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FATTI E
PERSONE
L’export extra Ue cresce ancora ...
Dopo la performance di aprile, dovuta alla
buona "resistenza" dall'Europa, il made in Italy fa un altro
piccolo passo avanti, questa volta guidato dai consumi dei Paesi più
lontani. A maggio, infatti, il surplus commerciale extra Ue è risultato
positivo per 3 miliardi di euro, in forte espansione rispetto all'avanzo
di appena 341 milioni dello stesso mese del 2012. In particolare, l'export
verso i Paesi fuori dai confini dell'Unione europea è cresciuto
del 3,2% nei confronti di aprile, mente l'import ha registrato un calo
dell'1,3 per cento.
L'Istat sottolinea come il "nero" nei conti risulti, in particolare,
determinato da un incremento di 1,2 miliardi dato dall'avanzo nell'interscambio
di prodotti non energetici accompagnato da una riduzione di 1,4 miliardi
del "rosso" dovuto alla bolletta energetica italiana.
Dice l'Istat: «Il lieve aumento tendenziale delle esportazioni (+0,7%)
ha coinvolto tutti i principali settori eccetto l'energia (-21,3%) e i
prodotti intermedi (-2,9%). L'import ha invece registrato una marcata
e diffusa flessione» sul maggio del 2012 (-15,5%) con forti cali
soprattutto per l'energia (- 26,2 per cento).
Buono anche l'andamento cumulato. Nei primi cinque mesi di quest'anno
il saldo commerciale con i paesi extra Ue è stato pari a 5,5 miliardi
a fronte di un disavanzo di 6,7 miliardi nello stesso periodo del 2012.
La crescita congiunturale dell'export ha interessato l'energia (20,3%),
i beni strumentali (8,2%) e, in misura molto più lieve, i beni
di consumo non durevoli (0,5 per cento). Sono invece risultati in calo
i prodotti durevoli (-3,6%) e gli intermedi (-2,7 per cento). Sul versante
delle importazioni la flessione ha coinvolto i beni durevoli (-4%) e l'energia
(-3,3%), mentre le macchine strumentali (+7%) e i beni di consumo (+o,6%)
hanno messo a segno una crescita.
Ma come si presenta la situazione geopolitica rispetto alle varie zone?
I mercati maggiormente dinamici per il nostro export sono: Giappone (19,9%),
Russia (14,2%), Mercosur (11,9%), Asean (11,5%) e Cina (10,9 per cento).
La Svizzera, considerata ai fini statistici un Paese "extra Ue",
con un meno 15,7% e gli Stati Uniti (-5,6%) sono invece risultati in marcata
flessione.
Il calo dell'import è stato particolarmente rilevante verso i Paesi
Opec (-40,5%), il Mercosur (-16,2%) e Pechino, con un meno 15,5 per cento.
Buone notizie anche sul fronte agroalimentare, con la crisi che ha spinto
al record lo spumante italiano all'estero: nel primo trimestre l'export
è cresciuto del 20% togliendo spazio al più costoso champagne.
Lo ha messo in luce un'analisi della Coldiretti: «Il settore nel
2013 potrebbe raggiungere il massimo storico. A crescere, è infatti
anche il valore delle vendite sul mercato nazionale con gli acquisti delle
famiglie italiane che sono aumentati di oltre il 10%», sempre nel
periodo gennaio-marzo.
Per lo spumante una fortissima impennata è stata fatta registrare
in due mercati dalle ottime potenzialità come la Russia (le vendite
in valore sono più che quadruplicate, con una crescita del 346%
che ha fatto di Mosca il nostro quarto mercato di sbocco con quasi nove
milioni di euro in tre mesi) e in Cina, dove la crescita è stata
del 147 per cento (Franco Vergnano - www.ilsole24ore.com)
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