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FATTI E
PERSONE
Accordo in extremis, il "datagate" non bloccherà
l'accordo commerciale Ue-Usa
Trovato il compromesso per il
negoziato che dovrebbe dar vita alla più grande area mondiale di
libero scambio per l’agroalimentare europeo. I negoziatori americani
ed europei si incontreranno a Washington per dare il via alle trattative
il prossimo 8 luglio
Accordo commerciale con gli Stati Uniti ostaggio per una settimana dello
scandalo datagate: dopo le rivelazioni di stampa che parlano di cimici
americane in sedi diplomatiche europee e milioni di conversazioni intercettate
ogni giorno su suolo europeo, è alta la tensione tra le due sponde
dell’Atlantico.
Solo in extremis è stato trovato il compromesso per non rimetterci
sul piano del negoziato per creare la più grande area mondiale
di libero scambio, strategico per promuovere l’agroalimentare Ue.
La data segnata in calendario è lunedì 8 luglio: tutto è
organizzato perché i negoziatori americani ed europei si incontrino
a Washington per dare il via alle trattative che, entro un anno, dovrebbero
portare a un accordo per stimolare l’import-export tra le due potenze,
riducendo quanto più possibile gli ostacoli al commercio.
A mettere i bastoni tra le ruote, però, le rivelazioni secondo
cui gli Stati Uniti, oltre a raccogliere informazioni sui cittadini, spiassero
anche ministri e diplomatici europei: notizie che hanno scatenato reazioni
dure da parte delle istituzioni comunitarie e delle cancellerie europee.
E c’è chi si è spinto oltre, fino a chiedere di interrompere,
anzi di non far partire, il negoziato commerciale. La prima a paventare
questa possibilità, la Commissaria europea alla Giustizia: ''Non
possiamo negoziare un grande mercato transatlantico – ha avvertito
Viviane Reding – se c’è anche il minimo dubbio che
i nostri partner fanno attività di spionaggio negli uffici dei
nostri negoziatori''.
Opinioni contrastanti rispetto a quelle di altri Commissari, in particolare
il responsabile al Commercio, Karel De Gucht, e quello all’industria,
Antonio Tajani.
Frattura poi ricomposta perché il collegio dei 28 Commissari deve
parlare con una voce sola, e così ha fatto invocando, per il successo
dei negoziati, “fiducia, trasparenza e chiarezza tra le parti”.
Insomma, la questione preoccupa, e molto, per cui sono indispensabili
chiarimenti, ma le trattative commerciali non vanno messe in discussione,
questa la posizione dell’esecutivo di Bruxelles.
Tra le capitali, ad avere la reazione più forte è stata
Parigi: fin da lunedì 1 luglio, il presidente francese François
Hollande aveva chiesto l’immediata cessazione delle attività
di spionaggio su suolo europeo.
“Non potranno esserci negoziati o transazioni – aveva poi
aggiunto – finché che non avremo ottenuto garanzie da Washington”,
richiesta poi ufficializzata nella giornata di mercoledì.
Più caute, invece, le altre posizioni, tra cui quelle dei governi
tedesco ed italiano, che pur pretendendo chiarimenti non mettevano in
dubbio l’avvio delle trattative.
Solo in extremis è stato trovato un compromesso: i negoziati inizieranno
come previsto, ma Parigi ha ottenuto di vincolare l'avvio delle trattative
alla creazione di un gruppo di lavoro Ue-Usa, dedicato alla questione
del datagate.
Gli esperti delle due sponde dell’Atlantico faranno così
il punto della situazione sulle attività di intelligence, ma anche
sulle regole per la raccolta di dati personali.
(http://agronotizie.imagelinenetwork.com)
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