avere qualche successo.
Purtroppo le buone abitudini sembrano limitate alla fascia più
giovane e non coinvolgere proprio le persone più a rischio, in
relazione a età, malattie metaboliche e patologie cardiovascolari.
I giovani cominciano a dare il buono esempio; abbiamo la speranza che
questo trend possa in tempi brevi coinvolgere anche i meno giovani”
commenta il dott. Giuseppe Fatati, Presidente della Fondazione ADI e coordinatore
scientifico dello studio.
Una fotografia che si può definire incoraggiante se correlata anche
ai dati relativi allo stile di vita: sono infatti in diminuzione gli italiani
che fanno vita sedentaria (31% rispetto al 35% dello scorso anno) e, anche
tra coloro che dichiarano non praticare sport (66%), è evidente
una forte volontà di avere uno stile di vita attivo, se si considera
che il 35% infatti, dichiara di fare delle lunghe passeggiate appena possibile
e di preferire, comunque, di muoversi a piedi.
Le cattive abitudini Secondo i dati dell’Osservatorio Nestlé
Fondazione – ADI sono in leggero aumento gli italiani che saltano
i pasti (29% quest’anno contro il 26% dell’anno scorso), pessima
abitudine radicata soprattutto tra le persone obese che ammettono di saltare
i pasti più volte durante la settimana (23%), e meno nei normopeso
(17%), indice ancora una volta di come lo stile di vita influisca concretamente
sullo stato di salute dei consumatori. In aumento, inoltre, gli italiani
che fanno una colazione veloce: tra questi la maggioranza sono in sovrappeso
o obesi mentre per le persone normopeso la percentuale rimane più
bassa, nonostante più del 70% di questi dedichi ancora poco tempo
alla colazione (meno di 15 minuti).
I falsi miti La convivialità risulta essere un argomento confuso
per gli italiani e fonte di contraddizione: 7 su 10 dichiarano di vivere
il momento dei pasti con convivialità eppure solo il 15% degli
italiani fa colazione assieme alla famiglia. Inoltre, sono in aumento
anche le persone che pur parlando con i commensali svolgono altre attività
(telefono, tablet, radio) durante il pasto. Italiani dunque multitasking
o poco conviviali
Pasti più “leggeri” Fare un “bel pasto completo”
al giorno d’oggi, sembra non andare più di moda. Stando ai
risultati dell’Osservatorio Nestlé - Fondazione ADI, gli
italiani che si dedicano un pasto completo sono sempre meno, quest’anno
pari al 15% del campione (23% lo scorso anno). A pranzo si preferisce
un primo (44%) o un secondo (32%), a cena invece si preferisce un secondo
piatto 54%, anche se gli italiani che optano anche per un bel piatto di
pasta è aumentato leggermente rispetto allo scorso anno (16% nel
2013 rispetto al 12 %del 2012). Sia per pranzo che per cena gli italiani
prediligono la compagnia della famiglia, ed in particolare la cena è
un momento casalingo (il 93% degli intervistati la consuma a casa) e da
trascorrere con amici e famiglia (86%).
“Il pasto monoporzione richiede meno tempo per essere preparato
e nell’immaginario collettivo meno tempo per essere consumato. E’
espressione della scomparsa di alcuni valori base della dieta mediterranea
che sono appunto convivialità e tempo. Tempo come spazio fisico,
mentale e sociale dedicato al rapporto complesso con il cibo, in tutte
le sue dimensioni: anche del tempo dedicato alla preparazione del cibo.
La Mediterraneità parla di una relazione fra uomo e cibo nella
quale al cibo e alla dimensione fisica e sociale del mangiare, sia dedicato
il giusto tempo. Non è positivo, quindi, perdere tali valori e
considerare il cibo solo un prodotto di consumo” spiega il dott.
Giuseppe Fatati!
Per maggiori informazioni relative l’indagine,
la metodologia utilizzata e i risultati completi dello studio:
Letizia Balducci Nestlé Italiana Tel. 02 81817406 E-mail: marialetizia.balducci@it.nestle.com
Rossella Camaggio Edelman Tel. 02 63116228 E-mail: rossella.camaggio@edelman.com
www.nestle.it; http://foodcoaching.nestle.it/; www.buonalavita.it;
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