|
FATTI E
PERSONE
Lavoro: disoccupazione tocca nuovo
record, ma l’agricoltura può fare da “ammortizzatore
sociale”
La Cia commenta i dati diffusi oggi dall’Istat: negli ultimi
due anni il settore primario, più di altri, ha creato nuovi posti
di lavoro (+4,6%) nonostante la crisi grave e persistente. Ma si può
fare di più: il sistema agroalimentare è pronto ad assorbire
oltre 150 mila disoccupati in breve tempo, ma vanno abbattuti costi e
burocrazia che attanagliano le imprese.
In questa fase di crisi, con la disoccupazione che a maggio tocca il nuovo
massimo storico, non si può sottovalutare il ruolo di “ammortizzatore
sociale” dell’agricoltura. Nelle campagne, a differenza di
industria e servizi, c’è ancora possibilità di lavoro:
una certezza che dovrebbe essere sfruttata da parte del governo con interventi
mirati che consentano agli imprenditori agricoli di riprendere a “marciare”
e di aprire le porte ai tanti lavoratori che sono stati, purtroppo, espulsi
dagli altri settori produttivi. E’ quanto afferma la Cia-Confederazione
italiana agricoltori, in merito ai dati diffusi oggi dall’Istat.
Tra il 2010 e il 2012 gli occupati dipendenti nel settore primario sono
aumentati del 4,6 per cento -spiega la Cia sulla base dei dati contenuti
nel rapporto elaborato con il Censis in occasione della VII Conferenza
economica di Lecce- mentre nell’industria la crescita si è
fermata allo 0,4 per cento e nei servizi all’1,8 per cento. Anche
nel primo trimestre 2013 il trend è rimasto positivo: in assoluta
controtendenza rispetto all’andamento generale (-1,4 per cento),
l’agricoltura ha incrementato le assunzioni dello 0,7 per cento.
Vuol dire che, a dispetto della crisi grave e persistente, il comparto
è estremamente vitale. E può fare anche di più con
le sue grandi risorse e potenzialità allargate a tutto il sistema.
L’agroalimentare infatti -avverte la Cia- è in grado di assorbire
in tempi rapidi più di 150 mila disoccupati, ma è indispensabile
che vengano abbattuti costi (produttivi e contributivi) e burocrazia che
oggi paralizzano le imprese. Se si dà una risposta seria a questi
problemi il settore può davvero trasformarsi in un “ammortizzatore
sociale” e contribuire di più e meglio alla creazione di
nuovi posti di lavoro .
Peraltro, in un periodo in cui la disoccupazione giovanile è stabilmente
sopra il 38 per cento -sottolinea la Cia- in agricoltura sono stati proprio
i giovani a contribuire in modo più significativo alla crescita
del lavoro dipendente, visto che gli occupati con meno di 35 anni sono
aumentati del 5,1 per cento. (www.cia.it)
Torna all'indice di ASA-Press.com
|
|
|