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FATTI E
PERSONE
Istat: vendite alimentari ancora ferme, il 2011 anno “nero”
per i consumi
Secondo la Cia, si continua a risparmiare sul carrello della
spesa, preferendo discount e promozioni “low-cost”. Le famiglie
italiane subiscono i rincari dei listini sugli scaffali, spinti in alto
dal caro-carburante e dall’aumento dell’Iva. Ora ad aggravare
la situazione c’è anche lo sciopero dei tir.
Mentre lo sciopero dei tir in tutt’Italia scarica i suoi effetti
sulle famiglie, costrette a dover pagare fino al 200 per cento in più
per comprare un chilo di zucchine o di pomodori, l’Istat certifica
ancora una volta l’andamento piatto e stagnante dei consumi alimentari.
I dati di novembre segnalano un calo netto dello 0,8 per cento rispetto
al mese precedente e una diminuzione più lieve (meno 0,1 per cento)
su base annua. Vuol dire che gli italiani continuano a “tagliare”
sulla tavola: colpa dell’inflazione alta e dell’aumento dell’Iva
e delle accise sulla benzina, che mettono in crisi le famiglie già
alle prese con mille difficoltà economiche. Ora il fermo degli
autotrasportatori dà l’ennesima batosta ai consumatori, obbligati
a pagare il doppio frutta, verdura, latte e carne per le speculazioni
sui prezzi “gonfiati” dagli scaffali vuoti. Lo afferma la
Cia-Confederazione italiana agricoltori, commentando il rapporto dell’Istat
sul commercio al dettaglio.
Se si continua così, la situazione non potrà che peggiorare.
Eppure -osserva la Cia- non è pensabile una ripresa dell’economia
senza una parallela ripresa dei consumi delle famiglie. Già il
2011 è stato un anno “nero” sul fronte degli acquisti,
in primis alimentari, visto che nell’anno appena trascorso ben una
famiglia su tre è stata costretta a risparmiare sul carrello della
spesa alimentare, mentre tre su cinque hanno dovuto modificare il menù
quotidiano e oltre il 30 per cento è stato obbligato a comprare
prodotti di qualità più bassa. Analoga la percentuale di
chi si è rivolto quasi esclusivamente alle promozioni e agli sconti
della Gdo, mentre sono cresciuti esponenzialmente gli acquisti presso
gli hard-discount.
Una scelta che viene confermata anche dai dati dell’Istat sulle
tipologie di esercizio commerciale. A novembre -ricorda la Cia- le vendite
di prodotti alimentari sono andate bene solo negli hard-discount (più
1,5 per cento), mentre sono crollati i piccoli negozi di quartiere (meno
1,5 per cento) ma anche gli ipermercati (meno 2,7 per cento).
Anche il 2012 si è aperto con prospettive nient’affatto rosee,
complice la stangata della manovra e ora il blocco dei tir. Se non si
interviene subito con provvedimenti seri che rilancino la crescita -conclude
la Cia- la situazione economica degli italiani non potrà che aggravarsi,
con conseguenze devastanti anche sui consumi alimentari, già praticamente
fermi al palo. (www.cia.it)
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