FATTI E PERSONE

Agricoltura: l’azienda familiare è l’asse portante per battere l’emergenza alimentare, tutelare l’ambiente e favorire lo sviluppo

In occasione della proclamazione del 2014 “Anno internazionale dell’agricoltura familiare”, il 22 novembre alla sede dell’Onu di New York, la Cia ha evidenziato la centralità di questo tipo di imprese. Così si difende anche l’agro-diversità. Un presidio contro il consumo di suolo e gli Ogm.

L’agricoltura familiare rappresenta lo scheletro dell’economia rurale, sia nei Paesi sviluppati che nel Sud del mondo. Piccoli produttori, braccianti, popolazioni indigene e pescatori: a livello globale si contano oltre 500 milioni di aziende a conduzione familiare, che, pur con le loro differenze, svolgono tutte un ruolo chiave per ridurre la fame e la povertà, garantire la sicurezza alimentare globale, proteggere l’ambiente e la biodiversità dei territori. Ecco perché bisogna riportare questo modello di agricoltura al centro delle politiche agricole, ambientali e sociali mondiali: solo così si può garantire uno sviluppo più equo e sostenibile. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, nel giorno in cui l’Onu proclama ufficialmente il 2014 “Anno internazionale dell’agricoltura familiare”, con una cerimonia a New York.
Un mondo affamato è un mondo ingiusto e anche instabile. Per questo è necessario puntare sull’agricoltura familiare, che in Paesi come l’Africa è fonte di sostentamento e di occupazione -spiega la Cia-. In questo senso, incentivare l’agricoltura familiare vuol dire dare un’opportunità alle popolazioni locali di sollevare le economie del posto, costituendo una base importante per uscire dall’emergenza alimentare e combattere la povertà.
Ma questo tipo di agricoltura è legata indissolubilmente anche all’agro-biodiversità mondiale: preserva i prodotti tradizionali e promuove l’uso sostenibile delle risorse naturali. Proprio in Italia, per esempio, sono proprio le micro imprese agricole a “custodire” e salvaguardare gli oltre 5000 prodotti agroalimentari “tradizionali” del Paese, un patrimonio di sapori inscindibili dal territorio ma costantemente sotto attacco di cementificazione e Ogm. Il presidio dell’agricoltore diventa vitale, allora, sia nella lotta al consumo del suolo che contro l’omologazione dei prodotti “biotech” che azzerano la varietà produttiva e non aiutano l’ambiente.
E’ chiaro, però, che se l’agricoltura familiare è la via da seguire -aggiunge la Cia- bisogna garantire ai produttori un’attività redditizia ed economicamente sostenibile, tanto più che oggi si trovano a dover fare fronte a costi di produzione sempre più alti, a mercati estremamente volatili e a condizioni climatiche sempre più caratterizzate da eventi estremi. Ecco perché, il 2014 deve servire per: incrementare significativamente gli investimenti nel settore, puntando su formazione, ricerca e banda larga; favorire il ricambio generazionale; facilitare l’accesso alla terra e al credito; snellire la burocrazia; consolidare gli strumenti di aggregazione tra le imprese, dalle Op alle cooperative agricole. (www.cia.it)

 


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