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FATTI E
PERSONE
Al supermercato, in tempi di spread
Fare la spesa, a caccia dell'affare
La crisi tocca tutti e l'esigenza di risparmiare
il più possibile è ormai comune a tutte le categorie di
persone. Il carrello della spesa è ormai un sorvegliato speciale
e a risentirne è l'alimentazione. Al supermarket scatta la caccia
all'offerta: anche se un consumatore italiano su quattro resta fedele
alla marca preferita, il 64% dei connazionali ammette di scegliere il
prodotto in base al prezzo più basso. Un dato considerato molto
allarmante perché spesso a tavola il costo modesto corrisponde
a poca qualità.
I timori degli esperti nascono dai risultati della terza edizione dell'Osservatorio
Nestlé-Fondazione Adi, una ricerca che ha sondato gli effetti della
crisi sui comportamenti degli italiani fra gli scaffali dei prodotti alimentari,
coinvolgendo con interviste telefoniche un campione rappresentativo di
1.000 persone. Altre 5.500 hanno compilato un questionario online, permettendo
di scattare un'istantanea sulle abitudini di acquisto ai tempi dell'emergenza
spread.
L'indagine ha individuato cinque profili di consumatori.
Il consumatore "fedele" (25,5% del campione), non si accontenta
finché non trova la marca preferita. E' per lo più donna,
residente al Sud o nelle Isole. Il 57% dei fedeli dichiara di seguire
con molta facilità una dieta sana e di tenere sotto controllo il
peso tutti i giorni, ma sono meno virtuosi quando si tratta di muoversi:
il 31% dichiara di non praticare mai sport, il 39% ammette di fare vita
sedentaria.
I "last minute" (43%), , invece non conoscono i vari prezzi,
ma al momento dell'acquisto cercano l'affare; risiedono prevalentemente
al Nord (48%, contro il 18% del Centro e il 33% del Sud e Isole). Ritengono
che una dieta equilibrata sia molto importante (93%) ed equivalga a sentirsi
sani e in forma (40%). Tuttavia il 21% non riesce a seguire con facilità
un'alimentazione varia e bilanciata, il 68% non fa attenzione alle calorie
e il 56% si giudica obeso o in sovrappeso.
I "parsimoniosi" (21%) sono anch'essi
attenti al risparmio, Veri e propri segugi delle promozioni, acquistano
i prodotti in offerta indipendentemente dal brand, ma assicurano di conoscere
e ricordare tutti i prezzi degli alimenti delle principali marche. Sono
ghiotti di pasta e riso, meglio se accompagnati da una birra. Il 51% ritiene
facile seguire una dieta sana e il 41% considera l'alimentazione uno strumento
per sentirsi sani e in forma. Peccano però di qualche caduta sugli
spuntini, come patatine, panini farciti, pizze e focacce, e sono
pigri: il 43% fa sport meno di un'ora a settimana.
Gli "innovatori" (6,7%) sono una piccola quota di consumatori
che si dichiara disposta a pagare di più per caratteristiche di
prodotto nuove, speciali e distintive. Sono soprattutto uomini, )53%),
molto sportivi (38%); al mattino consumano una colazione varia e abbondante,
e superano anche l'esame dello spuntino scegliendo frutta (30%), yogurt
(19%) e cereali (15%). Per loro la dieta varia ed equilibrata è
molto importante (96%) e semplice da seguire (57%). Il 47% mangia per
sentirsi sano e in forma e si attiva per controllare il peso tutti i giorni
(47%).
Completano il ritratto dell'Italia al supermercato in tempi di crisi ci
sono infine gli "indifferenti al prezzo" (3,8%, praticamente
una razza in via di estinzione), che non conoscono il prezzo dei prodotti,
né lo ritengono rilevante. Per loro "i prodotti alimentari
costano così poco che non vale la pena perdere tempo a cercare
il prezzo più basso". In genere si tratta di maschi (61%)
di Sud o Isole (38%), che conducono una vita mediamente sedentaria (41%).
Il 60% di loro dichiara di sentirsi in sovrappeso, ma il 34% non fa mai
nulla per controllare l'ago della bilancia
Il nutrizionista Giuseppe Fatati, coordinatore scientifico dell'Osservatorio
Nestlé e presidente della Fondazione Adi (Associazione italiana
di dietetica e nutrizione clinica) osservando i risultati dell'indagine,
commenta: "Dai dati emerge un quadro interessante per individuare
le aree di miglioramento nelle abitudini alimentari. Infatti, soprattutto
se negative, le scelte tendono a consolidarsi nel tempo. Purtroppo, a
tavola il basso costo spesso corrisponde a una bassa qualità di
ciò che si consuma,. l fatto dunque che il 43 % del campione (ovvero
il cluster 'last minute') cerchi un buon affare è una testimonianza
allarmante e degna di una riflessione." (www.tgcom24.mediaset.it)
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