FATTI E PERSONE

Istat: Pil in crescita dello 0,7% nel 2014.
Disoccupazione in crescita al 12,4%

Secondo le previsioni biennali dell'Istituto di Statistica, quest'anno il Prodotto interno lordo dovrebbe scendere dell'1,8% per poi rimbalzare, ma meno delle previsioni del Governo. Saccomanni chiede di "considerare debiti Pa e riforme", ma nei conti dell'Istat già ci sono. Napolitano: "La coperta resterà corta"
Pil in crescita dello 0,7% il prossimo anno, dopo una contrazione dell'1,8% alla fine di quest'anno. Lo stima l'Istat nelle previsioni per l'economia italiana per il biennio, diffuse lunedì 4 novembre, che ricalcano quanto anticipato dal presidente designato, Antonio Golini, in occasione della sua audizione sulla Legge di Stabilità. Per quanto riguarda il 2013, anche il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, ha già concordato con una stima del -1,8%, ma ha parlato per l'anno venturo di una crescita dell'1,1% dalla recente Giornata del Risparmio. Il Documento di Economia e Finanza aggiornato in settembre, inoltre, sconta una recessione dell'1,7% a fine anno e mette nel mirino una crescita dell'1% per i prossimi dodici mesi, cioè quasi un terzo in più di quanto stima l'Istat.
 
Da Londra, Saccomanni ha commentato i dati sottolineando che la differenza di stime sulla crescita fra Istat e Tesoro è "essenzialmente dovuta al processo di riforme strutturali che abbiamo intrapreso e alle misure per il rimborso dei debiti della pubblica amministrazione che sta procedendo molto bene. Non so in che misura l'Istat tiene conto anche di questi fattori". La risposta al suo dubbio è contenuta nella nota metodologica stessa dell'Istat, che oltre a precisare il modello econometrico in base al quale si considerano
le "variabili esogene" e la componente demografica, precisa che "per le variabili di finanza pubbica" sono state utilizzate "le ipotesi contenute all'interno del disegno di Legge di Stabilità rilasciato nell'ottobre del 2013". Di fatto, i conti dell'Istituto includono quindi tutti quei provvedimenti già adottati (come i rimborsi della Pa) e si spingono anche alla Manovra, che pure deve essere ancora ratificata dal Parlamento.
Per il collega del Lavoro, Enrico Giovannini, "se la fiducia crescerà si arriverà a una crescita intorno all'1% quanto previsto dal governo. Per la prima volta - aggiunge il ministro - la legge di stabilità non taglia ma aggiunge risorse". Sul tema della ripresa economica si è espresso anche il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che durante la cerimonia degli Onori militari ha detto: "La coperta resterà corta anche se riusciremo con un grande sforzo collettivo di responsabilità e coesione a riaprirci presto un sentiero di crescita per l'economia italiana". L'auspicio è quello di vedere un varco per la crescita "nel quadro europeo e di alleggerimento del debito pubblico e del deficit di bilancio".

Tornando alle stime Istat, "nel 2013 il prodotto beneficerebbe del solo contributo positivo della domanda estera netta (+1,1 punti percentuali). Nel 2014 la crescita del Pil sarebbe sostenuta sia dalla domanda interna al netto delle scorte (+0,4 punti percentuali) sia dalla domanda estera netta (+0,2 punti percentuali). Anche la variazione delle scorte sosterrebbe la crescita seppur in misura contenuta (+0,1 punti percentuali)", scrive l'istituto.
Nell'anno in corso, secondo gli economisti la spesa delle famiglie dovrebbe segnare una contrazione del 2,4%. "Nonostante il permanere delle difficoltà sul mercato del lavoro e la debolezza dei redditi nominali, nel 2014, la spesa dei consumatori è prevista crescere moderatamente (+0,2%)", aggiuingono dall'Istituto. Proprio la "perdurante debolezza dei consumi" potrebbe frenare l'aumento dei prezzi che si attende come causa dell'innalzamento dell'Iva al 22%. Sempre alla fine di quest'anno, è prevista una riduzione degli investimenti fissi lordi del 5,5%, mentre nel 2014 le prospettive di una leggera ripresa del ciclo produttivo determinerebbero un recupero dei tassi di accumulazione che tornerebbero su valori positivi (+2,2%).
Guardando al mercato del lavoro, il tasso di disoccupazione - in crescita sostenuta nella prima parte dell'anno - "raggiungerebbe quota 12,1% nel 2013. Nel 2014, pur stabilizzandosi, proseguirebbe ad aumentare a causa del ritardo con il quale il mercato del lavoro segue le evoluzioni dell'economia (+12,4%)". Date le condizioni di debolezza del mercato del lavoro, le retribuzioni per dipendente continuerebbero a mostrare una dinamica moderata (+1,4%, sia nel 2013 sia nel 2014), "dovuta al blocco retributivo nel settore pubblico e alla sostanziale equiparazione tra l'andamento delle retribuzioni di fatto e quelle contrattuali". L'Istat ricorda che lo scenario delineato per l'Italia "è legato a ipotesi specifiche sull'evoluzione del quadro internazionale, delle condizioni di liquidità e di incertezza economica e politica. In caso di minore crescita mondiale il Pil nel 2014 registrerebbe un incremento più contenuto. Viceversa un miglioramento delle condizioni di liquidità e una riduzione dell'incertezza stimolerebbero un ulteriore incremento degli investimenti e una crescita del Pil più sostenuta". (www.repubblica.it)

 

 


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