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FATTI E
PERSONE
Il consumo di bevande alcoliche in Italia nel 2012
E’ più mirato e consapevole, di qualità
non di quantità e conviviale. Il preferito? Il vino. I consumatori
sono più informati e bere tanto non è più di moda.
Così l’indagine Nielsen e Federvini
È più mirato e consapevole,
di qualità non di quantità e conviviale. È il consumo
di bevande alcoliche in Italia nel 2012. E i consumatori? Sono 33,6 milioni
sopra i 14 anni, ed hanno un approccio sereno ed indulgente al bere, sono
informati grazie all’educazione familiare e pensano che bere tanto
e perdere il controllo non sia più di moda, ma anzi li infastidisce.
Il vino è la bevanda più consumata e insieme alle bollicine
è l’ingrediente perfetto da versare nel calice tra le mura
domestiche. Parola dello studio targato Nielsen sul “Consumo di
bevande alcoliche”, promosso da Federvini, che continua nel suo
impegno a favore del bere consapevole e dello “stile mediterraneo”
come approccio agli alcolici.
Sono, dunque, 33,6 milioni (64%) le persone con un età superiore
ai 14 anni che hanno consumato alcolici nel 2012 a fronte di 18,5 milioni
di non bevitori (36%) che nel 2006 erano solo il 18%. La prima evidenza
è quindi il calo dei consumi con i bevitori che da essere l’82%
nel 2006 sono scesi di ben 18 punti percentuali. A cambiare e a calare
è anche la frequenza nel consumo, diminuisce la percentuale di
chi beve più volte al giorno o comunque tutti giorni o quasi a
favore della sporadicità settimanale. La bevanda alcolica più
consumata resta, invece, il vino bevuto dal 51%. Al secondo posto la birra
(37%), seguita da spumanti e champagne (20%), liquori (12%), distillati
(8%) e cocktail (6%). Il tutto con il vino e le bollicine che sono perfetti
da versare nei calici tra le mura domestiche e la birra che è considerata,
invece, la bevanda più adatta ai contesti extrafamiliari.
Dal 2006 al 2012 i consumi sono in flessione, con il quotidiano che lascia
spazio al saltuario e con un consumatore che è più informato
e consapevole, con un conseguente cambio di approccio al bere, soprattutto
grazie all’educazione familiare, ma anche alle campagne delle istituzioni:
il 79% dei consumatori pensa che “quando qualcuno ha bevuto troppo
infastidisce”, il 73% trova che “bere tanto e perdere il controllo
non sia più moda”, il 69% dice che “le bevande alcoliche
fanno parte delle nostre abitudini alimentari e vanno consumate con misura”,
il 66% che “da quando ha raggiunto una certa età i miei genitori
mi hanno educato al “bere bene” sia in termini di quantità
che di qualità”, solo il 21% è d’accordo con
il fatto che “a volte l’alcol può essere uno strumento
per dimenticare una brutta giornata”, il 19% che “bere tanto
aiuta a socializzare ed a essere meno timidi” e il 18% che “quando
qualcuno è un po’ “brillo” di solito suscita
simpatia”.
Per quanto riguarda l’educazione al bere il 91% è d’accordo
sul fatto che “l’educazione ad un corretto uso delle bevande
alcoliche ed alle conseguenze di abuso dovrebbe avvenire già nelle
famiglia”, l’84% pensa che “funziona meglio una corretta
cultura del bere che 100 divieti”, il 79% che “in Italia abbiamo
una cultura enogastronomica mediterranea”, per il 70% “vietare
la vendita dopo le 2 di notte è utile per ridurre il numero di
incidenti” e il 69% pensa che “le proibizioni ed i divieti
nel consumo di alcolici rischiano di suscitare l’effetto opposto
e invogliare al consumo certe fasce di popolazione”. (www.winenews.it))
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