FATTI E PERSONE

La Croazia è entrata nell'Ue e già rischia la bocciatura sul deficit
Zagabria è diventato il 28esimo membro dell'Unione, ma i conti pubblici già preoccupano Bruxelles. Ecco i principali dati

Nel passaggio tra domenica 30 giugno e lunedì 1 luglio la Croazia è entrata ufficialmente nell'Unione europea come 28esimo Paese membro e rompendo il "digiuno di allargamenti" che durava dal 2007. Evento giustamente festeggiato a Zagabria e dintorni: non solo un attestato internazionale di stima e fiducia e il coronamento di un lungo percorso, ma anche e soprattutto la garanzia di fondi europei in arrivo per oltre 10 miliardi.

La fotografia economica del nuovo membro, scattata da Eurostat, presenta però forse più ombre che luci - soprattutto se guardata in chiave comunitaria. Eccone i dati principali:
Popolazione. Con 4,4 milioni di abitanti, la Croazia rappresenta lo 0,86% della popolazione dell'Ue a 28 membri. L'aspettativa di vita è più bassa rispetto al Vecchio Continente, tanto per gli uomini (73,9 anni a 80,4) che per le donne (77,4 a 83,2). I croati, la cui fetta di under-15 è del 14,9% sul totale, hanno un tasso di fertilità inferiore al resto d'Europa: 1,4 per donna. Più alto invece il tasso di mortalità infantile: 4,7 per 1000 nati, contro i 3,9 dell'Ue allargata.

Pil e conti pubblici. Il Prodotto interno lordo pro capite è al 61% della media europea. Complessivamente vale 44 miliardi di euro, lo 0,34% del Pil continentale. Il Paese è però in recessione da diversi anni: nel 2012 ha fatto segnare -2%, contro il -0,3% dell'Ue. Per quest'anno si prevede ancora una battuta d'arresto di circa un punto percentuale e a seguire dovrebbe esserci un frazionale recupero. Il debito pubblico sarebbe tutto sommato un punto di forza, visto che si attesta al 55% circa del Prodotto. Ma la dinamica della spesa preoccupa, insieme alla recessione: il deficit è ampiamente sopra i parametri comunitari con un livello del 4,7% del Pil (contro il tetto al 3%). Non a caso, a Bruxelles si guarda con attenzione alle manovre per contenerlo e si teme che il debito salga a fine anno oltre il 60% del Pil. Il tasso d'inflazione è invece in linea con il resto del continente: 1,8% contro 1,6%. Quanto alla bilancia commerciale, la Croazia destina il 58% dei suoi prodotti ad altri Paesi membri, contro il 62,9% medio. Nei confronti dei Paesi extra Ue il saldo di bilancio è negativo per 2,2 miliardi, frutto di importazioni per 6,1 miliardi di euro.

Lavoro. Il tasso di disoccupazione totale è elevato, al 18,1% nello scorso aprile. Le donne sono in linea con il resto della popolazione: 17,9% di disoccupazione. Spaventoso il dato sugli under-25: sono senza lavoro - pur se in cerca - il 51,8% dei giovani croati contro una sempre elevatissima media continentale del 23,7%. L'agricoltura ha una voce importante nelle tipologie di impiego: con il 10,9% del totale degli occupati, doppia il dato dell'Ue al 5%. Più bassa - invece - la quota degli impiegati nei servizi: 61,4% contro il 70,4% continentale. Le ore medie lavorate a settimana sono 40,9, sopra la media europea.
Istruzione e Internet. Il 66% delle famiglie croate ha accesso a internet, meno del 76% dell'intera Unione. Più basso il numero di laureati o in possesso di un diploma equivalente: sono il 18,6% della popolazione tra 25 e 64 anni (media Ue del 27,7%) e in prevalenza donne. La percentuale di Pil speso in ricerca e sviluppo è molto limitata: 0,75% contro una media Ue del 2,03%.
(www.repubblica.it)



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