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FATTI E
PERSONE
Fine quote latte nel 2015: 240 aziende zootecniche
dicono la loro.
Si è conclusa l'indagine commissionata da CremonaFiere
a Ismea per capire quali sono gli orientamenti degli allevatori italiani
per il post-quote. I risultati completi verranno presentati alla decima
edizione degli Stati Generali del Latte, ospitati come di consueto nell'ambito
della Fiera Internazionale del Bovino da Latte (Cremona, 24-27 ottobre
2013).
“La fine del regime delle
quote latte, fissata al 31 marzo 2015, non è vissuta dagli allevatori
italiani come un drammatico spartiacque al di là del quale il loro
mondo imprenditoriale crollerà. Viceversa, l’indagine che
abbiamo condotto in collaborazione con CremonaFiere tra i mesi di giugno
e agosto scorsi su un campione di 240 aziende ha evidenziato da parte
dei produttori un atteggiamento di tranquilla attesa”.
Un panel di 240 aziende è stato coinvolto dall’indagine Ismea-CremonaFiere
per capire come gli allevatori italiani si stanno preparando al dopo-quote
Così Fabio Del Bravo, Responsabile della direzione servizi di mercato
di Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), commenta
uno degli aspetti che più lo hanno colpito durante l’analisi
dei dati raccolti.
L’indagine ha coinvolto prevalentemente aziende di medie e grandi
dimensioni e ha escluso quelle che contano meno di 20 bovine allevate.
Il 59% degli allevamenti interessati è collocato nel Nord Ovest
del Paese, il 29% nel Nord Est e il 12% nel Centro Sud. Rispetto al conferimento
del latte prodotto, il 54% del campione produce per la trasformazione
in formaggi Dop, il 22% per altre tipologie casearie e il 24% per latte
alimentare. Entrando ancor più nello specifico, il 61% degli allevatori
intervistati conferisce a cooperative e consorzi che trasformano il latte
raccolto, il 19% consegna il latte all’industria, l’11% a
cooperative e associazioni che raccolgono e commercializzano, mentre la
percentuale rimanente del 9% trasforma direttamente in azienda il latte
prodotto.
L’atteggiamento emerso dalle risposte è quello dell’attesa,
con la consapevolezza che pur con le inevitabili criticità il sistema
delle quote è stato utile per sostenere il prezzo del latte nazionale
Scopo dell’indagine è stata quella di capire quale sarà
l’orientamento delle aziende di bovine da latte italiane all’indomani
della cessazione del regime delle quote, la cui scadenza è ormai
alle porte, momento che di fatto sancirà una liberalizzazione del
mercato che potrebbe riservare non poche sorprese. “Nella stragrande
maggioranza dei casi – spiega Del Bravo – dai questionari
che gli allevatori ci hanno rispedito compilati è emerso che quasi
tutti hanno compreso l’utilità delle quote rispetto alla
possibilità di sostenere il prezzo nazionale del latte, senza tuttavia
sottovalutare le criticità che il sistema ha comunque evidenziato
nel corso degli anni.
Il processo irreversibile è quello che porta a una sempre maggiore
concentrazione degli allevamenti, a scapito delle piccole realtà
aziendali destinate col tempo a scomparire
E’ altresì emerso che il processo di concentrazione degli
allevamenti proseguirà il suo cammino senza per questo determinare
un impatto devastante sul settore, anche e soprattutto perché molte
aziende hanno già fatto investimenti importanti, non solo di tipo
infrastrutturale. Parallelamente, c’è grande consapevolezza
che le aziende più marginali, e quindi di piccole dimensioni, inefficienti
ma anche penalizzate da un punto di vista logistico, saranno destinate
via via a scomparire”.
I risultati dell’indagine condotta da Ismea in collaborazione con
CremonaFiere saranno illustrati nel corso della decima edizione degli
Stati Generali del Latte che si terranno il 26 ottobre prossimo durante
la 68ma edizione della Fiera Internazionale del Bovino da latte (CremonaFiere
24-27 ottobre).
Paolo Bodini
Responsabile Ufficio Comunicazione di CremonaFiere
Chief Communications Officer of CremonaFiere
Tel. +39 0372-598206
Cell.+39 345-2586239
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