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FATTI E
PERSONE
In memoria di Alfredo Mancianti
Il male può aver corroso uno
dei pilastri del convivio, ma non ha saputo scalfire l'impronta che Alfredo
Mancianti ha lasciato in quanti hanno avuto il privilegio di ascoltare
le sue parole semplici ma cariche di umanità.
Pioniere
di una pattuglia antesignana del condimento distintivo e caratterizzante
della cucina sana e buona … attributo semplice, come semplici sono
state le parole del messaggio che Alfredo Mancianti ha portato in giro
per il mondo: dall’ANUGA a Colonia, alla tana di Paul Bocuse a Lione,
alla scuola alberghiera di Las Vegas, al Flavors of Italy a New York:
tappe che abbiamo percorso insieme, dapprima sostenuti dall’entusiasmo
latino via via perfezionato nelle più importanti rassegne per dimostrare
non soltanto a parole, ma con esempi di degustazioni guidate, le qualità
organolettiche e salutari degli oli vergini, e vergini extra, prodotti
con le diverse varietà di olive.
Come non ricordare le prime esperienze vissute con la trepidazione dei
neofiti che sapevano di affrontare dei problemi nuovi per quei tempi,
eravamo all’inizio degli anni ’80 quando abbiamo organizzato
una “quattro giorni” al Motta Duomo a Milano, e poi i corsi
di formazione degli assaggiatori di oli da olive da Viareggio a Palermo,
in collaborazione con il Ministero dell’Agricoltura (si chiamava
ancora così). E poi l’incontro con Piero Antolini, giornalista
profondo conoscitore dell’agro alimentare e della cucina, fondatore
della rivista Uliveto Italia, periodico di cultura, ulivicoltura, elaiotecnica,
economia, turismo, nutrizione e gastronomia
In occasione del 1° Salone dell’Ulivo a Verona nell’87,
Alfredo ha condotto la giuria per l’assegnazione del Leone d'Oro
dei Mastri Oleari: l’associazione di cui era vicepresidente e che
aveva assunto l’immagine ed il significato del Leone Rosso rampante
e recante il ramo d'olivo: simbolo della medievale Arte degli Oliandoli,
una delle 14 arti minori che, insieme alle 7 Arti maggiori, coordinavano
e sorvegliavano le attività imprenditoriali e mercantili e, con
le loro inflessibili regole, garantivano ai clienti la qualità
delle produzioni degli affiliati.
Ci mancherà molto la bonomia con cui Alfredo esprimeva i concetti
della degustazione con parole semplici proprie di chi conosce profondamente
l’argomento che sta trattando. Ora Alfredo è salito al grande
convivio dal quale assiste agli epigoni, più o meno preparati,
che pontificano con parole difficili nella loro ricercatezza alcuni concetti,
a volte difficilmente comprensibili nell’elaborazione un po’
barocca’ dei suoi semplici quanto chiari insegnamenti
Gianni Staccotti
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