FATTI
E PERSONE Presentato a Roma il nuovo Rapporto dell’Osservatorio sulla Cooperazione agricola istituito presso il Ministero dell’Agricoltura. Con un fatturato consolidato che supera
i 35 miliardi di euro e un numero di occupati che ha raggiunto le 94.000
unità, le 5.900 imprese e consorzi cooperativi attive nel nostro
Paese rappresentano un sistema produttivo ed economico saldamente in mano
agli agricoltori, i quali gestiscono, dalla campagna al mercato, l’intera
filiera agroalimentare. “I risultati del rapporto – ha commentato il presidente di Confcooperative Maurizio Gardini – confermano la vitalità e la solidità del modello cooperativo nella missione di valorizzare i conferimenti dei produttori-soci sui mercati nazionali ed esteri. Se il rapporto precedente aveva messo in luce come oltre un terzo della produzione lorda vendibile agricola del Paese fosse controllata dai produttori-cooperatori, l’indagine presentata oggi dimostra – prosegue Gardini – che il sistema cooperativo costituisce circa un quarto dell’alimentare italiano ma con la distintività di rappresentare quasi esclusivamente la materia prima conferita dai produttori”. Il rapporto tra la cooperative e la base associativa - Nel rapporto c’è un focus specifico sulla cooperazione maggiormente avanzata che si connota per assetti organizzativi complessi, forte dinamismo sui mercati più evoluti e significative dimensioni. Questa realtà cooperativa dimostra comportamenti virtuosi anche in riferimento alla mutualità prevalente, ovvero alla percentuale di prodotto conferito dai soci che risulta, mediamente, dell’82%, con punte dell’88% nel settore ortofrutticolo e vitivinicolo. “È la riprova – commenta Gardini – del fortissimo legame esistente tra il socio e la cooperativa in virtù della elevatissima predominanza della produzione degli associati, che per l’80% deriva dalla regione in cui opera la struttura cooperativa di trasformazione, rispetto all’acquisto da terzi”. Le dimensioni di impresa - Il fatturato
delle cooperazione agroalimentare è realizzato per l’80%
da aziende di dimensioni medio-grandi, mentre il 67% delle cooperative
più piccole realizzano solo il 6% del fatturato. “La disaggregazione
delle cooperative per classe di fatturato – ha spiegato la Responsabile
scientifico dell’Osservatorio Ersilia Di Tullio (Nomisma) –
evidenzia una spiccata differenziazione fra cooperative di piccolissime
dimensioni e realtà di grande rilievo economico. Ma si tratta di
due tipi di impresa che coesistono perché offrono specifiche risposte
alle diverse esigenze della base agricola e del mercato” . Il peso economico dei diversi settori - Fra i diversi settori produttivi quelli zootecnici e l’ortoflorofrutticolo hanno maggiori dimensioni assolute, ma anche i servizi ed il vitivinicolo hanno un ruolo di rilievo.
La cooperazione agroalimentare in Italia *** All’Osservatorio della Cooperazione agricola italiana, istituito dalla legge n. 231/2005 presso il Mipaaf, partecipano le cinque organizzazioni nazionali di rappresentanza attive in campo agroalimentare (Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare, Unci e Unicoop).
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